Buone intenzioni? Unia è prudente

Una differenza fra Aldi e Lidl c'è. Mentre il primo non vuole sentir parlare di sindacati, il secondo ci discute assieme, e non dice un no di principio ad un Contratto collettivo di lavoro (Ccl). Così, dopo un incontro il 21 novembre, venerdì scorso Lidl e Unia hanno fatto il bis. Con quale esito? Lo chiediamo a Robert Schwarzer, responsabile del commercio al dettaglio per il sindacato Unia.

Come si sono lasciati dopo l'incontro di venerdì Lidl e Unia?
Su un Ccl Lidl non ha detto né sì né no. Si sono impegnati a risponderci entro 6 mesi, dicendo che devono fare esperienza. Ma l'esperienza non c'entra: un Ccl lo si vuole o no, è una decisione di principio. Poi abbiamo ottenuto che rivedano entro fine marzo la scala salariale per il personale qualificato o con esperienza. Finora si erano impegnati solo a pagare un minimo di 3'700 franchi al personale non qualificato.
Come saranno le condizioni di lavoro da Lidl svizzera?
La settimana lavorativa sarà di 42 ore, un'ora in più che da Coop e Migros. Le settimane di vacanza saranno 5 (e non 6 o più come da Coop). Non ci saranno supplementi per il lavoro serale (Coop riconosce il 20 per cento), mentre il lavoro festivo sarà indennizzato solo in base alle norme di legge (Coop riconosce un supplemento del 75 per cento). La nostra stima è che Lidl avrà costi del personale inferiori del 10-15 per cento a quelli di Coop e Migros. Con oltretutto una struttura del personale molto più conveniente.
La sua impressione generale?
Sono prudente, non sono certo che Lidl in Svizzera funzionerà diversamente da quanto fa in altri Paesi. È possibile che in questa fase di lancio a Lidl interessi curare l'immagine per garantirsi un'entrata tranquilla sul mercato.
Quindi non vede grosse differenze rispetto ad Aldi?
Lidl è vicino alle posizioni di Aldi, anche se nel complesso è in parte migliore. Aldi ha sempre detto di no ai Ccl fin da subito, con il pretesto di essere ancora troppo piccoli. Ma ora in Svizzera hanno 90 negozi e oltre mille impiegati. Per il resto le analogie sono molte. Ad esempio anche Lidl non assumerà ad una percentuale superiore al 60 per cento. Da Aldi solo il gerente della filiale è impiegato a tempo pieno. Tutti gli altri lo sono al 50 per cento, con però un obbligo di disponibilità del 100 per cento. Questo impedisce di trovare un altro lavoro e nuoce pesantemente alla vita famigliare.
L'esperienza con Aldi in Svizzera è paragonabile a quella fatta in Germania?
È uguale, sia per le condizioni d'impiego che per i rapporti privi di rispetto con il personale. Ad esempio fanno controlli sull'efficienza delle cassiere nascondendo degli articoli nel carrello: se la cassiera non li scopre è ammonita o addirittura licenziata. Le cassiere devono poi mantenere un certo ritmo di lavoro: ci si aspetta che ognuna di esse passi allo scanner almeno 1'400 articoli all'ora, uno ogni due secondi e mezzo.
Unia conduce una campagna contro Migros, ma non contro Aldi e Lidl. Perché?
Dobbiamo darci delle priorità. Coop e Migros sono i soggetti dominanti nella grande distribuzione. La campagna contro Migros poi è necessaria perché è l'unico modo per farsi sentire. Ma dovremmo riuscire a liberare delle risorse anche per Aldi e Lidl, il loro impatto sul settore è dirompente. Basti pensare a come ha reagito Coop: quando hanno aperto i primi Aldi ha lanciato la linea Prix Garantie, ora per contrastare l'entrata in scena di Lidl ha ridotto i prezzi di 600 articoli di marca. A pagare i costi della  guerra dei prezzi è il personale di vendita e quello delle ditte fornitrici.   

Pubblicato il

06.03.2009 03:00
Gianfranco Helbling