Nell'ultimo nostro intervento su area abbiamo scritto che i politici non vogliono chinarsi sul problema della casa e sulle difficoltà che hanno molte persone o piccoli artigiani nel pagare le pigioni. Ne abbiamo avuto conferma nella discussione in Parlamento. Al nostro intervento, che chiedeva al governo ticinese di chinarsi sul problema dell'alloggio proponendo misure in aiuto agli inquilini in difficoltà almeno nel secondo pacchetto d'aiuti, non c'è stata risposta. È deludente vedere che problemi che toccano oltre il 67 per cento della popolazione non vengano nemmeno ascoltati, un atteggiamento tenuto sia dal governo che dal parlamento da almeno 10 anni. Parlano sempre delle famiglie e dei giovani ma poi non si chiedono come fanno quest'ultimi, con lavori precari o su chiamata e con un salario attorno ai 3 mila franchi, a pagare affitti che superano i 1'500 franchi mensili più 300 franchi di acconto spese accessorie. In Ticino gli alloggi sono in gran parte gestiti con lo scopo di mettere in atto una speculazione generale. Non ci sono abbastanza appartamenti vuoti da permettere che il sacro gioco della domanda e dell'offerta funzioni. Chi ha appartamenti da affittare ha una specie di monopolio su di un bene al quale non si può rinunciare e per il quale non si possono trovare alternative. Se le mele costano troppo ci è possibile scegliere un altro frutto o cercare un altro mercato; con l'alloggio non possiamo, o prendiamo quello che c'è, o sappiamo che ci sono altri inquilini in fila disposti ad entrare in quell'appartamento. Anche adesso che il tasso ipotecario di riferimento è sceso al 3,25 per cento si vedono poche riduzioni benché l'ordinanza federale dica che, quando scende il tasso ipotecario, deve scendere anche la pigione in proporzione. Anzi, ci sono dei locatori che hanno la sfacciataggine di proporre degli aumenti motivandoli ad esempio con la semplice formula "adeguamento canoni in uso nella zona". Naturalmente si guardano bene dall'effettuare il calcolo per controllare che non abbiano un reddito abusivo ai sensi di legge, eh no, se vedono che gli affitti nella zona sono più alti di quelli che versano gli inquilini del loro stabile si chiedono perché non sfruttare di più i propri inquilini e fanno l'aumento. Siete quindi voi inquilini/lavoratori che dovete opporvi agli aumenti e chiedere la riduzione! Alcuni di voi avranno ancora dei contratti con un affitto fissato al 5 per cento, o anche di più, e quindi potreste, nel rispetto dei termini contrattuali, chiedere una riduzione del 17,36 per cento, o anche di più, che su un affitto di 1'500 franchi corrisponde a 260 franchi mensili. Chiedete la riduzione della pigione! Non rinunciate ad un vostro diritto! Potete entrare nel sito dell'Asi (www.asi-infoalloggio.ch) e troverete tutte le informazioni come pure una lettera modello.
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