Cambiare mentalità

Il popolo svizzero è un popolo di inquilini. La percentuale di coloro i quali abitano in una casa propria è piuttosto bassa rispetto a quella di chi paga un affitto. Data questa premessa evidentemente la questione dei contratti di locazione dovrebbe stare a cuore degli svizzeri. Diciamo allora che in Ticino l’Associazione svizzera inquilini (Asi) si sta battendo per riuscire ad ottenere contratti di locazione da concordare tra le parti interessate secondo le modalità con cui si negoziano, ad esempio, i contratti collettivi di lavoro. Chiediamo a Manuele Bertoli, segretario dell’Asi, a che punto sono tali trattative, sempre che siano state avviate... «I rappresentanti dei locatori non hanno nessuna intenzione di negoziare», spiega Bertoli. L’Asi aveva fatto notare che il contratto-tipo attualmente in uso, edito dalla Camera ticinese per l’economia fondiaria (Catef), contiene due tipi di clausole contestabili: «clausole legali ma a favore dei proprietari e clausole illegali». Per quanto concerne le seconde «l’Asi è disponibile a fare una perizia esterna condotta pariteticamente», dichiara Bertoli. Il fronte dei proprietari immobiliari si è opposto persino alla perizia. Nonostante i numerosi ostacoli e reticenze opposti dal fronte padronale, Bertoli ribadisce la volontà di arrivare a stipulare un contratto: «Per cominciare abbiamo prodotto un documento in cui mettiamo nero su bianco quali sono le nostre rivendicazioni». Ciò che sta davvero a cuore all’Asi è l’affermazione del principio. «Vorremmo che si abbandonasse la logica dello scontro per accogliere la prassi del confronto e della trattativa». È da lì che occorre partire per costruire. La via della riforma legislativa è invece più erta. Ricorda lo stesso Bertoli che «vi sono norme in materia che sono state cambiate una volta sola dal 1972 malgrado diverse associazioni abbiano fatto pressioni di volta in volta per cambiarle a proprio vantaggio». L’unico modo per mantenersi più flessibili e rispondere prontamente alle regole del mercato sarebbe dunque quello di arrivare a stipulare un contratto di locazione concordato dalle controparti. Ma, come in ogni logica contrattuale, ciò non significa sempre e soltanto ricavarne vantaggi. «È possibile che su alcuni punti si arrivi a compromessi che scontenteranno i nostri associati», ammette Bertoli. «Ci vuole un cambiamento di mentalità che noi siamo disposti a fare e che, per contro, i nostri interlocutori rifiutano». Ritorniamo alla nostra premessa: il popolo svizzero è un popolo di inquilini. «Se teniamo conto di questo dato ci rendiamo conto della coscienza sociale che anima i padroni di casa», afferma Bertoli. «Nessuno nega che chi investe negli immobili debba avere un tornaconto», continua Bertoli, «però nella determinazione degli affitti non si possono aggirare i problemi sociali: è pur sempre una spesa che incide parecchio sul reddito delle famiglie». Il contratto quadro è miraggio o in altri cantoni sono già riusciti ad introdurlo? «Esiste nei cantoni romandi», ci spiega Bertoli, «e si osservi che quando il contratto quadro è sufficientemente diffuso può essere dichiarato di “obbligatorietà generale” e diventa applicabile per tutti i contratti di locazione, anche per chi non l’ha sottoscritto». E nel nostro cantone come ci si regola? «Le parti sono libere di stipulare i contratti come vogliono». Teoricamente, almeno. Di fatto «è il padrone che può imporre il contratto alle sue condizioni». Padroni che continueranno a detenere un forte potere contrattuale fino a quando avranno la certezza che difficilmente un alloggio rimane sfitto. Inquilini, le rivendicazioni Ecco in breve quali sono le principali richieste dell’Associazione svizzera inquilini (Asi) in materia di contratti di locazione: •No alle locazioni a tempo determinato: sconsigliate agli inquilini perché li priva di diversi diritti in caso di disdetta o di aumento di pigione •Le spese accessorie vanno ridotte: questo per evitare che ci sia un divario troppo alto tra pigione netta e lorda (comprensiva di acconti per spese e conguagli a fine periodo) peggiorando la trasparenza dei costi delle locazioni per gli inquilini •Garanzia massima: tre pigioni nette, e non tre mesi di pigioni lorde, spese accessorie comprese (ciò che viola la legge) •Scadenze di pagamento più realistiche: da fissare il quinto giorno del mese e non il primo per tener conto della data in cui vengono pagati stipendi e rendite Avs/Ai •Niente trucchi alla consegna dell’alloggio: al momento della consegna dell’alloggio l’inquilino ha diritto che sia tutto in ordine •La manutenzione è quasi tutta a carico del padrone di casa: salvo per i piccoli lavori di ordinaria manutenzione e di pulizia •Subentrante, che problema: il diritto alla restituzione anticipata dell’ente locato dovrebbe essere reso più trasparente per tutte le parti in causa •Chi viene e chi va...: è assurdo, oltre che illegale, porre delle restrizioni alla possibilità per un inquilino di ospitare persone in un alloggio locato •Attenzione a modifiche e migliorie: si consiglia agli inquilini di rinunciare ad apportare migliorie all’alloggio in affitto o, in caso di necessità, di ottenere per iscritto dal locatore il permesso ad effettuarle e l’impegno a rinunciare al ripristino a fine contratto della situazione di fatto originale

Pubblicato il

18.10.2002 03:30
Sabina Zanini