Bertini: Gobbi, no...

«Sì, il fenomeno dei senzatetto è in crescita anche per la crisi economica dei paesi che ci circondano. Si tratta per lo più di uomini dell’Est Europa che arrivano in Svizzera con il miraggio di un lavoro» dichiara Sara Grignola, Divisione azione sociale.


Il tenente Armin Scacchi, della Polizia comunale di Lugano: «Quasi giornalmente fermiamo mendicanti. Il fenomeno dell’accattonaggio si sta espandendo: nei primi tre mesi dell’anno la polizia ha effettuato 720 controlli, di cui 320 a Lugano. La situazione è sotto costante controllo. Stiamo allestendo una task force per bloccare questi episodi con particolare attenzione alle persone provenienti dai campi rom».


Michele Bertini, capodicastero della Polizia comunale di Lugano: «Il fenomeno del mendicare e del vagabondaggio è esploso negli scorsi mesi e bisogna bloccarlo il prima possibile. L’accattonaggio spesso, lo confermano le inchieste, è legato a organizzazioni criminali che sfruttano coloro che si trovano in uno stato di indigenza. Si tratta di poveri che prima di tutto restano persone. Senza voler fare la retorica che siamo tutti cittadini di un unico paese, il mondo, occorre tener presente questo aspetto. Resto dunque perplesso di fronte alla “tolleranza zero” invocata dal ministro Norman Gobbi, che invita la popolazione a twittare le fotografie dei mendicanti sorpresi nel cantone. Ciò, a mio avviso, non fa altro che fomentare la percezione di insicurezza dei cittadini, ma sappiamo che non sono aumentati i casi di violenza, semmai sono più recrudescenti». Ancora il municipale luganese: «Occorre non sottovalutare il problema: la polizia comunale su questo fronte sta facendo tanto».


Roberto Rippa, cofondatore di Casa Astra, di Ligornetto, l’unico centro di prima accoglienza in Ticino aperto 24 ore al giorno: »L’Europa sta conoscendo da tempo una gravissima crisi economica dalla quale non possiamo sentirci ovviamente esclusi. Lo stiamo già verificando con l’aumento delle entrate nel Cantone di uomini stranieri alla ricerca di un lavoro, che quasi sistematicamente non trovano ritrovandosi così in condizioni di vita drammatiche ai limiti dell'immaginabile. Non possiamo ignorare un fenomeno cui occorre dare una risposta adeguata attraverso centri che possano accogliere e accompagnare questa utenza. La situazione non può essere lasciata in un vuoto istituzionale, ma definita nell’interesse della società intera. È una questione sociale, non di polizia: si parla di persone in seria difficoltà, non di criminali».

Pubblicato il

10.04.2013 15:20
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