«Mille franchi per i noss vecc», mille franchi per i nostri anziani. Questa richiesta rappresenta uno dei primi cavalli di battaglia della Lega dei ticinesi. Il partito del presidente a vita Giuliano Bignasca non ha mai completamente abbandonato la proposta di un assegno integrativo per i pensionati ticinesi. Neppure dopo il «no» del 1993 in cui la maggioranza dei cittadini bocciò l'iniziativa parlamentare leghista che voleva istituire la «tredicesima Avs» a livello cantonale. La gratifica per gli anziani voluto dalla Lega tornerà a breve di stretta attualità sugli scranni del Consiglio comunale luganese dopo che il Municipio l'ha accolta all'unanimità licenziando il messaggio per  un "nuovo regolamento sul contributo straordinario per i beneficiari Avs".
La richiesta di una gratifica a fine anno per gli anziani che devono ricorrere alle prestazioni complementari era stata infatti inserita in piena campagna elettorale per le votazioni comunali della passata primavera nel famoso  "decalogo" di Bignasca. Un decalogo di richieste che poneva le condizioni per una collaborazione a destra nel caso in cui la Lega – come è avvenuto – avesse rafforzato il proprio peso politico.
Le critiche a questo contributo straordinario che consiste in 900 franchi per i singoli e 1'000 franchi per le coppie per un costo totale di 2,4 milioni di franchi all'anno non sono mancate da parte dei partiti locali. Anche se timide in vista delle elezioni comunali. Riserve sulla proposta leghista sono venute sia da esponenti del Partito popolare democratico che di quello liberale, oltre alla compagine socialista. Il Ps luganese è inoltre riuscito a far passare nel concitato periodo elettorale anche un contributo speciale all'alloggio per i più bisognosi, anch'esso sottomesso allo scrutinio dei consiglieri comunali insieme alla proposta di tredicesima.
Ma per quale motivo si dovrebbero negare dei contributi agli anziani che devono ricorrere alle prestazioni complementari proprio perché non riescono a tirare a fine mese fra quello che gli spetta di diritto fra primo pilastro e il risparmio personale?
Una critica di peso alla proposta leghista viene proprio dagli anziani. Il comitato cantonale dell'Associazione ticinese terza età (Atte) ha preso infatti posizione lo scorso 20 ottobre contro la 13esima Avs/Pc (in realtà si tratta piuttosto di un bonus in quanto non corrisponde ad un assegno mensile) diramando una nota stampa. Pietro Martinelli, presidente dell'Atte, si era pronunciato già prima contro l'iniziativa leghista tirandosi addosso le ire di Bignasca. Quali sono le ragioni che hanno spinto l'Atte a pronunciarsi criticamente al contributo speciale che andrebbe proprio a favore dei suoi associati? E se non sono gli anziani beneficiari di prestazioni complementari ad essere in difficoltà come potrebbero essere spesi i 2,4 milioni che – Consiglio comunale permettendo – la città ha deciso di mettere sul tavolo?

Pietro Martinelli l'Associazione ticinese terza età si è pronunciata contro il sussidio straordinario che il Municipio di Lugano vorrebbe concedere ai pensionati beneficiari di prestazioni complementari (Pc). Non è un controsenso?
L'Atte sa che i mezzi a disposizione dell'ente pubblico per contribuire a migliorare le condizioni di vita degli anziani sono limitati. La recente manovra finanziaria presentata dal governo prevedeva ad esempio tagli anche per le case anziani, tagli che potrebbero essere riproposti con il preventivo 2009. Secondo quanto ci ha scritto qualche mese fa lo stesso Consiglio di Stato il programma di sviluppo minimo degli aiuti domiciliari necessario per rispondere almeno all'aumento della popolazione anziana potrebbe essere rimesso in discussione dall'acuirsi dei problemi finanziari. L'Atte sa che le paure più grandi di una persona anziana riguardano la perdita di autonomia, la solitudine e la sofferenza che deriva da malattie croniche. È quindi nell'interesse degli anziani chiedere un uso ragionato di mezzi scarsi se confrontati ai bisogni fissando delle priorità. La priorità principale è quella di favorire le condizioni che permettono all'anziano di vivere e di morire a casa propria. Questo l'ente pubblico può farlo difendendo l'autonomia dell'anziano e alleviando, se del caso, solitudine e dolori fisici tramite il potenziamento dei servizi di aiuto e cura a domicilio. Un settore dove siamo in ritardo e dove il ritardo è particolarmente forte proprio nel luganese. Criticando un uso improprio di soldi pubblici a favore di persone anziane l'Atte difende quindi gli interessi generali dei propri membri e di tutti gli anziani.
In fondo questa specie di "tredicesima Avs" è già realtà in almeno una decina di comuni ticinesi. L'Atte è contraria a tutti questi sussidi straordinari?
Nel gennaio 1993, quando venne scritto il rapporto commissionale che proponeva di respingere una iniziativa analoga a livello cantonale, i Comuni che prevedevano dei supplementi alle prestazioni complementari, seppur con modalità diverse, erano addirittura una novantina. Oggi voi dite che ne sono rimasti una decina. Sono quanto rimane di una forma di solidarietà ereditata dal passato, spesso richiesta dai socialisti, quando una politica moderna e coordinata a favore delle persone anziane era ancora in formazione. Ma oggi le priorità, in particolare la necessità di potenziare gli aiuti e il sostegno sociale a domicilio, sono ben conosciuti ed è qui che vanno concentrati i mezzi da Cantone e Comuni.
È contrario a questa iniziativa solo perché proposta dalla Lega dei Ticinesi?
Nel 1993 una proposta analoga venne bocciata in parlamento da tutti i presenti (55) salvo 9 deputati della Lega su 10 (un leghista si astenne). Chiamati ad esprimersi ben 49'461 cittadini pari al 63 per cento dei votanti  respinsero quella iniziativa. Lo hanno fatto tutti in odio alla Lega o perché hanno capito che si trattava di una proposta sbagliata? In ogni caso il progetto oggi in discussione non è della Lega, ma del Municipio di Lugano unanime, anche se è partito da una iniziativa della Lega.
Lei ha affermato che "i casi effettivi di povertà relativa tra anziani e invalidi vanno ricercati al di fuori dei beneficiari di Pc". Quali sono le categorie sui quali dovrebbero concentrarsi gli aiuti sociali?
Intervenendo in Gran Consiglio sull'iniziativa della Lega nel 1993 il compagno Mario Ferrari invitò a cercare le sacche di povertà nella popolazione anziana tra chi non conosce l'istituto delle Pc e chi le rifiuta perché, a torto, le ritiene una forma di assistenza. A costoro possiamo aggiungere chi non è domiciliato in Svizzera da almeno 10 anni, e chi non percepisce la Pc perché proprietario della propria abitazione. Una situazione quest'ultima che è contemplata dalla proposta del Municipio di Lugano. È su questi casi che dovrebbe eventualmente concentrarsi un aiuto individuale mirato. Da un punto di vista più generale per quanto riguarda il rispetto di principi di equità vale la pena ricordare che in Ticino sono migliaia le famiglie con figli e sono centinaia gli anziani non al beneficio della Pc che hanno un reddito disponibile pro capite inferiore a quello garantito dalle prestazioni complementari.
Quando l'esecutivo di Lugano ha accolto all'unanimità il regolamento per la "tredicesima Avs" il sindaco Giorgio Giudici ha dichiarato che "la crisi si sente e bisogna evitare che le tensioni sociali si acuiscano". Insomma questo sussidio straordinario anticiperebbe gli eventi evitando che una fascia della popolazione cada in povertà. L'Atte si sente sicura?
Oggi, come nel 1993, l'unica fascia di popolazione  che beneficia di un "reddito minimo garantito" è quella delle persone anziane che percepiscono la Pc. Una prestazione ritenuta da tutti dignitosa e che viene continuamente aggiornata ben  al disopra del tasso di inflazione. La crisi purtroppo la sentiranno sopratutto i disoccupati, i precari, le persone attive con un reddito inferiore al reddito garantito dalle Pc,  le famiglie monoparentali, le famiglie con figli e reddito modesto. Una regione in più per evitare interventi dispersivi, di facile effetto. Il Comitato cantonale dell'Atte, che ha votato all'unanimità dei membri con diritto di voto una risoluzione critica contro la proposta del Municipio di Lugano, ha considerato anche questi aspetti di socialità generale e non solo relativa alle persone anziane. Personalmente, come direttore del Dos (ora Dipartimento sanità e socialità, ndr), ho cercato di creare una socialità mirata. La legge sull'armonizzazione delle prestazioni sociali, che dovrebbe aver superato le difficoltà di applicazione e entrare finalmente in funzione – anche se ancora in modo zoppo – nel 2009, è l'esempio più evidente di questo sforzo. Quella legge vuole garantire il versamento dei sussidi fino a un reddito disponibile massimo inferiore del 10 per cento circa a quello delle Pc, ma molte famiglie, malgrado i sussidi,  non riescono neppure a raggiungere quella soglia. Se il sindaco Giudici ha votato il sussidio supplementare ai beneficiari di Pc come risposta alla difficile situazione dell'economia credo che abbia sbagliato bersaglio. Terminerò ricordando la frase con la quale l'on. Gendotti, relatore della gestione sull'iniziativa della Lega nel 1993, concluse il suo intervento in Gran Consiglio : «Una risposta puntuale all'iniziativa della Lega (e oggi alla proposta del Municipio di Lugano, ndr) può essere addirittura ricavata dal suo programma di legislatura ribadito nell'edizione di ieri del Mattino della domenica (era lunedì 15 febbraio 1993): "la socialità va ripensata; il denaro non va distribuito con il metodo dell'innaffiatoio: solo chi ha veramente bisogno deve ricevere le indennità e i sussidi, che vanno quantificati e indirizzati in maniera precisa"». Purtroppo la Lega, che su quel punto predicava bene, poi ha razzolato male.

Lugano, una città di poveri

A Lugano la "tredicesima Avs" voluta dalla Lega e attualmente al vaglio delle commissioni della gestione e delle petizioni porterebbe nelle tasche di 1'804 singoli in età Avs (al beneficio di prestazioni complementari (Pc) oppure con una modesta proprietà immobiliare) 900 franchi all'anno, 1'000 franchi invece per i 421 coniugi nella medesima situazione. Un contributo criticato perché considerato iniquo verso gli anziani che non beneficiano di Pc o di coloro che anche se in situazioni finanziarie peggiori non possono contare sul bonus annuale.
Come mostra bene l'indagine "Dentro la città. Radiografia statistica della Nuova Lugano" di Elio Venturelli (già direttore dell'Ufficio cantonale di statistica) ripresa ampiamente da area durante questa primavera (gli articoli si possono trovare su www.area7.ch) Lugano è una città bifronte, dove ricchezza ma anche povertà sono sovrarappresentate.
Nella capitale economica del Cantone in cui il gettito procapite è il più alto del territorio vi è infatti una fascia di popolazione in condizioni problematiche in percentuale superiore per rapporto al resto del paese. I critici alla proposta di una tredicesima accusano la Lega, ma anche il Municipio di Lugano che ha votato all'unanimità l'iniziativa, di aver voluto adottare una misura affrettata in tempi elettorali tormentati. Non sono infatti (si veda il box in pagina) gli anziani al beneficio di Pc ad essere le categorie più in difficoltà, almeno non in difficoltà finanziaria. Lo spiega anche l'Associazione ticinese della terza età nell'intervista a lato.
Allora per quale motivo la politica luganese ha finora rinunciato – ed è pure difficile immaginare una sconfessione in Consiglio comunale – ad avere un ruolo che potrebbe essere pionieristico nel sociale, al posto di adottare facili gratifiche?
Forse perché a Lugano quasi una persona su tre ha più di 60 anni, una categoria di cittadini che vota notoriamente di più e che rappresenta un ambito bottino.

Prestazioni dignitose

I pensionati (o invalidi) che non raggiungono il minimo vitale con le proprie forze hanno diritto alle prestazioni complementari (Pc). In Ticino le Pc garantiscono a chi vive solo un minimo vitale di 1'511 franchi al mese (2'168 per le coppie). Il Cantone riconosce inoltre le spese di affitto, per i singoli fino a 1'100 franchi e 1'250 al mese per le famiglie. A queste prestazioni va aggiunto il pagamento del premio di cassa malattia (374 franchi mensili per ogni adulto). Le Pc coprono inoltre le altre spese di malattia, i trattamenti dentistici, gli aiuti domiciliari e altri mezzi ausiliari. I beneficiari di Pc sono inoltre esentati dal pagamento del canone radiotelevisivo. Queste prestazioni sono ritenute dignitose da più parti.

Pubblicato il 

07.11.08

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