Blueberry, cavaliere blu

Figlio diseredato di uno schiavista del vecchio Sud, litigioso e indisciplinato, Blueberry è un coraggioso ufficiale dell’esercito nordista impegnato a difendere le strade che portano verso la California. In realtà si chiama Mike Donovan, un nome che lui stesso ha quasi dimenticato. Nato nel 1963 sulle pagine del settimanale francese Pilot, Blueberry si ispira inizialmente all’attore Jean-Paul Belmondo, una somiglianza che va sempre più diluendosi, tanto che negli ultimi episodi ben poco è rimasto della fisionomia d’inizio. Creato dallo sceneggiatore belga Jean-Michel Charlier, è stato disegnato a lungo da Jean Giraud (a firma Gir), che altri non è che il sommo artista francese Moebius, che con questo soprannome ha voluto diversificarsi da una carriera parallela in cui usa tecniche illustrative decisamente innovative per tematiche oniriche e fantastiche. La fantasia sposa la storia Dopo la morte di Charlier, Gir si è confrontato anche ai testi con risultati apprezzabili, mentre ai disegni si sono succeduti nomi di assoluto valore quali i francesi Blanc-Dumont, Vance, Rouge e il neozelandese Colin Wilson. La serie è composta attualmente da 39 albi (di regola esce un volume all’anno) ed è certamente una delle più importanti del mondo nel settore western. Realizzata utilizzando una precisa documentazione storica, la saga si segnala per l’attenta impostazione letteraria e per la bellezza degli stilemi grafici. L’epopea del West è quindi narrata con la migliore fedeltà possibile e nelle pagine di Blueberry si percepisce tutta l’atmosfera della lenta conquista dell’Ovest americano da parte dei «civilizzatori» bianchi, l’atroce realtà delle guerre indiane, la vita negli accampamenti dei coloni e negli avamposti militari, le movimentate serate nei saloons, le scorribande di Cochise e dei suoi Apaches in difesa delle loro terre. Un grande affresco che, attraverso le sue molte sfaccettature, ci permette di assistere al costante e progressivo cambiamento nel modo di agire e di pensare del protagonista. Blueberry si discosterà così sempre più da quel cavaliere blu che si identifica nel soldato vestito di blu dell’esercito Usa. L’anticonformismo e l’insofferenza di Blueberry per una disciplina militare imposta da comandanti beceri e incapaci, lo porterà infine ad abbandonare l’esercito per affrontare altre avventure.

Pubblicato il

23.11.2001 14:00
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