|
|
L'editoriale | 19.05.2022 |
|
|
Zurigo sarà probabilmente la prima città svizzera a introdurre una tessera d’identità locale per tutti i residenti che dovrebbe soprattutto facilitare la vita ai migranti sprovvisti di documenti, circa 10.000 persone secondo le stime. È una delle buone notizie che sono uscite dallo scorso fine settimana di votazioni (federali, cantonali e comunali) dal bilancio certamente in chiaroscuro: da un lato l’approvazione della nuova legge sui trapianti che consentirà di salvare vite umane e di quella sul cinema che finalmente introduce qualche obbligo per le multinazionali dell’intrattenimento e che potrebbe fare da apripista all’abolizione di altri privilegi per i giganti dell’internet, ma dall’altro un chiaro sostegno ad uno strumento repressivo dell’immigrazione come Frontex e, in Ticino, l’approvazione di un decreto di austerità voluto dalla destra ultraliberista. Risultati questi ultimi che mettono tra l’altro in luce le difficoltà di mobilitazione della sinistra e delle forze progressiste. |
|
|
|
Articoli |
|
| 24.05.2022 |
|
|
Produttività, assenteismo, controlli e relazioni umane. Si dice – lo dicono i primi studi – che in concomitanza con l’home office siano diminuiti in maniera significativa i casi di malattia. Che cosa succede? Prima si faceva i furbi, fingendo di stare male per poltrire sul divano? E se fosse vero, invece, il contrario? Che da casa le persone tendono a produrre anche se non stanno bene? Sì, perché c’è chi mette in guardia: «Attenzione, è un passo indietro, svolgere l’attività professionale a domicilio per conto di terzi rischia di trasformarsi in lavoro a cottimo dove ciò che conta è solo quanto si produce». |
|
|
Giovani | 19.05.2022 |
|
|
Un terzo della popolazione studentesca in Ticino soffre di sintomi depressivi, il 37 per cento ha già avuto pensieri suicidari e/o autolesionistici. Questi alcuni dei risultati emersi da un’indagine svolta dal Sindacato indipendente degli studenti e apprendisti. Ci dobbiamo preoccupare? Ne abbiamo discusso con uno psicologo e psicoterapeuta. |
|
|
Recensioni | 19.05.2022 |
|
|
Nel 1990 pochi davano credito alla Lega e al suo eccentrico leader Umberto Bossi. La Fiom-Cgil lombarda promosse però un’inchiesta tra i lavoratori per verificare quale fosse l’impatto delle rivendicazioni leghiste sulla classe operaia. Il sondaggio, condotto insieme all’Istituto superiore di sociologia, evidenziava come il 24,8% dei metalmeccanici interpellati ritenesse giusta l’idea leghista di creare un sindacato a difesa dei soli lavoratori lombardi. Il 25,6% si dichiarava parzialmente d’accordo. Questi due dati andavano di pari passo con il consenso elettorale della Lega tra i lavoratori: il 30,7% dei partecipanti al sondaggio si diceva pronto a votare Lega. Tra le donne la popolarità del movimento leghista risultava addirittura maggiore. Come sappiamo l’idea di un sindacato lombardo o padano non riuscirà mai ad attecchire, mentre il successo elettorale della Lega lombarda, trasformatasi in Lega Nord nel 1989 attraverso l’unione con la Liga veneta e altre formazioni regionali minori, sarebbe stato dirompente negli anni successivi. |
|
|
|
Rubriche |
|
La mano invisibile | 19.05.2022 |
|
|
|
|
|
A briglie sciolte | 19.05.2022 |
|
|
|
|
|
Diario di classe | 19.05.2022 |
|
|
|
|
|
Immigrazione & dintorni | 19.05.2022 |
|
|
|
|
|
|
|