Appalti, la trappola dumping

Un nuovo conflitto rischia di aprirsi tra la Svizzera e l'Unione europea. Ne sarebbe causa la revisione della legge sugli acquisti pubblici (contratti d'appalto) messa in consultazione dal consigliere federale Hans-Rudolf Merz, che rappresenta un'offensiva diretta al peggiorameto delle condizioni di lavoro in Svizzera. Essa intende infatti sostituire la regola secondo cui nei lavori eseguiti per la Confederazione devono essere rispettati i salari usuali locali ("principio del luogo d'esecuzione") con il "principio del luogo di provenienza", che consente di applicare i salari del luogo di provenienza dell'impresa.

La legislazione in materia di acquisti pubblici disciplina un importante segmento dell'economia elvetica. La somma complessiva dei fondi utilizzati da comuni, cantoni e Confederazione per l'acquisizione di costruzioni, merci e prestazioni ammonta a circa 34 miliardi di franchi (nel 2004), ossia il 25 per cento delle uscite pubbliche complessive annuali e l'8 per cento del prodotto interno lordo. La revisione della legge federale sugli acquisti pubblici è parte integrante del pacchetto di riforme varato dal Consiglio federale per promuovere la crescita dell'economia svizzera, e rappresenterebbe, per il ministro delle finanze, un potenziale di risparmio annuo di circa 400 milioni di franchi.
Verso la metà degli anni Novanta, Confederazione e cantoni hanno attuato separatamente le convenzioni internazionali sugli acquisti pubblici, come l'accordo dell'Omc (l'organizzazione mondiale del commercio) e gli accordi bilaterali con l'Ue. La molteplicità delle basi legali è all'origine di una moltitudine di prassi e giurisprudenze in materia, che hanno provocato un elevato grado di incertezza. Questa è la ragione per la quale il governo postula l'ammodernamento, la chiarificazione, la flessibilizzazione e l'armonizzazione della legislazione svizzera in questo campo.
Ciò comporta che in futuro la versione online del Foglio ufficiale svizzero di commercio dovrebbe costituire l'organo ufficiale di pubblicazione per gli acquisti pubblici. In secondo luogo, i processi relativi agli acquisti saranno resi più efficienti, affinché la procedura si svolga più velocemente.  La revisione, inoltre, riduce la dispersione nella materia tra Confederazione e cantoni. Infine, il progetto di legge chiarisce numerose situazioni e concetti che nel concreto attualmente generano confusioni.
La futura legge federale sugli acquisti pubblici – che sarà applicabile anche ai cantoni e ai comuni, ai quali lascia però ampio spazio normativo in settori importanti – dovrebbe anche riprendere le pertinenti disposizioni della legge sul mercato interno. Tuttavia, se verrà introdotto il principio del luogo di provenienza, ciò si tradurrà in una pressione sulle condizioni di lavoro. La Svizzera conosce infatti importanti differenze salariali: le retribuzioni di Ginevra, per esempio, sono superiori del 16 per cento, e quelle di Zurigo fino al 26 per cento, rispetto a quelle praticate in Ticino.
Ma soprattutto, l'introduzione di un tale principio minerebbe le misure d'accompagnamento alla libera circolazione delle persone, poiché appellandosi ad esso gli impresari stranieri potrebbero rifiutare la prescrizione di versare salari svizzeri. Secondo l'Unione sindacale svizzera,  l'Ue «esercita già un'enorme pressione sulle misure d'accompagnamento. E si può star certi che l'accentuerà se dovesse passare il principio del luogo di provenienza». Così, «dopo il conflitto con l'Ue sul fisco, se ne rischia uno nuovo sui salari, con disastrose conseguenze sociali, economiche e politiche».
Il progetto del ministro Merz – denuncia ancora l'Uss – sopprime nei contratti pubblici d'appalto l'obbligo di rispettare le condizioni di lavoro in uso localmente e nei diversi settori, sostituendolo con una formula facoltativa. «Senza l'obbligo espresso di rispettare le condizioni di lavoro locali e settoriali in uso, si corre il rischio di trovarsi confrontati ad una vasta situazione di dumping, poiché Confederazione, cantoni e comuni occupano una posizione di forza su certi mercati di lavori in appalto (come quelli delle costruzioni e delle ristrutturazioni)», conclude l'Uss.
La procedura di consultazione durerà fino a metà settembre. La nuova legge dovrebbe essere approvata dal parlamento l'anno prossimo ed entrare in vigore nel 2010.

Pubblicato il

27.06.2008 01:30
Silvano De Pietro