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Anziché glorificare Babbo Natale, ringraziare gli elfi

Dietro la magia del Natale, c’è un esercito di sfruttati: nella leggenda come nella realtà dell’economia digitale, che ci regala comodità a spese di lavoratori oppressi da algoritmi e ritmi disumani

In un certo senso, l’economia digitale di oggi somiglia alla fantasia di Babbo Natale e dei suoi elfi che raccontiamo ai bambini. Per conto di un big boss, un esercito di lavoratori invisibili si dedica alla realizzazione dei nostri desideri. Ricevuta la lista degli ordini, fabbricano o si procurano gli oggetti, preparano i pacchi, li fanno arrivare vicino a noi, poi organizzano la loro consegna in tempo per le feste (anche se la lista è arrivata qualche giorno prima). Alla fine, apriamo degli occhi meravigliati mentre strappiamo la carta che nasconde i regali che abbiamo tanto desiderato (o che qualcuno ha scelto, con indecisione e un pizzico d’ansia, informandosi sulle modalità di resa). La magia di Natale, dicono.

 

A ben pensarci, la grande differenza con il mito è nella realtà operazionale, scusate il termine tecnico. Visto che, ovviamente, per Babbo Natale non è possibile portare i regali in tutte le case da solo, al suo posto lo fanno gli elfi. Questo dettaglio è importante perché, per quanto sappiamo, consegnare i pacchi è l’unico compito di Babbo Natale. Una barzelletta ucraina racconta di lui che si presenta all’ufficio della disoccupazione alla ricerca di un nuovo posto e che alla domanda sul tipo di impiego che stia cercando risponde: “Qualcosa di simile al mio precedente lavoro; una giornata intensa, con 364 giorni di riposo”. Ma, se non è neanche lui a portare i regali, che cosa fa? La crudele realtà è che sfrutta gli elfi, ma prendendosi tutto il merito per sé.

 

Ciò mi fa venire in mente Jeff Bezos, il CEO di Amazon, un Babbo Natale moderno. Nel 2018 si stimava che in 11,5 secondi guadagnava lo stipendio annuale dei suoi dipendenti più poveri. Poi, con la pandemia, che per un breve periodo ci ha fatto apprezzare il contributo che i “lavoratori essenziali” danno alla nostra società, Amazon e altre imprese simili sono diventate molto più ricche. Secondo Forbes, Bezos nel 2023 ha guadagnato 9,6 miliardi di dollari.

 

Il personale del settore logistico (della Babbo Natale SA), oltre a ricevere retribuzioni indegne, è sottoposto a una supervisione soffocante, gestita da algoritmi programmati per spingere ognuno a lavorare più velocemente, tagliando i tempi di riposo e rovinandosi la salute. L’uso di dispositivi sulla persona nei “fulfillment centres” (come vengono poeticamente denominati i depositi logistici) e sui furgoncini per la distribuzione, è ormai la norma. Ciò consente di misurare la performance e di sanzionare ogni rallentamento con la minaccia del licenziamento. Non mancano le storie di autisti che urinano in bottiglie di plastica per non perdere tempo tra una consegna e l’altra.

 

Questa è la realtà: se Natale sembra magico, è perché consegnare tutti i regali in tempo è quasi impossibile. L’economia digitale ce la fa, ma sfruttando molto chi lavora che peraltro, in generale, non resiste per molto tempo.

 

Forse bisognerebbe raccontare un storia diversa ai nostri figli in questo periodo. Anziché glorificare Babbo Natale, perché non ringraziare gli elfi di cui lui approfitta? E bisognerebbe anche riflettere se è giusto attribuire più importanza al nostro comfort che al benessere di chi lo garantisce.

 

Caspita, si dirà quello che ha dimenticato di comprare i regali, mi faccio consegnare domani il gioco che vuole mia figlia. E se quello che me lo porta arriva 3 minuti in ritardo, faccio un reclamo, perché è il cliente che comanda. Un altro mito?

Pubblicato il

23.12.2024 15:33
Nicolas Pons-Vignon
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