Sarà un congresso anomalo quello che il sindacato Unia celebrerà questi 4 e 5 giugno, perché, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia in materia di numero massimo di partecipanti a un’assemblea, deve tenersi in gran parte online e in modo decentralizzato. Inoltre, invece dei soliti due giorni ne durerà uno e mezzo, il che comporterà limitazioni dei tempi di parola e il rinvio di una parte dell’ordine del giorno a una giornata congressuale supplementare a fine anno o inizio 2022. Ma, seppur azzoppato nella forma, questo congresso rappresenta un passaggio centrale per l’organizzazione, perché ne deve definire la strategia organizzativa per i prossimi anni e perché deve avviare un importante processo di riforma. Originariamente previsto nell’autunno del 2020 e già rinviato una prima volta a giugno 2021, questo quinto Congresso ordinario vedrà le delegate e i delegati delle 14 Regioni di cui si compone Unia riuniti in località separate e collegati in videoconferenza tra loro e con il Centro congressi di Bienne (sede designata del congresso), dove opererà la presidenza e dove sarà presente il Comitato direttore. Da qui interverrà anche l’unico ospite previsto: il presidente dell’Uss Pierre-Yves Maillard. È un congresso che si tiene «più che mai all’insegna delle crisi globali», scrive la presidente di Unia Vania Alleva nella lettera d’invito ai delegati evocando problematiche quali «l’aumento della disoccupazione, le condizioni di lavoro precarie, l’emergenza climatica e la crisi sanitaria» che rappresentano «grandi sfide anche per noi qui in Svizzera, nella nostra veste di sindacato, di movimento sociale e di essere umani», afferma la presidente, sottolineando come la pandemia di Covid abbia «inasprito la disuguaglianza sociale e aggravato il clima d’incertezza». E ha nel contempo mostrato brutalmente quanto siano «vulnerabili» e al tempo stesso «indispensabili» le «pratiche, le istituzioni e le organizzazioni della solidarietà». Organizzazioni proprio come Unia: «La solidarietà vissuta è la sua essenza» scrive Vania Alleva portando ad esempio il ruolo «decisivo» giocato durante la pandemia, sia intervenendo a sostegno diretto dei propri associati sia sul piano politico in favore di un potenziamento delle reti di solidarietà sociale dello Stato. Strategia 2024 Inevitabilmente la pandemia e le sue conseguenze per le lavoratrici e i lavoratori saranno al centro di molte discussioni e peseranno nelle prese di posizione e delle decisioni dei delegati (le votazioni avvengono con un’apposita applicazione per smartphone) in materia di sanità, di diritti, di uguaglianza, di sicurezza sociale, di salari, di qualità di vita, di riconversione eco-sociale eccetera. I delegati saranno chiamati anche a esprimersi sulla situazione dei migranti in Svizzera così come su argomenti di strettissima attualità quali i destini dell’Avs e della previdenza professionale e il discusso Accordo quadro tra Svizzera e Unione europea, ma anche a volgere lo sguardo a un futuro un po’ più lontano. C’è innanzitutto da definire la strategia organizzativa per il prossimo quadriennio. Una strategia che punti a «rafforzare in modo significativo i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori», in particolare tramite l’estensione della contrattazione collettiva, aumenti salariali, misure di protezione contro il dumping e ogni forma di discriminazione, lotta al precariato e una tutela dal licenziamento «degna di questo nome». Tutti requisiti indispensabili ai fini dell’acquisizione e alla crescita degli associati e dei militanti, che è uno dei punti centrali della “Strategia organizzativa 2024” unitamente alla qualità delle prestazioni e al miglioramento della capacità di mobilitazione sindacale. Unia 2.0 Ma le delegate e i delegati dovranno anche decidere se dare avvio a un processo di riforma dell’organizzazione, denominato “Unia 2.0”, che comporta cambiamenti a livello strategico, organizzativo e statutario da stabilirsi nell’ambito di un congresso straordinario a inizio 2023. Un processo di riforma che definisca le prossime tappe necessarie per fare di Unia «una vera organizzazione interprofessionale», «un sindacato capace di ampliare i propri orizzonti, superando la visione basata sulle categorie ristrette dettate dalla logica settoriale o aziendale. Un sindacato più vicino ai suoi associati, che lavora con professionalità, capace di lanciare campagne, mobilitare, lottare e scioperare. Un sindacato, infine, in grado di organizzare i “deserti sindacali” nelle professioni del terziario», si legge nella proposta di mozione sottoposta al Congresso. Nell’ambito di questo percorso, che Unia segue sin dalla sua fondazione nel 2004, «sono stati raggiunti numerosi traguardi che sarebbero stati irraggiungibili per i singoli sindacati fondatori... Ma vogliamo e dobbiamo migliorarci», si osserva nel documento. Questo alla luce della necessità per il movimento sindacale di fronteggiare nuove sfide: la digitalizzazione, la globalizzazione, la precarizzazione e altri cambiamenti che sollevano nuove problematiche per le lavoratrici e i lavoratori cui il sindacato è chiamato a dare delle risposte. Di qui la necessità di avviare un dibattito su questioni fondamentali come i diritti democratici di partecipazione degli associati, la capacità di mobilitazione e di sciopero, l’attuazione della parità di genere e la lotta alle discriminazioni, l’identità interprofessionale dell’organizzazione, la capacità di inverdire i deserti sindacali del terziario, la valorizzazione del ruolo di Unia come soggetto politico, l’impegno a livello internazionale e il miglioramento dei processi di lavoro. È dall’esito delle riflessioni su tutti questi punti che prenderà corpo Unia 2.0. Elezioni Infine, ma non da ultimo, all’ordine del giorno del Congresso vi sono anche le elezioni degli organi direttivi. I delegati dovranno in particolare designare i 7 membri del Comitato direttore, per il quale si candidano due volti nuovi: Bruna Campanello, 46 anni, cittadina italiana e svizzera, da molti anni membro della direzione del settore artigianato e Yves Defferrard, 55 anni, vodese, già segretario regionale di Unia Vaud. Per una riconferma si ripresentano invece la presidente Vania Alleva, il vicepresidente Martin Tanner, Veronique Polito (candidata anche per la vice-presidenza), Renate Schoch e Nico Lutz. Se il Congresso, come probabile, confermerà le candidature proposte, la nuova direzione di Unia sarà per la prima volta composta da una maggioranza di donne. |