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Che storione son queste
di
Flavia Parodi
Ci sono delle notizie che di primo acchito paiono solo di contorno… E invece no! Sono piatti forti. Ma dipende sempre e solo dai punti di vista. Forse vi è sfuggita questa notizia. Adesso ve la racconto. Esiste, a quanto narra la stampa bolscevica, un’agenzia delle Nazioni unite che si chiama Cites la quale difenderebbe gli interessi delle specie in estinzione internazionalmente commerciabili. Già lì mi dico: perché trattare sempre tutti da minorati? Se queste specie hanno degli interessi propri da difendere che si arrangino da sole a nominare dei rappresentanti. Perché deve sempre intervenire un organo internazionale, non chiamato da nessuno peraltro? Ad esempio, l’orso grigio perla a pelo lungo della Nuova Guinea sarà grande abbastanza da prendere in mano la propria vita evitando di farsi cacciare come un fesso qualsiasi, no? L’unico animale davvero inerme è il pesce lesso ma noi stiamo per parlare di storioni vivi, vispi, nel pieno delle proprie facoltà natatorie. Torniamo al Cites che, interpretando la volontà del solito manipolo di benpensanti, ha deciso di vietare l’esportazione di caviale dai paesi produttori. Ora, che nessuno si metta a fare l’ingenuo. Questa delibera ha chiarissimamente una valenza politica ben precisa che adesso vado ad esporvi. Il caviale, mettetevi una mano sulla coscienza mentre rispondete a questa domanda, è una pietanza di destra o di sinistra? È più facile gustarlo a una cena del Rotary club o a una festa dell’Unità? Ci siamo capiti. Quindi dietro alle solite motivazioni animaliste, ecologiste si cela la volontà di danneggiare una fetta, forse non consistente ma determinante, della nostra società che si troverà in mano dei canapè desolatamente sguarniti. Vedete come la strategia del terrore passa anche per la gastronomia? Si tratta, ovviamente, di atterrare psicologicamente il nemico sottoponendolo a umilianti pratiche di privazione e mortificazione. A sinistra lo sanno benissimo che togliere il caviale alle classi agiate è come levare le patate ai tedeschi, la pasta agli italiani, i cavoli ai russi o, più semplicemente, il brasato a un congresso del Partito socialista ticinese. Il collasso, in una parola. E noi dovremmo andare incontro a questa inaudita catastrofe solo per salvaguardare la pace delle storione o storionesse? Che disastro quando la causa animalista si intreccia malauguratamente con quella femminista. Eh sì, non si possono stressare troppo le povere pescioline che rischiano l’estinzione se gli togliamo tutti gli ovetti. Anche l’umana razza padrona rischia l’estinzione, la perdita di identità se le togliamo ogni status symbol! Con tutta la buona volontà non possiamo farci sopraffare da un pesce. L’uomo deve pur sempre difendere per primi gli interessi dell’uomo. Non ho mai sentito di un solo storione al mondo che abbia sottoscritto una convenzione per salvaguardare il benessere umano. Gli storioni non lavorano, non pagano le tasse, non fanno il militare. Io non mi straccerei le vesti per simili cittadini disadattati.
Pubblicato il
13.01.06
Edizione cartacea
Anno IX numero 1-2
Rubrica
L’occhio destro
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