L’anno scorso in Svizzera sono morte 72 persone, spesso giovani, in attesa di un trapianto d’organo che avrebbe consentito loro di continuare a vivere. E solo 587 pazienti su 1.434 in lista sono stati trapiantati. Sono dati che ben raccontano come nel nostro paese il numero di donatori sia insufficiente e che giustificano il cambiamento di sistema che sarà sottoposto al popolo svizzero il prossimo 15 maggio: una modifica della Legge sui trapianti che introduce il principio del cosiddetto consenso presunto (ma con la garanzia del coinvolgimento dei familiari), secondo cui chi non intende donare i suoi organi alla propria morte lo deve dichiarare esplicitamente quando è ancora in vita. In pratica si rovescia il modello attualmente in vigore che permette la donazione solo se la persona vi aveva acconsentito in vita con un atto esplicito (tessera di donatore, testamento biologico eccetera) o se lo decidono i congiunti sulla base della sua volontà presunta. |