Avanti con un passo indietro

«Estese analisi sulle conseguenze della vendita del settore delle pavimentazioni hanno dimostrato che per il gruppo, i collaboratori e gli azionisti è più proficuo mantenere questo settore sotto il tetto del gruppo Forbo». Firmato This E. Schneider, amministratore delegato. I cento e rotti lavoratori della Forbo Giubiasco Sa devono aver letto con un misto di stupore e sollievo il comunicato affisso a fine ottobre all’albo aziendale. Appena due mesi fa la direzione aveva illustrato loro la nuova strategia del gruppo: liberarsi del settore rivestimenti per pavimenti (la specializzazione dello stabilimento bellinzonese) e puntare tutto sulla produzione di colle e nastri trasportatori (cfr. area, n. 37, 10 settembre 2004). Poi a fine ottobre la sorpresa: il Consiglio di amministrazione (Cda) annuncia l’intenzione di «mantenere, ristrutturare e sviluppare ulteriormente» il tradizionale ramo pavimenti, da sempre forza trainante e marchio distintivo della multinazionale con sede a Eglisau (Zurigo). Una virata strategica che però non fuga del tutto le inquietudini dei 2’550 lavoratori del settore impiegati negli stabilimenti di Krommenie (Olanda), Nairn (Scozia), Reims (Francia), Göteborg (Svezia) e Giubiasco. This Schneider lo ha ribadito a fine ottobre: si tratterà in ogni caso di «ridurre la sovraccapacità» del settore, di riorganizzare un segmento produttivo che determina, come ebbe a dire in marzo appena approdato alla Forbo, «un eccessivo ancoraggio della multinazionale in Europa occidentale». Una prospettiva che non dovrebbe riguardare però la Forbo Giubiasco Sa, da anni specializzatasi nella produzione del rivestimento in piastrelle ColoRex Plus. Stando a quanto dichiarato dal presidente del Cda Willy Kissling, un’approfondita analisi avrebbe indicato che la prospettata vendita del ramo pavimenti comporterebbe «costi massicciamente più elevati rispetto a quanto considerato». Non è chiaro cosa sia cambiato rispetto al 20 agosto, quando la Forbo rese nota l’intenzione di abbandonare il suo settore di attività tradizionale. «A volte le cose si sviluppano in modo diverso da quello che si pensava», si legge nella nota di This Schneider ai collaboratori del gruppo. L’unica certezza è che il drastico cambiamento di rotta poggia su un aumento di capitale di 200 milioni di franchi, operazione della quale si dovrebbero conoscere i dettagli nei prossimi giorni. Nelle intenzioni del Cda tale somma dovrebbe permettere all’azienda di mantenere, riorganizzare e sviluppare i tre settori di attività contando unicamente sulle proprie forze. In particolare, l’iniezione di capitale fresco rappresenta una via d’uscita all’impasse nella quale la multinazionale si era venuta a trovare a seguito di un investimento da 275 milioni di dollari realizzato anni fa negli Stati Uniti. In quell’occasione la Forbo si era impegnata ad evitare che il capitale proprio scendesse al di sotto di una certa somma. Una condizionalità che ha fatto mancare all’azienda i soldi necessari per far fronte agli investimenti per lo sviluppo dei suoi tre settori di attività, soldi da reperire appunto aumentando il capitale sociale. La decisione presa dal Cda della Forbo a fine ottobre ha suscitato stupore. Analisti finanziari, sindacati, mass media e azionisti stessi avevano già accolto con scetticismo due mesi prima l’annuncio del disimpegno dal ramo pavimenti, il più redditizio della holding. La nuova strategia era stata presentata a soli cinque mesi da due importanti avvicendamenti alla testa del gruppo: l’arrivo di This Schneider in qualità di amministratore delegato e l’ascensione di Willy Kissling da vicepresidente (carica ricoperta dal 1998) a presidente del Cda. Il dietrofront di queste ultime settimane pone loro un problema di credibilità. «Non è una vergogna cambiare le proprie opinioni», ha detto Kissling che però intanto ha già preannunciato l’intenzione di mettere a disposizione il suo mandato all’assemblea generale del prossimo 29 aprile (a succedergli sarà il 46enne Rolf Watter, specialista in diritto economico e consigliere d’amministrazione di diverse grosse aziende e assicurazioni come la Zurigo, la Syngenta e la stessa Forbo dal 1999). Accantonata l’opzione vendita, gli sforzi dei vertici dell’azienda si concentreranno in futuro sulla riorganizzazione del settore rivestimenti per pavimenti. Nei nove mesi passati sin qui alla testa del gruppo Forbo This Schneider non ha mai fatto mistero di voler ridurre i costi di produzione di un ramo fatto di «fabbriche care al posto sbagliato». Una prospettiva che preoccupa i sindacati. «C’è soddisfazione da un lato, perché quello dei pavimenti è sempre stato il settore più redditizio per la Forbo. Ma temiamo d’altro canto le idee di ristrutturazione e di delocalizzazione, rispetto alle quali mi pare però di vedere maggiori rischi per gli stabilimenti francese e scozzese che non per quello di Giubiasco», dice ad area Hans Baumann del sindacato Unia. Il gruppo Forbo produce e vende in tutto il mondo rivestimenti per pavimenti, colle e nastri trasportatori. Occupa all’incirca 5’600 collaboratori e dispone di una rete internazionale formata da 30 stabilimenti produttivi e 45 organizzazioni commerciali disseminati in una trentina di paesi. Con 729 milioni di franchi di vendite nette nel 2003 e 2’557 impiegati, quello dei rivestimenti per pavimenti è il ramo di attività tradizionale e più redditizio del gruppo. Di questo fa parte anche la Forbo-Giubiasco Sa, che compirà un secolo di vita nell’aprile del 2005. Specializzato nella produzione del rivestimento in piastrelle ColoRex Plus, lo stabilimento bellinzonese – nel quale lavorano oltre cento persone – è in buona salute finanziaria. La ventilata vendita del ramo pavimenti aveva causato «una certa preoccupazione fra le maestranze», rileva il direttore della Forbo Giubiasco Sa Bruno Guidotti. La virata strategica è stata perciò accolta con «sollievo». Tanto più che la prospettiva di una riorganizzazione del settore non dovrebbe riguardare Giubiasco: «facciamo un prodotto specifico, perciò non rientriamo nel discorso sulla sovraccapacità. Ci sentiamo toccati solo nella misura in cui sentiamo la pressione intesa a fornire risultati positivi», dice Guidotti. Ancora a inizio settembre This Schneider aveva detto ad area che Forbo Giubiasco «occupa una buona posizione sul mercato mondiale» e che i suoi prodotti «potrebbero completare molto bene il portafoglio di un potenziale partner» da identificare «entro la fine del 2005». Parole sprecate.

Pubblicato il

12.11.2004 04:00
Stefano Guerra