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Asilo, forse è meglio dirsi addio |
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Un venerdì nero, il 16 dicembre: la maggioranza di destra delle Camere federali ha approvato una delle peggiori leggi sull’asilo concepibili in un paese democratico, liberale, ricco. Un deputato liberale vodese ha detto: «È stata eseguita la sentenza capitale della tradizione umanitaria». Ha ragione di indignarsi. Il partito liberale-radicale svizzero e il partito democristiano hanno dimostrato il loro disprezzo per i principi del liberalismo politico, e per quelli della “compassione cristiana” verso i derelitti del mondo. Ha forse torto di invocare “la tradizione umanitaria”. Dopo la rivisitazione storica degli anni della persecuzione nazista – quando la svizzera ufficiale, non una gran parte degli svizzeri, rinviava verso i campi di sterminio gli ebrei che ci chiedevano asilo – ma anche solo alla luce del trattamento riservato per decenni ai lavoratori stranieri stagionali, la “tradizione umanitaria” del nostro Paese è oggi un luogo comune un po’ logoro.
Due sono i peggioramenti maggiori della legge sull’asilo. Uno è la possibilità di non entrare in materia su una domanda d’asilo se, entro 48 ore, il richiedente non è in grado di produrre documenti d’identità o di viaggio (utili per rinviarlo, non per accoglierlo): e pensare che domande d’asilo sono rifiutate proprio perché il richiedente ha un passaporto, prova che non è poi così perseguitato! L’altro è la possibilità di escludere dall’aiuto sociale i richiedenti la cui domanda è stata respinta. Essi devono lasciare la Svizzera ma, se manca l’accordo del Paese di provenienza, non possono partire e rimangono qui in attesa di rimpatrio: fino ad oggi continuavano a ricevere il modesto sostegno sociale riconosciuto ai richiedenti l’asilo, domani non più. Blocher & Co. volevano togliere loro anche il cosiddetto “aiuto immediato”, il minimo assoluto per sopravvivere. Hanno dovuto arrendersi all’incostituzionalità di tale misura, ma è mostruoso che nostri ministri e parlamentari ci abbiano provato! Il sostegno sociale è già stato tolto, dall’aprile 2004, ai richiedenti l’asilo sulla cui domanda non si è entrati nel merito (i cosiddetti Nem). Essi vengono messi in strada e, se proprio muoiono di fame o di freddo, possono ricevere un pasto al giorno e un tetto, solo per la notte (in alcuni Cantoni il regime è un po’ meno brutale).
Dal prossimo aprile poi, tramite Ordinanza, la Confederazione non riconoscerà più ai Cantoni i costi degli operatori sociali che assicurano possibilità d’integrazione sociale, professionale e culturale alle persone ammesse provvisoriamente in Svizzera.
Qualcuno ha sostenuto provocatoriamente che tanto varrebbe abolire la legge sull’asilo. Certo: fra poco basterà una legge sui clandestini e sui mezzi per cacciarli (fra i quali, si spera, siano esclusi i cani da combattimento e le carceri segrete…). Buon Natale! |
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