Concorrenza fallimentare

Dopo dieci anni trascorsi a tentar di controllare i premi dell'assicurazione malattia possiamo constatare il fallimento del sistema di finanziamento della sanità basato sulla concorrenza delle assicurazioni private.
I premi non cessano di aumentare anno dopo anno. Il sistema attuale non è economicamente sostenibile: i costi burocratici di 87 casse private si sommano e pesano sui nostri premi. La prevista concorrenza tra gli assicuratori si è rivelata una finzione: infatti vendono lo stesso prodotto, cioè le stesse prestazioni che hanno lo stesso prezzo. Più che farsi concorrenza, le casse private si rincorrono per assicurare i buoni rischi (persone giovani e sane) in modo da dover spendere meno in rimborsi.
Paradossalmente nei paesi come la Svizzera e gli Stati Uniti, dove il finanziamento del sistema sanitario è gestito da assicuratori privati, i costi amministrativi sono molto più alti.
Gli assicuratori privati sono tenuti ad avere delle riserve, ma la loro gestione è tutt'altro che trasparente. In alcuni cantoni si sono verificati aumenti delle riserve mentre le casse chiedevano ed ottenevano di poter aumentare i premi pagati dai cittadini. I cittadini non hanno alcun controllo su come le riserve, costituite con i soldi pagati in premi, vengono impiegate.
Il sistema di finanziamento della sanità in Svizzera è ingiusto: a differenza delle altre assicurazioni sociali la cassa malati pretende da tutti il medesimo ammontare di premio, indipendentemente dalla situazione finanziaria. Molti cittadini fanno fatica a pagare e ormai un terzo della popolazione svizzera si rivolge allo Stato per essere aiutata. Nella maggior parte dei paesi europei il finanziamento della sanità avviene tramite prelievi proporzionati al reddito o direttamente tramite le risorse dello Stato.
Chi continua a difendere le casse private non sa più come fare a frenare l'aumento dei premi. Negli scorsi anni si è chiamato maggiormente alla cassa il cittadino, imponendogli di sobbarcarsi una parte crescente delle fatture.
Sono aumentate le franchigie e la partecipazione ai costi pagata direttamente dal paziente, si sono tolte prestazioni (come omeopatia o agopuntura). Nei prossimi anni vedremo altre prestazioni non più rimborsate dalla cassa malati. Chi difende le casse private pretende di farci rinunciare alla scelta del medico pur di poter "scegliere" tra 87 assicuratori privati che non offrono nulla di differente. La proposta dell'iniziativa è semplice: i minorenni non dovranno più pagare premi, gli adulti pagheranno in funzione della loro situazione economica, come avviene per le altre assicurazioni sociali come l'Avs o Ai, quindi solo le persone con redditi molto alti pagheranno di più (vi sarà comunque un tetto ragionevole). I cantoni e la Confederazione continueranno a finanziare la sanità con la quota impiegata oggigiorno per i sussidi cassa malati.
Vi saranno per contro dei miglioramenti grazie alla maggiore efficienza della cassa federale, molti minori costi amministrativi (e di inutile pubblicità) e nessuna perdita di riserve (si eviterebbe quanto accaduto negli anni 2000-01 quando le casse hanno perso ingenti capitali sui mercati, capitali che i cittadini hanno poi dovuto ricostituire di tasca propria con ingenti aumenti di premio.
L'11 marzo dunque molti sono i motivi per esprimere un sì: di equità sociale, di razionalizzazione strutturale, di efficacia operativa, di freno agli abusi, agli sprechi, alle rendite di posizione.
 

Pubblicato il

16.02.2007 00:30
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