Cavisti ticinesi contro tutti

«Lavorazione della pietra, attività di cava e imprese di selciatura». È il terzo ambito professionale per il quale il Consiglio federale ha decretato lo scorso 15 gennaio l’obbligatorietà generale al contratto nazionale mantello (Cnm) dell’edilizia e del genio civile. Dal 1° febbraio il decreto equivale a dunque a legge, regolamentando nuovamente il settore. L’associazione padronale è convinta che quel testo non li riguarda e annuncia battaglia giuridica.

 

Un riepilogo dei fatti s’impone. Lo scorso anno, l’associazione dei cavisti ticinesi decise di porre fine a oltre cento anni di storia del primo contratto collettivo cantonale, dandone la disdetta. Il motivo ufficiale era il rifiuto padronale di concedere 50 franchi di aumento automatico quando il rincaro annuale è negativo. Il vero obiettivo finale dei cavisti nostrani invece, era provare a sbarazzarsi da quella che considerano la “spada di Damocle”, ossia il passaggio automatico al contratto nazionale edile in caso di assenza di un Ccl cantonale. Il contratto edile nazionale è infatti considerato un buon paracadute per i lavoratori delle cave ticinesi, poiché la sua adozione apporta discreti benefici e pochi svantaggi agli operai rispetto al contratto del granito ticinese.

 

Non a caso, contro questa eventualità il padronato cavista aveva inoltrato un ricorso contro l’assoggettamento al Cnm. Come detto, il ricorso è stato respinto il 15 gennaio scorso, quando il Consiglio federale ha decretato l’obbligatorietà delle regole federali edili anche per la lavorazione della pietra e attività di cava. Un passaggio di contratto temuto a giusta ragione dal padronato, viste le conseguenze perlomeno economiche. Il sindacato Unia ha diffuso tra gli operai del granito ticinese un riassunto dei punti centrali delle modifiche contrattuali. La prima modifica riguarda l’aumento negato dal padronato nel 2012. Ora dovrà essere concesso nella misura dello 0,5 per cento sul salario 2011. E poiché a breve saranno decretati di forza obbligatoria anche gli aumenti di quest’anno per i settori assoggettati al contratto edile, dovrà essere concesso un altro aumento di mezzo punto percentuale sul salario 2012. Se i salari minimi restano per contro quasi invariati, l’indennità in caso di malattia passa dall’80 per cento al 90 dal secondo giorno. Migliorata anche la protezione dal licenziamento per i dipendenti oltre i 55 anni di età ai quali raddoppierà il termine di disdetta mentre continuerà ad essere garantito il pensionamento anticipato a 60 anni. Infine, modifica di non poco conto, se le cave non sono in grado di garantire la possibilità del pranzo, sono tenute al versamento di 14 franchi al giorno a ogni operaio quale indennità per i pasti.


L’associazione padronale però non intende riconoscere il decreto d’obbligatorietà, impugnandolo coi suoi avvocati. Lo ha confermato ad area Mauro Bettazza, presidente dell’associazione padronale «Noi siamo convinti che il campo di applicazione del Cnm non ci riguarda. Nell’attuale definizione non si parla di estrazione delle pietre naturali e non si citano espressamente sia granito che marmo. Sulla base di queste differenze, noi andremo giuridicamente fin dove dobbiamo andare. Questa è l’informazione data ai nostri associati». Il padronato è dunque convinto che il settore sia oggi senza regole e per dimostrarlo annuncia una battaglia legale di lungo corso. Siccome dei tempi giuridici lunghi beneficiano soprattutto gli avvocati e forse qualche padrone di cava desideroso di eliminare i diritti dei suoi dipendenti, i sindacati e gli operai non potranno stare con le mani in mano mentre i diritti di chi lavora saranno in balia di chi specula al ribasso.
«A noi non è ancora arrivata la posizione ufficiale dell’associazione padronale –, spiega Igor Cima, responsabile Unia del settore –. Se fosse confermata la loro scelta del rifiuto del decreto contro il quale impugneranno la via giuridica, non possiamo lasciare trascinare le cose nei tempi lunghi. Ci riuniremo con gli operai per decidere le strategie da adottare per ristabilire delle regole chiare e in tempi brevi sui diritti dei lavoratori delle cave ticinesi».

Pubblicato il

14.03.2013 15:59
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