Babbo Natale rilancia la borsa

Anno dopo anno, torna il Natale carico dei suoi riti, delle sue usanze e dei suoi significati. Che variano da persona a persona, da paese a paese e da circostanza a circostanza. E che a volte, in realtà spesso, esulano dal momento di comunione e riflessione che tutti vorremmo corrispondesse al festeggiamento della Natività. Una di queste eccezioni è rappresentata dal significato del Natale per il mondo della borsa, che trova in questo periodo le idee e le motivazioni per un rilancio che possibilmente duri almeno un paio di mesi. Evidentemente il momento religioso non c’entra, mentre tutta l’attenzione si pone sull’importante spinta consumistica che corrisponde regolarmente alle feste di fine d’anno. In un mondo in cui le aziende sono spinte a presentare i propri risultati su base trimestrale, al fine di tenere caldi gli investitori, il periodo natalizio, se positivo, è in grado di salvare un’intera stagione, se non addirittura un intero anno. Con gli undici mesi che ci troviamo alle spalle, la cosa è tutt’altro che priva di importanza: logico quindi che le aziende pongano tanta cura nello sviluppo delle proprie strategie specifiche, per rilanciare le vendite di dicembre. La questione irachena, la crisi congiunturale mondiale, le malefatte dei manager e tutti gli altri inghippi finanziari del 2002, hanno evidentemente minato la fiducia degli investitori, e non sarà certo la venuta di Babbo Natale a far tornare il sorriso a tutti, ma perlomeno determinati settori sembrano poter approfittare dell’effetto rilancio della stagione natalizia. Si tratta essenzialmente del settore della grande distribuzione, uno degli ultimi ad entrare in crisi e uno dei primi a rialzare timidamente la testa, fedele al sempiterno principio che bisogna mangiare tutti i giorni, e che quindi proprio questo tipo di generi di conforto saranno gli ultimi ai quali i consumatori tenderanno a rinunciare. A maggior ragione a Natale, il periodo dell’anno nel quale gli istinti di autosoddisfazione vengono amplificati a dismisura. Nessuno rinuncia al pasto quotidiano, figuriamoci se qualcuno è disposto a rinunciare al classico tacchino ripieno il giorno venticinque. E proprio in quest’ordine tenderanno a risorgere i settori economici: in ordine decrescente di soddisfazione di bisogni essenziali. In altre parole l’alimentare si risveglierà prima dei beni di lusso, l’abbigliamento prima delle automobili. La lista è lunga, ognuno può farsi la propria. Ci vuole solo un po’ di istinto, ed ecco che con la collaborazione di Babbo Natale ognuno può divertirsi ad anticipare il mercato.

Pubblicato il

20.12.2002 13:30
Paolo Riva
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