Quanto guadagna un apprendista? Ben poco. Lo dimostra chiaramente l'indagine condotta da Unia e che ha interessato oltre 1'800 giovani in formazione. Non stupisce quindi se molti all'ultimo anno di formazione, ma anche quelli che non ricevono la tredicesima si dicono insoddisfatti delle paghe che percepiscono. Un chiaro punto dolente per loro sono i costi di trasporto, che pesano gravemente sul bilancio. Questo spiega sicuramente come mai l'iniziativa di Unia Ticino (chiede appunto allo stato di coprire questi costi) ha avuto un così forte successo al momento della raccolta delle firme.

Sono stati i giovani del sindacato a volere questa inchiesta per capire meglio quali sono le condizioni retributive degli apprendisti e fare così più chiarezza su un aspetto poco tematizzato. Nessuno, infatti, sa esattamente quanto guadagna un giovane in formazione. Salvo rare eccezioni, le loro paghe non sono fissate nei contratti collettivi di lavoro. «Esistono delle raccomandazioni (vedi riquadrato), ma i datori di lavoro non sono obbligati a rispettarle», ha precisato Vania Alleva, responsabile del settore giovani di Unia, presentando i risultati dell'inchiesta alla  stampa.
Che il tema interessi, lo dimostra l'alto numero di giovani che hanno risposto al questionario. Sono stati in tutto 1'814 nella Svizzera tedesca e in Romandia. L'indagine non ha invece interessato Unia-Ticino che svilupperà prossimamente un'inchiesta capillare sulle condizioni di vita e lavoro dei giovani.
«Oltre la metà (52 per cento) delle persone intervistate afferma  di essere insoddisfatta della paga che riceve», ha affermato Simon Grossenbacher, che ha coordinato l'inchiesta. Questa insoddisfazione aumenta con il passare del tempo e all'ultimo anno di formazione arriva al 60 per cento.
L'indagine ha messo in luce condizioni retributive molto disparate. Trentadue persone attive in 19 settori  hanno detto di ricevere meno di 350 franchi al mese, ciò che quasi sempre è ben al di sotto delle raccomandazioni fissate dal padronato. «È inaccettabile che la gente riceva così poco. È poi scandaloso che succeda non solo al primo, ma anche al secondo o terzo anno di formazione. Non c'è rapporto tra questi importi e le loro prestazioni», ha affermato Elena Obreschkow, segretaria dei giovani Unia.
Secondo l'indagine, comunque, mediamente un apprendista al primo anno riceve 637 franchi lordi al mese, che diventato 818 al secondo anno, 1'106 al terzo e 1'141 franchi al quarto anno. La maggioranza come si vede riceve nei primi due anni di formazione meno di mille franchi al mese.
L'insoddisfazione salariale degli apprendisti aumenta col passare del tempo. I giovani all'ultimo anno si rendono conto di essere pagati troppo poco per il lavoro che fanno, come è stato sottolineato. Infatti, la differenza tra quanto riceve un apprendista all'ultimo anno e i minimi salariali fissati nel contratto per le persone formate può facilmente superare i 2 mila franchi al mese.
Da notare inoltre che un terzo degli intervistati non riceve la tredicesima e questo aumenta l'insoddisfazione. «Tra le persone che non la percepiscono solo un terzo è soddisfatto delle condizioni salariali, mentre tra quelli che la ricevono la soddisfazione sale a più della metà», ha rilevato Obreschkow.
Unia ha voluto anche sapere quali sono le principali voci di spesa degli apprendisti. A pesare sul loro bilancio oltre ai costi per i pasti e il tempo libero sono quelli per i trasporti. Dall'indagine risulta che solo il 7 per cento delle imprese si accolla i costi di trasporto e del materiale scolastico. Il 27 per cento copre almeno una delle due voci. Resta quindi il fatto che ben due terzi delle imprese non coprono nessuna di queste spese.
Da notare che per il 42 per cento degli intervistati i costi di trasporto sono la spesa principale. Questo anche perché anche ai giovani oggi viene chiesta mobilità e quindi di cercare un posto di apprendistato non solo nei pressi di casa.
Con le paghe che ricevono, molti giovani non riescono a far quadrare i conti: il 12,2 per cento degli intervistati afferma di essere indebitato.
Alla luce di questa inchiesta, i giovani di Unia ritengono indispensabile reagire  per poter garantire buone condizioni di lavoro e una formazione di qualità. Vogliono sensibilizzare il mondo politico sulla tematica, ma anche e soprattutto i diretti interessati con una campagna che – ha precisato Obreschkow – prenderà avvio in autunno, all'inizio del nuovo anno scolastico. Per tutti è chiaro che questo tema dovrà essere dibattuto anche nell'ambito della discussione sui contratti.

Pubblicato il 

30.05.08

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