Carona contro. E in buona parte dei casi, "perdente". Quando si vota, il risultato delle urne del piccolo comune del Luganese è spesso il contrario di quello espresso a livello cantonale. In un'analisi per nulla scientifica, cerchiamo di scoprire il perché, tracciando un ritratto del paese, dei suoi abitanti e della sua storia.

Una chiesa abbarbicata su una montagna; il blu del cielo e del lago colorano lo sfondo. È lo stemma di Carona, villaggio a pochi minuti da Lugano, popolato da quasi 800 anime. Un'insegna che ben riassume lo spirito del paese, di una comunità apparentemente isolata e fieramente attaccata alla propria storia e al suo territorio. E orgogliosa di una vista mozzafiato sui rami del lago Ceresio.
Patria d'architetti e scalpellini apprezzati in tutta Europa fin dal lontano '400, il "Monte Verità" del Luganese confermò nel corso dei secoli la sua vocazione a residenza di artisti attirando quest'ultimi, in prevalenza svizzeri tedeschi o germanici, in maniera marcata dagli anni 60. Anche alcune famiglie di giovani ticinesi s'insediarono a Carona negli anni 80 grazie al crollo del prezzo degli stabili susseguente al divieto di vendere le case del nucleo come residenze secondarie.
La chiave di lettura della terra d'artisti, predisposti a una maggiore apertura al mondo, può essere una spiegazione del voto assai meno a destra e quindi controcorrente rispetto al resto del Ticino (si veda la tabella in basso). Certamente non esaustiva. E non vuole esserlo nemmeno quest'articolo, che è solo un tentativo di capire la radice del voto di maggioranza che puntualmente si manifesta.
Un'altra chiave interpretativa può essere il forte sentimento di comunità che si respira a Carona. Uno dei maggiori veicoli di socialità del comune è lo sport. La piscina comunale è il luogo d'incontro estivo della gente del posto, così come lo sono i campi da tennis e di calcio animati dai club locali. La linfa di una vita comunitaria intensa sono le numerose associazioni culturali e ricreative del paese. Ne citiamo solo una, correndo il rischio di fare un torto alle altre, ma ci pare particolarmente significativa. Il gruppo "La sveglia", composto principalmente dai giovani di Carona ma anche dei paesi limitrofi, è promotore di diverse iniziative aggregative in paese. Tra queste, "La colazione in piazza", giunta alla decima edizione, è un brunch popolare apprezzato e frequentato dai caronesi. Un modo simpatico di ritrovarsi grazie alla spinta delle nuove generazioni.
L'associazionismo locale particolarmente attivo non si può però ritenere una prerogativa della sola Carona. Lo si ritrova anche in altri comuni del cantone, senza che a questo corrisponda una maggioranza di votanti "aperta al mondo". Difficile quindi sostenere l'equazione "intensa vita comunitaria e apertura all'altro". È comunque interessante osservare come sia possibile rafforzare il sentimento di comunità, senza costruirlo in opposizione agli "altri".
I classici luoghi di socialità dei paesi, i bar e i ristoranti, sono invece meno centrali nella vita di Carona, essendo più orientati ai turisti che alla popolazione locale. Qualche ristorante funge ancora da ritrovo all'aperitivo, ma è il chiosco (con tanto di tavolino e sedie in estate) il luogo preferito dalla gente del posto per fermarsi a scambiare due chiacchiere.
Non esistono quindi dei posti particolari di aggregazione dove si forma l'opinione politica sui temi in votazione.
A Carona formalmente esiste un solo partito "tradizionale", i liberali radicali. Ad affiancarlo nell'arena politica comunale, vi sono ben tre liste civiche, dove più che le fedi partitiche sembrano contare le persone. Anche qui non si può parlare di un caso unico a livello cantonale. Le liste civiche sono una realtà diffusa in altri comuni. Come si forma dunque l'opinione politica dei caronesi che si riflette nel voto? I nostri interlocutori che ci hanno confidato di aver votato No all'iniziativa Udc sull'espulsione dei criminali stranieri e al controprogetto, spiegano come la scelta sia frutto di una visione politica più personale che il risultato di un lavoro politico di uno specifico gruppo. Molta importanza, in un paese di queste dimensioni, hanno i nuclei famigliari, dove ancora si discute di politica.
I maligni spiegano invece il voto maggioritario degli abitanti di Carona «perché tanto il "problema" (quello della convivenza con gli stranieri, ndr.) non li tocca da vicino». Ma lo stesso ragionamento potrebbe valere nella stragrande maggioranza dei comuni ticinesi, visto che esistono solo tre centri per i richiedenti l'asilo nell'intero cantone. Se poi spostiamo lo sguardo sul piano nazionale, si nota che la Romandia, dove il tasso di popolazione straniera è il più elevato del paese, respinge seccamente le iniziative Udc sul tema. Regge poco dunque l'equazione "più stranieri, meno accoglienti".
Ricapitolando, Carona è un paese dove la sensibilità artistica è storicamente radicata, la vita sociale comunitaria è molto intensa e la politica è più una questione di personalità che di partiti. Senza dimenticare quanto offre: la bellezza della natura circostante o il piacere nel passeggiare tra le mura di edifici "vecchi" anche di cinquecento anni. 
La spiegazione più plausibile del ripetersi del voto di apertura dei caronesi sembra essere il risultato di una migrazione di una comunità artistica che lentamente negli ultimi decenni si è insediata in vetta al monte Arbostora. Ma il voto di Carona potrebbe presto rientrare nella "norma". Per i più pessimisti, il destino di Carona è già segnato: da «monte Verità» a  «attico di lusso» del Luganese.
L'esaurirsi nella regione della preziosa "vista lago" edificabile, trasforma lentamente l'alternativa Carona in terra di conquista di immobiliaristi con clientela extralusso da sistemare.
Gli ultimi arrivati sarebbero in maggioranza meno dediti alla vena artistica, quanto piuttosto dei pendolari attivi negli affari della piazza finanziaria della grande Lugano, desiderosi di vivere in un posto "glamour". E quindi, dei votanti più in sintonia col pensiero dominante nel resto del cantone. Fino a oggi, la "Carona contro" delle urne resiste, ma l'equilibrio dicono sia precario.
Di questi tempi un tema politico scuote il paese: la scelta di un'aggregazione con la grande Lugano o con i paesi confinanti sul monte Arbostora. E l'alternativa di proseguire la via solitaria. Per febbraio il municipio ha indetto un sondaggio "ufficiale" sul tema.
Paradossi di Carona. Per preservare la propria specificità di paese aperto al mondo, dovrà forse scegliere di chiudersi alla fusione con altri comuni.

Pubblicato il 

17.12.10

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