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"Pechino, Xi'an e Shanghai sono state visitate e vissute con grande emozione ed interesse". Qualche anno fa una frase così avrebbe potuto scriverla un compagno puro e duro, magari sindacalista. Diciamo un Matteo Pronzini. Oggi la scrive un impresario puro e duro, Edo Bobbià, che alla testa di un gruppo di 20 impresari ticinesi ha fatto un giretto di 10 giorni in Cina. E cosa ha visto, "con grande emozione ed interesse", la gaudente comitiva, tra l'altro accolta e rifocillata (a spese nostre) dall'ambasciatore di Svizzera in Cina? Ha visto "una realtà edificatoria di dimensioni incredibili, con tecniche decisamente efficaci anche per rapporto alla disponibilità elevatissima di manodopera". Che, detto in altri termini, significa lavoratori costretti sui cantieri per 12 ore al giorno con uno stipendio di 3 franchi al giorno e senza libertà sindacali. Che interesse, che emozione, poter dimenticare quei sindacalisti che pretendono 100 franchi di aumento al mese per gli edili. Gli impresari costruttori ticinesi, affranti per il ritorno a casa, fanno sapere che intendono anche in futuro proporre
viaggi di studio analoghi. Gli consigliamo la
Corea del Nord: avranno di che tirarsi su il morale.

Pubblicato il 

20.04.07

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