Noi ne abbiamo parlato nel nostro numero di settimana scorsa: a Sigirino le autorità tramano di costruire un centro per il controllo e un’area di sosta per veicoli pesanti. Dico «tramano» perché c’è poca chiarezza su quel che riserverà il futuro al malcapitato paesino. L’unica cosa certa è che Sigirino ospiterà uno dei cantieri Alptransit, con gli ovvi disagi che ne deriveranno. Nel frattempo abbiamo avuto le confortanti dichiarazioni rilasciate dal consigliere di Stato Marco Borradori dopo l’incontro di settimana scorsa ad Airolo con rappresentanti dell’Ufficio federale delle strade (Ustra). Per ora nessuna nuova area di sosta per Tir verrà costruita sotto Bellinzona. Si cercherà soltanto di potenziare quella già esistente a Quinto. Una dichiarazione precisa e rassicurante. Meno precisi e rassicuranti sono stati i funzionari del Dipartimento del territorio quando si è trattato di dar seguito alle numerose domande e sollecitazioni del comune di Sigirino. Ecco dunque che Sigirino torna alla carica inviando una lettera al consigliere federale Moritz Leuenberger, con copia a Borradori, per ripresentare all’attenzione delle loro autorità la spinosa questione. La lettera, corredata da 1’300 firme raccolte tra la popolazione, pone alcuni quesiti precisi. Per prima cosa si chiede il perché di tale agire misterioso. È mai possibile che il comune sia venuto a sapere dalla stampa dei progetti che lo riguardavano? Pare assurdo ma le cose sono andate proprio così. Quindi c’è una confusione sui termini che è ancora tutta da chiarire: si vuole creare un’area di sosta (come indicato dal Piano concettuale in possesso del comune e dalla stampa) o un’area di servizio (come ha spiegato Borradori)? Nel caso si optasse per l’area di servizio, perché è prevista su una sola direzione di marcia? Inoltre siamo davvero sicuri che sia necessaria un’altra area di servizio a metà strada tra quelle già esistenti di Bellinzona e di Coldrerio? Si è poi trascurato un particolare per nulla secondario: la presenza del cantiere Alptransit che già preoccupa per gli inconvenienti e le emissioni che provocherà. Perché aggiungervi anche i disagi derivanti dalla sosta e circolazione dei Tir? C’è infine un problema spesso trascurato ma non per questo meno importante. Chi si cura dell’aspetto ambientale? In quella gola già passano una strada cantonale e un’autostrada. A questo si aggiungerà, come detto, il cantiere ferroviario. Vogliamo metterci anche il centro di controllo e l’area di sosta per camion? Non è difficile immaginarsi i gravi contraccolpi causati in termini di traffico, sicurezza stradale, salute e qualità di vita degli abitanti della regione. Ora naturalmente non resta che sperare che il ministro del Dipartimento federale dell’ambiente sia un po’ più sollecito di quanto non sia stato fin qui il direttore del Dipartimento del territorio cantonale. Soprattutto speriamo di riuscire a trarre dalla risposta di Berna una chiave interpretativa chiara di come ci si muoverà in materia di traffico pesante. E se venissero alla luce progetti inquietanti allora non ci si può che aspettare che sia il Cantone a farsi garante dei problemi locali presso le autorità federali.

Pubblicato il 

18.01.02

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