La crisi dell’acciaio arriva davanti al Palazzo federale. Circa cinquecento persone, principalmente lavoratori della Stahl Gerlafingen, hanno manifestato a Berna per chiedere misure politiche per salvare l’acciaieria, una delle due presenti in Svizzera. Una settimana fa, ricordiamo, Stahl Gerlafingen aveva annunciato 120 licenziamenti; altri era già stati effettuati in primavera. Oggigiogno, la continuità dell’attività dello stabilimento siderurgico – che fa capo al gruppo italiano AFV Belatrame – è seriamente minacciata. Una chiusura che sarebbe disastrosa non solo per i circa 500 dipendenti, ma anche per gli obiettivi climatici della Svizzera: Stahl Gerlafingen è infatti la principale azienda di riciclaggio del Paese e fornisce all’industria edile elvetica acciaio riciclato, la cui produzione genera emissioni di CO2 cinque volte inferiori rispetto all’acciaio tradizionale. L’impianto è quindi d’importanza strategica per la necessaria trasformazione ecologica dell’economia elvetica. Per i sindacati, è giunto il momento che la politica faccia qualcosa: “la politica deve garantire senza indugio affinché gli appalti pubblici e l'intero settore edile svizzero siano soggetti a direttive vincolanti sull'uso di materiali a basse emissioni” scrivono Unia, Syna, la Società impiegati commercio Svizzera e Employés Suisse in un comunicato. Per i sindacati, ciò “consentirebbe ad aziende come Stahl Gerlafingen di partecipare a gare d'appalto competitive e di assicurarsi le vendite”. I politici, in particolare quelli attivi a livello federale, “hanno la responsabilità di garantire capacità produttive strategiche in Svizzera”. Nel corso della manifestazione odierna, sono state presentate richieste in tal senso al Presidente della Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio Nazionale, Christian Imark, cui i sindacati e la commissione del personale hanno inviato anche una lettera. Ma c’è anche posta per il presidente della Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio degli Stati Hans Wicki, cui si chiede di accelerare i tempi di trattazione di una mozione (già approvata dal Nazionale) con cui si dà mandato al Consiglio federale di adottare, d’intesa con la direzione dell’acciaieria di Gerlafingen e il governo solettese, di adottare misure immediate per salvare l’acciaieria, se occorre facendo ricorso al diritto d’urgenza. Lavoro ridotto invece di licenziamenti I dipendenti, i sindacati e le organizzazioni dei lavoratori chiedono inoltre alla direzione della Stahl Gerlafingen di astenersi da qualsiasi licenziamento e di dare priorità al lavoro a orario ridotto per salvaguardare i posti di lavoro. “Se si perde ora un prezioso know-how, il futuro dello stabilimento sarà ulteriormente minacciato” scrivono i sindacati. La petizione “Pour le maintien de Stahl Gerlafingen” (“Manteniamo la Stahl Gerlafingen”), lanciata la socrsa settimana per chiedere il mantenimento dei posti di lavoro e l'adozione di un'azione politica immediata, è già stata firmata da oltre 10.000 persone in sette giorni. L'enorme sostegno alle richieste dei lavoratori dimostra chiaramente che i politici non possono continuare ad aspettare. Allo stesso modo, il gruppo Beltrame ha l'obbligo di fare tutto il possibile per preservare lo stabilimento. La petizione può essere firmata online e su carta. I sindacati hanno inoltre indetto una grande manifestazione di solidarietà per sabato 9 novembre alle ore 11.00 davanti allo stabilimento di Gerlafingen. |