Anno XXV - N°19-20 - 16 dicembre 2022

L'editoriale
15.12.2022

di 

Claudio Carrer

Arrivano le Feste, ma c’è davvero poco da stare allegri. Il 2023 inizierà nel segno della guerra in Europa, quella tra Russia e Ucraina in corso dal 24 febbraio scorso con le sue migliaia di morti sotto le bombe o per il freddo e quella che cova tra Kosovo e Serbia, tra i quali la tensione è tornata altissima proprio negli ultimi giorni, con dichiarazioni di fuoco, accuse reciproche e trasferimenti di reparti armati (altro che le scaramucce tra giocatori sui campi di calcio del mondiale in Qatar). Ma anche facendo astrazione da questo drammatico contesto internazionale e volgendo lo sguardo alla situazione economica e sociale del nostro piccolo paese, pur sempre tra i più ricchi del pianeta, la considerazione d’entrata resta valida. Almeno se pensiamo alle difficoltà oggettive cui sono confrontati molti salariati, molti pensionati, molte donne, molte famiglie e molte persone fragili, a cui la politica non sa (e non vuole) prestare orecchio e tantomeno dare risposte e offrire soluzioni.

Articoli

Vendita
15.12.2022

di 

Francesco Bonsaver

Il contratto di Olga* indicava 17 ore la settimana per una paga mensile di 1.100 franchi netti. Lei non lo sapeva, ma di vero c’era solo la paga. Nel periodo che ha resistito, ha puntualmente lavorato il doppio, se non il triplo delle ore settimanalmente previste. La titolare qualche dubbio avrebbe potuto averlo. Era una questione matematica. Se hai tre dipendenti per tre negozi in cui si vende abbigliamento per bambini nei centri commerciali di Sant’Antonino, Grancia e Serfontana, aperti sei giorni la settimana, è matematicamente impossibile riuscire a coprire le presenze senza infrangere la legge. Una dipendente ha lavorato 265 ore in un mese, un'altra 230 ore di media per sette mesi consecutivi.

Lavoro
15.12.2022

di 

Mattia Lento

Martedì 13 dicembre, è mattina, il nostro treno è arrivato a Boncourt, ultima stazione prima del confine francese. Il termometro è ben al di sotto dello zero e il freddo entra nelle ossa. La decisione della British American Tobacco (Bat) è stata rimandata a mercoledì, ma decidiamo comunque di recarci sul posto per cercare di capire che aria tira nel piccolo villaggio del Giura. La parte di paese a ridosso della stazione, fatta di eleganti villette monofamiliari e qualche stazione di servizio, è semideserta. Ci incamminiamo allora subito verso la zona industriale e incontriamo il postino di paese. A lui chiediamo cosa ne pensa dell’affaire Bat. Non è molto loquace, ma ci fa capire che la situazione è piuttosto grave: Boncourt dipende in gran parte dalle entrate fiscali della fabbrica di sigarette fondata nel 1820 dalla famiglia Burrus.

Rubriche

La mano invisibile
15.12.2022

di 

Silvano Toppi
A briglie sciolte
15.12.2022

di 

Franco Cavalli
Eurovisioni
15.12.2022

di 

Roland Erne
Affari nostri
15.12.2022

di 

Serena Tinari
Spazio Amnesty
15.12.2022

di 

Nadia Boehlen
Dolce casa
15.12.2022

di 

Adriano Venuti

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