|
|
L'editoriale | 29.04.2021 |
|
|
Quello che celebriamo quest’anno non è un Primo Maggio tutto virtuale con strade e piazze deserte come è stato quello del 2020, ma non sarà nemmeno una “normale” Festa dei lavoratori, perché in questi luoghi, da 131 anni simbolo della lotta internazionale del movimento operaio, si potranno tenere soltanto delle piccole azioni con pochi partecipanti, supportate da iniziative nella realtà digitale. La situazione pandemica e le necessarie misure sanitarie non consentono di fare di più. Ancora una volta, le salariate e i salariati, in Svizzera come altrove, non possono incontrarsi per lottare uniti, per diffondere le loro ragioni, per vivere appieno lo spirito di questa giornata. Bisogna allora sfruttare ogni occasione alternativa che è stata pensata per sopperire alle circostanze, perché del Primo Maggio c’è quest’anno più bisogno che mai.
|
|
|
|
Articoli |
|
Quarto potere | 03.05.2021 |
|
|
La Svizzera un paese modello per la libertà di stampa? Non proprio secondo Gilles Labarthe, giornalista e ricercatore romando che ha da poco pubblicato un libro sull’inchiesta giornalistica nella Confederazione (Mener l’enquête, Antipodes). Una ricerca, frutto di un lavoro di dottorato all’Università di Neuchâtel, che tocca alcuni aspetti preoccupanti come le difficoltà d’accesso alle informazioni ufficiali, le intimidazioni giudiziarie e il rapporto di forza sempre più sfavorevole di fronte alla pletora di comunicanti professionisti impiegati dal settore pubblico e privato. Ciononostante, chi fa inchiesta sta sviluppando tutta una serie di metodi per liberarsi dal guinzaglio. In occasione dell’odierna giornata mondiale della libertà di stampa abbiamo cercato di approfondire alcuni di questi aspetti con l’autore della ricerca, lui stesso confrontato con queste problematiche nell’ambito della sua attività giornalistica. |
|
|
Giustizia & Società | 29.04.2021 |
|
|
Disoccupazione e sottoccupazione crescono, gli impieghi precari proliferano, il rispetto delle norme legali in materia di salari e condizioni di lavoro viene meno e a pagarne il prezzo più elevato sono le persone fragili, in termini sia economici sia di salute. Sono gli effetti deleteri di 14 mesi di pandemia e soprattutto del mancato ascolto del celebre appello che udiamo sin dal marzo 2020 “Nessuno va lasciato indietro”. La situazione è «preoccupante anche per i mesi a venire», denuncia l’Unione sindacale svizzera (Uss), formulando tutta una serie di rivendicazioni tese a ricomporre la frattura sociale: a partire da quella di un salario minimo legale di 22 franchi l’ora. |
|
|
Società | 05.05.2021 |
|
|
Il naturale è queer. È questo ciò che sembrano volerci dire i curatori della nuova mostra allestita presso il Museo di Storia naturale di Berna. Queer è l’aggettivo, un tempo usato con disprezzo in ambito anglosassone per designare “i froci”, utilizzato oggi per definire positivamente chi non si riconosce nel modello eterosessuale o binario. Letteralmente “queer” è in inglese qualcosa di “bizzarro”, di “particolare” di “strambo”, ciò che eccede la norma. Oggi sappiamo benissimo, a dircelo sono la scienza, l’antropologia, la ricerca storica, la psicologia, la medicina che la norma, ovvero la rigida suddivisione tra genere maschile e genere femminile, è un costrutto culturale che non corrisponde affatto alla realtà. Come afferma Simon Jäggi, curatore della mostra insieme a Christian Kropf, «maschile e femminile esistono come categorie, ma sono due poli di un ampio spettro all’interno del quale si collocano le numerose varianti sessuali e di genere presenti nell’essere umano». |
|
|
|
Rubriche |
|
La mano invisibile | 29.04.2021 |
|
|
|
|
|
A briglie sciolte | 29.04.2021 |
|
|
|
|
|
Scritti per area | 29.04.2021 |
|
|
Avvocato Costantino Castelli |
|
|
|
|
|
|
|