Che aria tira in fondo al tunnel

Durante lo scavo di una galleria, i lavoratori sono confrontati ad una quantità di sostanze nocive di vario genere. Per tutelare il più possibile la loro salute, sono necessarie delle conoscenze tecniche a tutti i livelli e una consapevolezza, da parte di tutti, delle proprie responsabilità.

Le sostanze nocive presenti nell'aria durante la costruzione di gallerie possono provocare malattie anche gravi, che in alcuni casi portano alla morte. Il responsabile della qualità dell'aria in un cantiere sotterraneo è, in primo luogo, il datore di lavoro. È infatti lui a doversi assicurare che la salute dei suoi dipendenti non sia messa in pericolo, ma ogni singolo lavoratore può fare la sua parte per contribuire ad una buona qualità dell'aria, ad esempio cercando di generare meno polveri e meno sostanze inquinanti possibili. Le sostanze nocive generalmente presenti nell'aria durante uno scavo sono:
•    le polveri fini contenenti quarzo;
•    i gas prodotti dal brillamento;
•    le polveri del calcestruzzo spruzzato;
•    le emissioni di motori diesel (Edm).
A seconda delle situazioni, possono essere presenti anche altre sostanze tossiche, come gas naturale, fibre di amianto, radon e  altre sostanze chimiche o biologiche (ad esempio mercurio, arsenico, legionelle). Solitamente però il rischio di trovare queste sostanze è valutato e classificato dai geologi prima dell'inizio dei lavori, è quindi molto raro incontrarle inaspettatamente durante gli scavi.
La sostanza nociva più importante  alla quale si è confrontati durante uno scavo in galleria sono le polveri fini di quarzo. In Svizzera la quantità di quarzo nella roccia è variabile, ma praticamente non esiste roccia senza quarzo. Queste polveri si formano durante le operazioni di perforazione, sottoescavazione, frantumazione e brillamento. Le polveri grossolane (quelle visibili) non sono pericolose perchè si fermano nel naso e nella gola, mentre quelle fini (invisibili ad occhio nudo) penetrano nei polmoni fino agli alveoli, dove si depositano e vengono assorbite dal tessuto polmonare. Sono pericolose perché possono causare la silicosi, una grave malattia dei polmoni che fino a 30 anni fa, in Svizzera, provocava ancora oltre 100 decessi all'anno.
Per questo è importante cercare di limitare la formazione di polveri durante i lavori, ad esempio praticando la perforazione ad umido (che ne impedisce la formazione) o attraverso un sistema di aspirazione delle polveri e con impianti di depolverizzazione. In caso di esposizione temporanea, ogni lavoratore può proteggersi indossando una maschera antipolvere. Questo tipo di misura è però praticamente inutile in caso di esposizione prolungata, in quanto l'efficacia della maschera è limitata e dipende dalla quantità di polveri presenti nell'aria.
I gas prodotti dal brillamento contengono varie sostanze tossiche e particelle di polvere (grossolane e fini). La loro composizione dipende dal tipo e dalla quantità di esplosivo utilizzato. Gli esplosivi ad emulsione, ad esempio, producono generalmente meno gas nocivi rispetto agli esplosivi in gelatina. A seconda della concentrazione dei gas e del tempo di azione, gli effetti di un'esposizione diretta ai gas di brillamento possono essere più o meno gravi: senza un'adeguata protezione è possibile subire gravi danni o addiritura morire.
Per limitare la formazione di gas prodotti dal brillamento bisogna scegliere la tecnica più appropriata e il giusto esplosivo. I gas prodotti dalle esplosioni possono essere aspirati invece che solamente diluiti e la formazione di gas ammoniacale può essere fortemente ridotta evitando che l'emulsione entri in contatto con l'acqua e il cemento. Inoltre, prima del brillamento, i lavoratori dovrebbero proteggersi in un container (o in un altro luogo in cui ci sia apporto di aria fresca) e aspettare finché i gas tossici siano spariti. In questo caso le maschere di protezione sono inutili perché non sono in grado di bloccare le sostanze in forma gassosa.
Le polveri di calcestruzzo spruzzato sono composte di polveri e particelle di cemento (grossolane e fini) e sono corrosive. Solitamente hanno un alto contenuto di polveri fini e una bassa percentuale di quarzo. Possono causare un'irritazione delle vie respiratorie, dei polmoni e degli occhi, ma anche irritazioni della pelle e causticazioni (bruciature). Le polveri possono anche ridurre la visibilità, aumentando il rischio di infortuni.
Scegliendo una spruzzatura ad umido e dei parametri adeguati (tecnica di spruzzatura, guida e distanza della lancia di spruzzatura, quantità di aria compressa e angolazione di applicazione), si può limitare il rilascio di polveri.
Infine, le emissioni di motore diesel (Emd) sono particelle di fuliggine floccate (grossolane, fini e ultrafini). Quelle ultrafini hanno un diametro di circa 100 milionesimi di millimetro (1000 volte più sottili di un capello) e possono quindi penetrare in profondità nei polmoni, fino ad arrivare nel sangue (attraverso la membrana dei polmoni) e quindi negli organi interni. Le Emd sono cancerogene e possono provocare intossicazioni. In caso di scarsa ventilazione, le emissioni dei motori diesel possono anche provocare un edema polmonare.
È possibile limitare le Emd utilizzando dei sistemi di filtri antiparticolato (Sfa) con un'efficacia superiore al 99 per cento (nei cantieri sotterranei il loro uso è obbligatorio). Anche una buona manutenzione del motore è indispensabile, così come la tenuta del sistema di gas di scarico (se il sistema dei gas di scarico non è stagno, questi finiscono nell'aria prima di arrivare al filtro). Contro le Edm, le maschere di protezione hanno un'efficacia molto limitata in quanto le particelle più piccole non vengono bloccate. Per limitare il più possibile danni alla salute di chi costruisce le gallerie, le sostanze nocive devono quindi essere eliminate alla fonte o diluite, stando attenti alle tecniche che si utilizzano e alla scelta dei macchinari.

Pubblicato il

04.12.2009 03:00
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