Per far fronte a una situazione finanziaria definita “delicata” (nonostante l’ottima salute delle finanze pubbliche elvetiche), il Consiglio federale ha annunciato per i prossimi anni un giro di vite e sta preparando una serie di misure di risparmio. Una di queste prevede tagli alle rendite per le vedove, sulla cui pelle il governo conta di risparmiare un centinaio di milioni di franchi all’anno. Ancora una volta, oltretutto in contemporanea con un aumento del budget dell’esercito di 600 milioni e con politiche fiscali sempre più favorevoli ai grandi operatori economici, si chiamano alla cassa le persone più fragili e in difficoltà. Ma l’aspetto più paradossale è il contesto in cui nasce questa ipotesi di riforma delle rendite di vedovanza, che è quello della necessità di superare una disparità di trattamento tra uomini e donne, oggetto lo scorso ottobre di una condanna della Svizzera da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu).
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