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Per il suo bicentenario la Polizia cantonale ticinese invia a tutti i fuochi un bell’opuscolo che illustra la sua attività. Due capitoli ci hanno colpito, “Contrastare la violenza” e “Giovani e delinquenza”. Ad illustrarlo cinque fotografie: un graffito, le croci divelte di un cimitero, eppoi un classico no global placcato da due agenti, una manifestazione del Molino e le proteste del 2001 a Chiasso contro il G8 genovese. Traduzione: per la polizia ticinese la violenza giovanile è soltanto di sinistra. Peccato che le maggiori minacce all’ordine pubblico in Ticino vengano dal sacro mondo dello sport. Lo ricorda il rapporto 2003 dell’Ufficio federale di polizia: “Quello degli hooligan è un problema che interessa anche il Ticino, dove i supporter talvolta intrattengono rapporti con ambienti di estrema destra della Svizzera interna, dai quali vengono strumentalizzati. Gli hooligan ticinesi sono inoltre in stretto contatto con gruppi italiani”. Questo però i vertici della polizia ticinese, ancora immersi in scenari da guerra fredda, fanno finta di non saperlo. Dobbiamo ancora ripetervelo? Sì, va bene, è vero, il comunismo ha perso, avevate ragione voi. Ma adesso lasciateci in pace.

Pubblicato il 

11.06.04

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