Bosnia, la solidarietà umana batte l'indifferenza istituzionale

Una raccolta di beni di prima necessità per i migranti lanciata dalla comunità bosniaca in Ticino raccoglie in pochi giorni ampio sostegno

Mentre l’Unione europea (e singoli stati che la compongono) si dimostra indifferente al dramma umano che si sta consumando a pochi metri dai propri confini, le semplici persone si mobilitano autorganizzandosi. Grazie alle informazioni avute dai contatti diretti di persone che vivono in loco, la comunità bosniaca residente in Ticino, ha reagito promuovendo via social una raccolta di beni di prima necessità (indumenti invernali, cibo a lunga conservazione, materiale igienico) per i migranti che stanno vivendo in condizioni disumane ai confini tra Bosnia Erzegovina e Croazia.

 

Ultima tappa della rotta balcanica del viaggio della speranza di migliaia di persone (perlopiù afgani, pakistani e siriani) in fuga dalla guerra, persecuzione o disperazione economica nei rispettivi paesi, i migranti già stremati da mesi di blocco al confine europeo, quello croato, vivono in condizioni ancor più disumane col gelo invernale dell’ultimo periodo.

 

Quattro eurodeputati italiani hanno tentato ieri di raggiungere il confine europeo per verificare di persona quanto stia accadendo, ma sono stati bloccati dalla polizia croata a un centinaio di metri dalla frontiera. «Cosa vogliono impedirci di vedere?» ha chiesto Brando Benifei, capo delegazione del gruppo di europarlamentari nei Balcani. «Siamo in territorio europeo e vogliono impedirci di muoverci liberamente dentro i confini dell'Europa. Se trattano così noi, europarlamentari, non oso immaginare come si comportano con le donne, i bambini e gli uomini che vorrebbero chiedere asilo».

 

Mentre dei deputati europei cercano di alzare il velo istituzionale su quanto stia accadendo ai confini dell'Ue, la solidarietà umana si è già mossa, anche in Ticino. «Non potevamo restare indifferenti al dramma che stanno vivendo degli esseri umani nelle nostre terre d’origine» racconta la signora Topic, promotrice insieme ad amici della comunità bosniaca residente in Ticino della raccolta di materiale di prima necessità. «Molti di noi hanno vissuto sulla propria pelle quarant’anni fa quel che stanno vivendo oggi quelle persone, proprio in quelle terre. Io stessa ho vissuto quasi quattro anni di guerra, con quattro figli. So cosa voglia dire avere fame e freddo. Le persone del posto stanno cercando di aiutarli, ma la Bosnia è un paese ancora povero. Non hanno le risorse materiali per aiutare tutte queste persone, tra cui molte donne e bambini. Per questo, con degli amici, abbiamo deciso di agire promuovendo la raccolta fondi».

 

Partita solo giovedì scorso sui social, l’iniziativa solidale sta riscuotendo un grande successo. «Molte persone, tra cui tantissimi svizzeri, stanno rispondendo al nostro appello in modo incredibile» racconta la signora Topic. Attualmente, grazie al contributo di singoli cittadini che hanno messo a disposizione dei magazzini, sono riusciti ad organizzare tre punti di raccolta del materiale nel Locarnese, Luganese e Mendrisiotto. «Il problema più urgente a cui siamo ora confrontati in questo momento è l’organizzazione del trasporto umanitario in Bosnia. Una ditta di traslochi ticinese, Pedretti Traslochi di Lugano, ha messo a disposizione un rimorchio. Quel che ci manca ora è il camion che possa partire in tempi brevi col materiale raccolto».

 

Non c’è tempo da perdere, perché freddo e fame non aspettano. Per chi volesse contribuire, queste sono le informazione e i numeri di contatto. Una piccola doverosa premessa. Essendo semplici cittadini, lavoratrici e lavoratori, non possono sempre rispondere tempestivamente alle chiamate. Si chiede dunque pazienza. Quando avranno un momento libero, assicurano, «richiameremo».

 

La Comunità bosniaca in Ticino (Humanitarno Drustvo Bosanaca Ticino) vuole rispondere alla richiesta di aiuto proveniente dalla Bosnia Erzegovina raccogliendo beni di prima necessità:

INDUMENTI INVERNALI SOLO VESTIARIO  x UOMO:
- giacche a vento, maglioni, pantaloni, biancheria intima, calze invernali, cappelli, guanti, passamontagna, scarpe invernali, sacchi a pelo, coperte, zaini.
Gli indumenti offerti dovranno essere in buone condizioni, puliti e per la prudenza suggerita a causa del Covid, dovranno essere imbustati in confezioni trasparenti.

IGIENE: - sapone, spazzolini, dentifricio, fazzoletti, fazzoletti umidi, garze, disinfettanti.

ALIMENTI - alimenti a lunga conservazione, carne in scatola, tonno in scatola, riso, legumi secchi e in scatola, liofilizzati, farina, zucchero, olio di semi e/o di oliva, caffè, the e cioccolato.

Per agevolare i controlli doganali è necessario elencare tutto il contenuto dei sacchetti o delle scatole.
La raccolta verrà fatta fino a metà febbraio.

 

Locarnese: 079 816 78 13

Mendrisiotto: 078 630 60 07

Luganese: 078 875 96 68

 

Per chi volesse contribuire con mezzi finanziari, segnaliamo la possibilità di versarli sul seguente conto:
 
Associazione culturale Bosniaca Bosona
Bellinzona
IBAN- CH330900 0000 6507 74492
CONTO- 65 77449 2
 
Altre informazioni e aggiornamenti, li trovate sulla loro pagina

Pubblicato il

01.02.2021 13:48
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