Il codardo, quello che sta indietro, insomma il pavido, come lo si può definire esattamente? Meglio descriverne il comportamento. Se partecipa a un’azione di guerra, quando c’è da andare all’attacco chiama vicino a sé tutti i commilitoni, li invita a fermarsi accanto a lui e a guardarsi intorno prima di tutto, e dice loro che è un grosso problema riconoscere quale dei due schieramenti è quello nemico; quando poi ode le urla dei combattenti e vede qualcuno cadere, dice ai suoi compagni di fila che per la fretta ha dimenticato di portare con sé la spada e corre a prenderla sotto la tenda; lì, dopo aver fatto uscire l’attendente con l’ordine di scrutare dove siano i nemici, nasconde la spada sotto il cuscino, e così perde molto tempo facendo finta di cercarla. Di ogni tipo umano, Teofrasto nell’operetta I caratteri dà prima una definizione astratta, poi passa a raccontare i comportamenti specifici attraverso scenette di vita, dialoghi, modi di esprimersi particolari, gesti, manie, tic. Non ha intenti morali. Infatti sia il proemio in cui si parla di virtù e vizio, sia gli epiloghi moraleggianti di alcuni caratteri sono sicuramente interpolazioni di epoca bizantina. E non ha neppure ambizioni letterarie, rimanendo essenzialmente un classificatore, degno rappresentante della scuola di Aristotele. In definitiva, al di là di quale sia il vero significato di quest’opera e del contesto in cui è nata – oggetto di studi filologici mai definitivi – a livello pratico I caratteri di Teofrasto costituiscono un documento prezioso sulla vita quotidiana ad Atene nel IV secolo. Vita quotidiana ad Atene nel IV secolo? Perché è sufficiente sostituire alla spada nascosta sotto il cuscino la bandiera rossa chiusa a chiave negli armadi dei partiti socialisti in tutta l’Europa compresa la Svizzera per riconoscere una categoria umana universale, presente anche ai giorni nostri. Teofrasto descrive poi un altro carattere, quello dell’individuo eccessivamente zelante, colui che tende a strafare, ossia l’impiccione: promette ciò che non può mantenere, quando deve prestare giuramento dice ai presenti: «Ho già giurato tante volte in passato, io!», si offre volontario per indicare una scorciatoia e poi non è capace di trovare la strada, se tutti sono d’accordo che una cosa è giusta, solleva obiezioni e viene contraddetto, se muore una donna della sua famiglia scrive sulla lapide, oltre al suo nome, il nome di suo marito, di suo padre, di sua madre e di che paese era, e vi aggiunge anche che erano tutte brave persone, va dal padre e gli dice che la madre già si trova in camera da letto. Siccome il testo a noi giunto risulta spesso rimaneggiato, esiste un’altra versione: «Fa da guida ai genitori in camera da letto». Il Partito socialista ticinese in occasione delle votazioni tenutesi la scorsa domenica sui regali fiscali ai ricchi e sul destino dell’Officina di Bellinzona ha lasciato libertà di voto ai propri iscritti. Ma così come i genitori che hanno messo al mondo il figlio sanno bene dove si trova la camera da letto, allo stesso modo i cittadini ticinesi sanno che la libertà di voto è garantita nella Costituzione e non serve proprio a nulla che un partito lo ribadisca. Un partito dovrebbe dare indicazioni precise, o sì o no, dev’essere di parte. Lo dice la parola stessa.
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