Aziende di Stato

Con Mauro Dell'Ambrogio ho avuto più scontri che incontri; ne ho comunque sempre apprezzato la chiarezza espositiva, al limite della provocazione (ricordo un commento su Opinione liberale contro il progetto di nuova Costituzione cantonale) e la capacità di lavoro. Un Bastian contrario per "vedere l'effetto che fa".
Oggi invece vorrei segnalare un'interessante intervista (7 luglio) fattagli da  Andrea Bertagni sul Giornale del Popolo, quotidiano della destra cattolica che negli ultimi anni lo ha spesso ospitato, apprezzandone assai la seconda parte della sua autodefinizione di "radicale non statalista".
Dell'Ambrogio il 5 luglio si è per così dire "costituito" pubblicamente, ovvero ha ammesso scrivendo ai quotidiani di aver esortato proprio lui il direttore Aet Paolo Rossi a prendere qualche – diciamo – scorciatoia nelle decisioni delicate, bypassando il Consiglio d'amministrazione. Motivo: in quel Consiglio le comunicazioni confidenziali andavano direttamente in stampa, sul Mattino della Domenica, causando nocumento all'azienda.
Ora il Mattino della Domenica è l'unico giornale di partito a ricevere cospicue inserzioni da aziende in mano, a maggioranza o del tutto, al comune di Lugano di cui il padrone del domenicale è municipale.
E anche se va sempre fatta la distinzione fondamentale fra giornali poveri e poveri giornali, ci si dovrebbe chiedere (e del resto c'è chi lo fa: ad esempio  Nenad Stojanovic e Jacques Ducry in un'interrogazione del 26 giugno) che senso abbiano queste spese. Un'azienda come le Ail non ha infatti alcun interesse a farsi propaganda trovandosi ad operare in regime di monopolio (si veda tra l'altro l'articolo a lato).
Tant'è; anche in base a questi intrecci è pertanto di sicuro interesse leggere le schiette perplessità espresse da Mauro Dell'Ambrogio nell'intervista in questione, ove presenta senza peli sulla lingua il contesto di concorrenza fra Aet ed Atel  (di cui le Ail sono azioniste). Parlando del danno economico causato all'azienda dalle "fughe sistematiche" di notizie, Dell'Ambrogio rileva come ciò non sia mai accaduto finché Marco Borradori sedeva nel CdA. E giunge ad affermare che per lavorare serenamente «l'unica strada sarebbe quella di rinunciare alla suddivisione partitica», quindi di nominare «solo persone di assoluta fiducia» e cognite della materia. «La Lega sta agendo in modo pesantissimo contro gli interessi del Cantone» afferma l'ex presidente.
Che stavolta Mauro Dell'Ambrogio abbia ragione? Io penso meriti orecchio, anzi parecchio.

Pubblicato il

11.07.2008 12:30
Michele De Lauretis
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