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Carnevale, su la maschera
di
Beppe Grillo
È carnevale. Tempo di maschere. E ora ce lo dicono anche in faccia: quella della missione umanitaria italiana in Iraq era una mascherata: «Basta con l’ipocrisia dell’intervento umanitario. (…) Abbiamo dovuto mascherare Antica Babilonia come operazione umanitaria perché altrimenti dal Colle non sarebbe mai arrivato il via libera». A dirlo non è un caporale ubriaco ma un pezzo grosso del Parlamento e della maggioranza, il Presidente della Commissione Esteri della Camera. Una mascherata? Ma siamo matti? È una mascherata che è costata la pelle a dodici iracheni, tra cui alcuni civili disarmati, ammazzati dai nostri “costruttori di pace”, e a venti militari italiani, mandati a morire con equipaggiamento di pace in mezzo a una guerra furiosa. Da bravi pubblicitari si sono perfino inventati il “mitragliere di pace”. Che pace vuoi fare se il tuo mestiere è il mitragliere? Qualcuno, con le idee confuse sulla pace e la guerra, lo ha chiamato “costruttore di pace”. Anche a quel povero prete hanno fatto fare una figuraccia. Avrebbero potuto avvertirlo che avevano appena detto “basta con l’ipocrisia dell’intervento umanitario”. In qualunque Paese europeo se un alto esponente della maggioranza confessasse di aver portato il Paese in una guerra di aggressione solo perché il governo è riuscito a imbrogliare il Presidente e i cittadini, almeno mezzo parlamento e tre quarti dei media ne chiederebbero le dimissioni. In Italia invece è come se avesse fatto un commento del lunedì a una partita di calcio. Forse dovremmo fare anche noi come in Iraq: andare alle elezioni tenendo segreti i nomi dei candidati. Non si sa mai. Conoscendo chi si vota si possono fare brutte scoperte. Del resto in Italia milioni d’elettori hanno mandato in parlamento e al governo una cinquantina tra pregiudicati, fuorilegge prescritti, patteggiati, imputati o indagati e quasi un centinaio dei loro avvocati. A cosa serve allora conoscere i candidati? Forse bisognerebbe tenere segreti non solo i nomi ma anche le parole dei candidati poi andati al governo. Per due motivi. Primo: gli altri europei smetterebbero di ridere di noi. Secondo: qui nessuno più chiede conto ai governanti delle loro parole; quindi ogni volta si sentono in diritto di dire qualunque idiozia o volgarità, sapendo che ormai non devono rispondere più di niente. Vi ricordate? “Purtroppo Buttiglione ha perso. Povera Europa: i culattoni sono in maggioranza”. Non è una frase sul muro della latrina di una caserma. È un comunicato ufficiale di un ministro, sulla carta intestata della Repubblica e sulla homepage del governo1. L’indomani la foto e il testo del ministro italiano erano in prima pagina dei maggiori quotidiani europei. Dimissioni? Scuse alle centinaia di parlamentari europei insultati? Macché. Secondo comunicato del ministro: si vanta di aver scritto quegli insulti “con spirito goliardico”2. Allegria! Uno dice di aver fatto una mascherata, quell’altro una goliardata. E nessuno chiede a questi pagliacci di rispondere di quello che scrivono e di farsi da parte. Basta leggere qualunque giornale europeo per sapere che gli invasori dell’Iraq lo hanno ridotto a un inferno, peggiore di quello di Saddam. Il segretario dell’Onu e l’ex segretario della Croce Rossa Internazionale hanno definito illegale la guerra all’Iraq, che ha causato, secondo diverse stime, da 15 mila a 100 mila morti, in maggioranza civili. A quasi due anni dalla “liberazione” e dalla “fine della guerra”, questa miete ogni giorno decine di vittime. Quasi metà della popolazione vive in province controllate dalla guerriglia. Una scuola su tre è stata distrutta, acqua ed elettricità sono razionate, per la benzina bisogna fare lunghe code; l’Iraq, uno dei principali produttori di petrolio, deve importare carburante dall’estero. Il patrimonio archeologico è stato saccheggiato, gli archeologi del British Museum denunciano che la zona storica di Babilonia è stata devastata dai cingoli e dalle ruspe degli eserciti occupanti; truppe e carri armati stranieri hanno invaso e cannoneggiato cimiteri e moschee, alcuni giornalisti non filostatunitensi sono stati uccisi o cannoneggiati, la tv al Jazeera chiusa. Human Rights Watch denuncia che nelle carceri Irachene la tortura – anche di bambini – è ancora sistematica; in quelle statunitensi e britanniche è stata uno scandalo. Jalabi, sostenuto a lungo dagli Usa e poi abbandonato, denuncia che la corruzione del governo e dei funzionari nominati dagli Usa è maggiore che ai tempi di Saddam. E noi italiani, grazie alla mascherata di cui parlano gli uomini del governo, abbiamo mandato i nostri soldati a morire per dare man forte in questa porcheria. Vedete cosa succede a mettere il Paese nelle mani dei pubblicitari? Nel 1993, un anno prima che questi annunciassero l’inizio del loro progetto politico, ve lo dissi in cinquanta città: “Attenzione. Mastrolindo è più pericoloso di Craxi”. Ora però Mastrolindo e i suoi pubblicitari stanno esagerando. È gente competente e capace. Sanno fare la fortuna di un pannolino, di un dentifricio, di un assorbente per signore, di un cibo per gatti, di un rotolone di carta igienica. Ma non quella di un Paese. Questi stanno mandando l’economia e lo Stato in rovina e i nostri soldati a morire male armati in una guerra fuorilegge. E hanno la faccia tosta di parlarci di mascherate e di goliardate. Con i pubblicitari al governo mi aspettavo di tutto. Ma che arrivassero a questo no. Chiediamogli di smetterla e di tornare ai loro dentifrici e ai loro pannolini. 1 wwws.ministeroitalianinelmondo.it/ 0007Comuni/0869Tremag.htm 2 www.ministeroitalianinelmondo.it/ 0007Comuni/0870Il_Min.htm Tratto dallo spettacolo beppegrillo.it
Pubblicato il
04.02.05
Edizione cartacea
Anno VIII numero 5-6
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