Candidati tutti in riga

«Sono molto contenta». La presidente del Partito socialista (Ps) Anna Biscossa non cela la soddisfazione per l’accordo sulla cosiddetta “questione morale” raggiunto mercoledì mattina con i presidenti degli altri tre partiti di governo al termine di due ore di discussione negli studi televisivi di Comano. L’invito a discutere dell’onorabilità delle cariche pubbliche che il Ps aveva lanciato lo scorso mese di aprile è stato dunque raccolto, anche se «noi avremmo voluto andare un po’ più in là» precisa Anna Biscossa. La presidente del Ps sottolinea in ogni caso la bontà della soluzione che si intende concretizzare nei prossimi mesi (con ogni probabilità su impulso di un’iniziativa parlamentare interpartitica: si accoderanno anche Udc e Verdi?) attraverso una modifica della Legge sull’esercizio dei diritti politici. Le nuove norme obbligheranno in futuro i candidati alle elezioni cantonali e comunali (i consiglieri comunali non saranno vincolati) a presentare alla cancelleria – oltre all’estratto del casellario giudiziale – anche un estratto dell’ufficio esecuzioni e fallimenti e a dimostrare di essere in regola con le imposte e con il versamento degli oneri sociali personali (rimane aperta la questione delle aziende di cui il candidato è titolare o azionista di maggioranza). L’accordo siglato mercoledì giunge a quasi 50 giorni dalla lettera con cui Anna Biscossa e la capogruppo socialista in Gran consiglio Marina Carobbio Guscetti invitavano i presidenti del Plrt Giovanni Merlini e del Ppd Fabio Bacchetta Cattori a mandare «in tempi brevi» dei segnali «chiari, coerenti e inequivocabili» in merito a norme per regolare l’eleggibilità di persone che si macchiano di reati gravi. Il Ps aveva sollevato la problematica già al termine della legislatura appena conclusa, ma un’iniziativa parlamentare in questo senso era caduta sotto il peso dei voti liberal-radicali, pipidini, leghisti e dell’Udc. Il fatto che l’ordine del giorno della riunione di mercoledì fosse stato allargato ad altri temi e che al summit fosse stato invitato anche il presidente a vita della Lega dei Ticinesi Giuliano Bignasca, poteva lasciar supporre che la questione morale venisse annacquata, diluita in un calderone nel frattempo divenuto capiente. Il timore che Anna Biscossa aveva espresso alla vigilia dell’incontro (vedi laRegioneTicino, 11 giugno 2003) è però stato fugato. «Noi avremmo voluto un impegno più esteso, però siamo soddisfatti perché la questione non sarà più lasciata unicamente ai singoli partiti: saranno le istituzioni a chiedere in futuro che ci sia più trasparenza sui parametri morali dei candidati», afferma la presidente del Ps che giudica le misure che si intendono introdurre «importanti», sia «per i cittadini che potranno conoscere meglio i candidati che votano», sia «per i partiti che sapranno chi mettono in lista». Le nuove disposizioni legali dovrebbero valere non solo a livello cantonale ma anche per i candidati agli esecutivi comunali. La loro applicazione ai consigli comunali è più difficoltosa per l’elevato numero di candidati, per cui l’idea al vaglio dei presidenti dei partiti di governo è quella di incoraggiare – quindi senza nessun obbligo legale – gli aspiranti consiglieri comunali a rendere pubblici i documenti richiesti agli altri candidati. Tenuto conto del consenso emerso nella riunione di mercoledì presieduta da Fabio Bacchetta Cattori, le modifiche alla Legge sull’esercizio dei diritti politici non dovrebbero tardare e giungere «entro l’autunno, a meno che qualcuno faccia marcia indietro con il rischio di perdere la faccia», afferma Anna Biscossa. «La preoccupazione per la questione morale è stata centrale – osserva la presidente del Ps – e la proposta che ho portato è stata accolta. Ripeto: a me sembra importante che ci sia questo segnale istituzionale, perché quando si parla di auto-regolamentazione tutti possono dire di tutto senza che nessuno controlli». Quello sulla questione morale è stato l’unico accordo raggiunto nella riunione di mercoledì fra i presidenti dei quattro partiti di governo, la prima del genere da oltre due anni a questa parte. Anna Biscossa, Giovanni Merlini, Fabio Bacchetta Cattori e Giuliano Bignasca – che si ritroveranno il prossimo 18 agosto – hanno però discusso anche della situazione economica del cantone e del ritardo accumulato dal governo nella presentazione dell’aggiornamento delle linee direttive e del piano finanziario. Mentre esponenti dell’ala “masoniana” del Plrt starebbero valutando l’opportunità di lanciare un’iniziativa popolare per il freno alla spesa pubblica, mercoledì «tutti i presidenti di partito si sono detti contrari a tagli lineari – spiega Anna Biscossa – ed è stata sottolineata la necessità di stabilire delle priorità di spesa. Io però non sono d’accordo sull’esigenza di fissare a priori delle cifre di risparmio». A sostegno delle sue tesi, la presidente del Partito socialista ha insistito su un esempio portato dai colleghi degli altri partiti: «Prendiamo l’ospedale di Acquarossa – spiega Anna Biscossa –. Può anche darsi come dicono gli altri che a lungo termine la sua chiusura sia un obiettivo ragionevole, però in un momento di recessione non si può chiudere una delle poche attività importanti e fonti di lavoro in una valle in difficoltà. Insomma, va bene considerare tutto ma bisogna tener conto del contesto».

Pubblicato il

13.06.2003 02:30
Stefano Guerra
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