Caro alloggio e libera circolazione

L'aumento dell'immigrazione generato dalla libera circolazione delle persone sta influendo in modo significativo sul mercato dell'alloggio. Il fenomeno è particolarmente vistoso nei centri urbani, dove la domanda di appartamenti in affitto è fortemente aumentata. Per questa ragione l'Associazione svizzera degli inquilini (Asi) ritiene sia ora di agire sul piano politico al fine di modificare il diritto di locazione per contenere l'esplosione degli affitti, specialmente nelle regioni dove si registra una carenza di abitazioni. Le misure proposte in luglio dal Consiglio federale potrebbero invece essere efficaci solo a lunga scadenza.

«L'Asi accoglie con favore il fatto che il Consiglio federale abbia finalmente riconosciuto la difficile situazione sul mercato dell'alloggio, ma deplora che il governo non abbia proposto alcuna misura incisiva», ha detto in una conferenza stampa, appositamente indetta lo scorso 3 settembre, la consigliera nazionale del Ps e presidente dell'Asi Marina Carobbio. La richiesta di un intervento urgente, fatto di misure di accompagnamento alla libera circolazione che abbiano un immediato effetto calmierante sul mercato delle locazioni, suona come una pressione sul governo e sui partiti borghesi, che normalmente difendono gli interessi dei proprietari di immobili, della lobby dell'edilizia e del settore finanziario.
Ma suona anche come un avvertimento alla sinistra e a tutti coloro che difendono acriticamente la libertà di circolazione delle persone e quindi di immigrazione. In effetti anche l'Asi, come i sindacati, potrebbe dare il proprio consenso al mantenimento della libera circolazione solo alla condizione che siano prese misure d'accompagnamento in grado di contenerne gli effetti indesiderati. La stessa presidente Carobbio non ne ha fatto mistero, quando ha affermato che l'urgenza di agire viene resa necessaria proprio «dall'attuale dibattito sull'allargamento della libera circolazione alla Croazia e sull'immigrazione», cioè in vista della votazione popolare su questo tema, prevista nel 2013.
Per facilitare l'accettazione delle condizioni poste, l'Asi propone che le sue richieste vengano limitate alle regioni che maggiormente soffrono degli affitti elevati. In particolare, occorrerebbe imporre un tetto agli aumenti, che non dovrebbero superare il 5 per cento della pigione precedente. Inoltre, l'Asi chiede una migliore protezione dalla disdetta del contratto d'affitto, poiché sempre più inquilini vengono sfrattati al solo scopo di poter pretendere dai subentranti delle pigioni più elevate. A Ginevra, ha detto il consigliere nazionale socialista Carlo Sommaruga, presidente dell'Asi della Svizzera francese, nel 40 per cento dei nuovi contratti d'affitto la pigione precedente viene aumentata. E gli aumenti ammontano in media al 20 per cento.
D'altronde, in tutta la Svizzera gli affitti sono aumentati in media del 21 per cento a partire dal 2000, mentre il carovita in generale è cresciuto del 9 per cento. Tuttavia a Zurigo, sebbene il 30 per cento delle pigioni sia decisamente superiore alla media, gli incrementi dei nuovi affitti restano intorno al 6 per cento. Questo si spiega col fatto che a Zurigo sono molto diffuse le cooperative d'abitazione, che subiscono di meno l'influenza del mercato. Ma vuol dire anche che c'è un margine sufficiente per imporre un tetto massimo ai nuovi affitti rispetto ai precedenti. Anche perché in nessuna regione del Paese la quota delle abitazioni libere supera il 2 per cento, quota considerata necessaria per un buon funzionamento del mercato.
Le rivendicazioni dell'Asi sono perciò conseguenti. Oltre al tetto imposto agli aumenti, occorre una migliore protezione dalle disdette per ragioni economiche, le quali, secondo le statistiche, crescono quando c'è penuria di abitazioni sul mercato ed a causa della pratica delle multinazionali di "requisire" un gran numero di appartamenti vuoti per i loro dipendenti. Occorrono anche misure politiche mirate, il che per l'Asi vuol dire che la Confederazione dovrebbe dare sussidi diretti alla costruzione di abitazioni a pigione moderata e rendere disponibili terreni inutilizzati di sua proprietà. Ed i cantoni dovrebbero tener conto di questa esigenza nei loro piani direttori, destinando ad essa una parte delle zone edificabili.


Immigrati ricchi, prezzi alle stelle

L'Associazione svizzera degli inquilini (Asi) chiede delle misure d'accompagnamento alla libera circolazione per limitarne gli effetti sul mercato dell'alloggio. Marina Carobbio, presidente dell'Asi, ne spiega le ragioni.

Marina Carobbio, quanti sono i fattori che possono determinare un aumento lecito delle pigioni?
La necessità di fare dei risanamenti o il cambio di proprietà con il conseguente risanamento dell'abitazione possono giustificare un aumento della pigione, a condizione che questo sia però contenuto, e non addirittura del 20 per cento come abbiamo potuto constatare recentemente. Per questa ragione noi proponiamo che la pigione iniziale in caso di nuova locazione non superi il 5 per cento dell'affitto precedente, e che inoltre ci sia l'obbligo di un formulario che contenga la pigione precedente, in modo da sapere a quanto ammonta l'aumento.
L'Asi dice di poter documentare casi di aumento ingiustificato delle pigioni. Ma cosa dà la certezza che tali aumenti dipendono dalla libera circolazione?
La libera circolazione è uno tra diversi fattori che incidono sull'aumento delle pigioni. In particolare essa determina l'arrivo in diversi centri urbani della Svizzera (come Ginevra, Zurigo, ma anche Lugano) di persone ben qualificate che sono disposte a pagare pigioni elevate, facendo così aumentare enormemente i costi degli affitti. Diverse multinazionali, poi, oltre a versare salari elevati ai loro dirigenti o a persone che occupano funzioni particolari, pagano loro anche l'affitto di appartamenti lussuosi. A ciò si aggiunga che certi proprietari d'immobili approfittano della situazione per disdire gli appartamenti e riaffittarli con pigioni nettamente più elevate.
I lavoratori delle multinazionali che fanno incetta di appartamenti dovrebbero rinunciare agli alloggi che gli offre la ditta e mettersi in coda come tutti gli altri alla ricerca di un alloggio?
Ciò che noi denunciamo è sia la carenza di alloggi a pigione moderata per le famiglie, il ceto medio e chi non può permettersi alloggi lussuosi, sia il fatto che lavoratori altamente qualificati facciano aumentare i costi dell'affitto perché possono accedere ad appartamenti costosi. Come risposta chiediamo più alloggi a pigioni accessibili, in numero sufficiente per rispondere ai bisogni della maggioranza della popolazione e per evitare questi aumenti d'affitto enormi. In tal modo, chi può pagare appartamenti cari potrebbe continuare a farlo, a condizione che ci siano dapprima sufficienti alloggi a pigioni adeguate.
Dare la colpa alla libera circolazione significa che l'Asi potrebbe schierarsi contro la sua estensione anche ai futuri membri dell'Ue?
Per noi è fondamentale che, nell'ambito della discussione sulla libera circolazione e sul suo allargamento alla Croazia, si considerino anche delle misure di accompagnamento per il mercato dell'alloggio. Solo così, e rafforzando anche le misure di accompagnamento sul mercato del lavoro, lo scetticismo attuale della popolazione nei confronti della libera circolazione diminuirà. Non nascondo che, se non si introdurranno queste misure di accompagnamento per il settore dell'alloggio, potremmo anche opporci all'allargamento alla Croazia: si tratta di un  dibattito attualmente in corso in seno al nostro movimento, che affronterà la tematica in occasione della sua assemblea dei delegati a novembre.
Chiedendo altre misure di accompagnamento alla libera circolazione, non temete che si assecondi il gioco dell'Udc, il quale vorrebbe rivedere, limitare e magari sopprimere la libera circolazione?
Non si tratta di fare il gioco dell'Udc, bensì l'interesse di tutta la popolazione e non solo di pochi privilegiati. Ciò vuol dire avere sufficienti misure d'accompagnamento per combattere il dumping salariale ma anche per mettere freno al caro affitti e alla speculazione edilizia. In questi ambiti non si può più aspettare: la situazione sul mercato dell'alloggio è molto critica.
Sostenete che occorrono modifiche puntuali del diritto di locazione. Ma siete certi che il Parlamento e i Cantoni vi seguiranno? Su quali appoggi politici potete contare?
La nostra forza sono le 200 mila persone che fan parte dell'Associazione svizzera degli inquilini. Credo che il partito socialista, i Verdi e i sindacati possano anche sostenere le nostre proposte, ma sono convinta che, considerata la penuria di alloggi a pigione moderata e la grave situazione sul mercato dell'alloggio, anche altre forze politiche potrebbero essere d'accordo. La nostra intenzione è di  presentare le proposte al governo e al dipartimento competente.


Pubblicato il

14.09.2012 01:30
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