Cara salute; l'opinione di Marina Carobbio

Continua il dibattito sulla mancata accettazione da parte dei medici specialisti del nuovo Tariffario medico (TarMed) mentre, su un altro fronte il concordato degli assicuratori malattia svizzeri (Cams) annuncia un ulteriore e progressivo aumento dei premi (si parla del 5% per quest'anno ma il rincaro continuerà negli anni successivi). Insomma i costi della salute continuano a lievitare, ma laddove si potrebbe intervenire per arginare l'aumento dei prezzi, la disponibilità sembra venire meno. Uno di questi settori riguarda il rimborso delle prestazioni specialistiche. Infatti, la lancia è sempre in resta per i medici specialisti scesi in campo il 4 e 5 maggio a Locarno per discutere il nuovo Tariffario medico (TarMed) nazionale. Un incontro da cui è emersa una forte avversione per il provvedimento da parte della Camera dei medici della Fmh. Tarife mediche, rimborso prestazioni: sono solo questioni che riguardano la classe medica? Che cosa si muove dietro le contestazioni degli specialisti? E che ripercussioni, l'applicazione o meno, del nuovo tariffario, si avrebbero sui pazienti, fruitori delle prestazioni in questione? Insomma, non si riesce a capire perché in uno stato federale, la stessa prestazione abbia un costo diverso a seconda che sia elargita in Ticino o nel vicino Canton Grigioni. Con Marina Carobbio (medico e parlamentare) abbiamo cercato di capire il perché del rifiuto del nuovo TarMed da parte degli specialisti e, soprattutto, che cosa comporterebbe la sua eventuale applicazione per i pazienti. E in che modo il costo delle prestazioni specialistiche condiziona i premi delle casse malati. Signora Carobbio, gli specialisti sono scesi in campo dichiarando che l'accettazione del TarMed li penalizzerebbe fino a comportare in certi casi (secondo quanto affermato da Yves Guisan, vicepresidente dell'Fmh) il dimezzamento delle retribuzioni. È davvero così? Forse in alcuni casi potrebbe anche verificarsi, non si può comunque dimenticare che esiste un enorme disparità nel settore medico, dove troviamo una fascia comprendente i medici di famiglia, generalisti, la cui rimunerazione è minore rispetto a quella di certi loro colleghi specialisti. A mio parere, l'applicazione di un tariffario unico in tutta la Svizzera rimedierebbe a queste disparità e permetterebbe una riduzione dei costi della salute. Questo è l'obiettivo del TarMed nazionale ed è chiaro che una sua eventuale entrata in vigore comporterebbe per gli specialisti delle rinunce che al momento non sono disposti ad accettare. In che cosa divergono la Camera dei medici della Fmh e quella della Fms, l'associazione dei medici specialisti, riguardo al TarMed? Questo tariffario discusso a Locarno ha provocato opposizione da parte della Fms, anche se recentemente Brunner, il presidente della Fmh aveva dichiarato che nell’elaborazione del progetto di TarMed le rivendicazioni della Fms erano state tenute in considerazione. Si è tentato un accordo tra le parti ed ora ci saranno ulteriori incontri tra i rappresentanti dell'Fmh (delle varie specialità), la Confederazione e i rappresentanti del settore assicurazioni malattia per trovare un punto d'incontro che soddisfi le parti. In questa trattativa ha fatto sentire la sua voce anche Mr Prezzi che ha chiesto una diminuzione delle tariffe in favore di un abbassamento dei costi della salute (quindi il raggiungimento del principio della neutralità dei costi). Perché a Locarno non è stato contestato il settore delle prestazioni rimborsate (Assicurazione infortuni, invalidità e Assicurazione militare, ossia il 5 % del totale dei rimborsi) in base alla Legge sull'assicurazione contro gli infortuni (LaInf) mentre invece molte riserve e obiezioni sono state sollevate per il settore che comprende le prestazioni rimborsate in base alla Legge sull'assicurazione malattie (LaMal)? Tengo a precisare che non ero presente alla discussione di Locarno, anche se sto seguendo da vicino il dibattito. Si sa comunque che le contestazioni non siano state indirizzate al primo settore da lei citato in quanto non sono le prestazioni particolari ad essere messe in discussione (e che rappresentano solo piccola parte del totale dei rimborsi) ma quelle generali, che coprono la quasi totalità dei rimborsi. È chiaro che nel secondo caso gli interessi in gioco sono nettamente maggiori e questo spiegherebbe la difficoltà a raggiungere un accordo in merito. La Camera dei medici della Fmh si è indignata affermando che "la produttività viene notevolmente sopravvalutata": cosa ne pensa, è davvero così? Credo che il problema sia e rimanga l'attuale tariffario, non uniforme in tutta la Svizzera, fissato tramite accordi cantonali, che tiene poco conto delle cure di base, dei colloqui con i pazienti, delle visite mediche. Tariffario che travalica invece gli atti tecnici, ossia gli esami di laboratorio spingendo quindi la medicina ad orientarsi verso questo tipo di intervento. Questo è il paradosso della situazione attuale: con l'introduzione del TarMed, invece, le prestazioni di base verrebbero rivalutate rispetto a quelle specialistiche. Che cosa comporterebbe per il paziente l'approvazione di un tariffario nazionale: potrebbe beneficiare realmente di una diminuzione dei costi della salute? È proprio questo il nocciolo della questione: non sentiamo parlare d'altro che di lievitazione dei costi della salute (come confermato dall'ennesimo aumento dei premi della cassa malati, notizia di questi giorni). L'applicazione del TarMed potrebbe costituire un passo in avanti per un'inversione di tendenza, a favore delle prestazioni di base. Quindi l'entrata in vigore di un tariffario medico nazionale, spingerebbe ad un ripensamento del rapporto medico-paziente? Certo, perché verrebbero privilegiati momenti quali la visita e il colloquio strumenti preziosi per il medico che deve valutare e curare i disturbi dei suoi pazienti. Altra questione, le tariffe LaMal che sarebbero applicabili al Cardiocentro Ticino: ed ecco insorgere gli assicuratori malattia... Il Cardiocentro è un istituto privato a tutti gli effetti e quindi come tale, dal momento che non è un ospedale pubblico non beneficia di un finanziamento da parte del Cantone. Ciò è contestato dagli assicuratori malattia, soprattutto dopo che nel 2000, con un contributo straordinario, una tantum (una tantum), il Cantone ha finanziato il Cardiocentro nella misura del 50%. Non è quindi stato raggiunto un accordo tra casse malati e Cardiocentro, percui oggi il Cantone ha fissato una tariffa, contro la quale gli assicuratori malattia hanno fatto ricorso. Evidentemente tutto ciò mette in luce il problema da tempo discusso del finanziamento degli isituti privati riconosciuta nella pianificazione. Ma non si può ora fare un’eccezione continuando a finanziare con soldi pubblici una struttura privata quale il Cardiocentro . Tornando al TarMed nazionale, secondo lei la su applicazione è auspicabile, da preferire ai parametri cantonali per il rimborso delle prestazioni mediche? Ci sono davvero delle disparità importanti, tra cantone e cantone. Non trovo logico che in Ticino e nel vicino Grigioni, la stessa prestazione abbia un costo diverso. Un tariffario non dovrebbe dipendere solo da variazione o accordi regionali, anche se nel caso dell'adozione di un criterio nazionale per ogni cantone resterebbe comunque un margine di trattative cantonale.

Pubblicato il

18.05.2001 02:30
Maria Pirisi
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