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L'editoriale | 21.10.2021 |
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Come in altri paesi europei, anche in Svizzera il Certificato Covid, obbligatorio dal 13 settembre scorso negli spazi interni di bar, ristoranti e strutture sportive, culturali e del tempo libero, è da settimane al centro di proteste di piazza in varie città. Al grido di “libertà, libertà”, presunti “amici della Costituzione” che rivendicano il diritto di infettarsi e di infettare e politici che cavalcano il malcontento e le paure della gente ne chiedono l’abolizione. A differenza di tutto il resto d’Europa e del mondo, le svizzere e gli svizzeri hanno però il privilegio di potersi esprimere sulle sorti di questo strumento che attesta l’avvenuta vaccinazione contro il Covid, la guarigione o la negatività al tampone e che ci consente, anche in una situazione pandemica e sanitaria tutt’altro che tranquilla, di viaggiare e di vivere normalmente la nostra quotidianità. L’occasione è data il prossimo 28 novembre, quando il popolo si esprimerà (per la seconda volta nel giro di 6 mesi) sulla cosiddetta Legge Covid-19, la base legale dei provvedimenti del Consiglio federale per far fronte alla pandemia e limitare i danni economici. |
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Articoli |
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Donne | 03.11.2021 |
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Il 2021 non è ancora terminato e abbiamo già quasi raddoppiato il numero di femminicidi dello scorso anno in Svizzera: 25 contro 16 quelli compiuti, nove i tentativi (lo scorso anno i tentativi sono stati 5), di cui l’ultimo proprio in Ticino poche settimane fa. Lo stesso giorno una donna è stata uccisa dal marito nel Canton Ginevra. Il 18 ottobre una ragazzina di 12 anni è stata ammazzata dal padre nel Canton San Gallo, due giorni prima una donna è stata freddata in auto da un conoscente nel Canton Glarona e il 13 dello stesso mese una donna era morta per mano del marito a Zurigo. A questa triste lista si aggiungono due tentativi di femminicidio, uno è quello avvenuto in Ticino e l’altro nel Canton Soletta il 2 ottobre. Non si tratta semplicemente di omicidi, ma di femminicidi e l’uso di questo termine è importante. Ne abbiamo discusso con Graziella Priulla, professoressa di sociologia della comunicazione all’università di Catania. |
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Lavoro e salute | 21.10.2021 |
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In Svizzera ogni tre settimane una persona muore su un cantiere e altre migliaia si feriscono nel corso di un anno. Gli incidenti gravi sono in aumento e in Ticino l’ultimo, nel quale un operaio quarantenne ha perso la vita schiacciato sotto al mezzo da cantiere che stava guidando, è avvenuto appena pochi giorni fa, l’11 di ottobre. Una situazione che da diverso tempo preoccupa anche Unia, che nel 2019 aveva condotto un’indagine tra i suoi iscritti del ramo edile: più stress e meno sicurezza è quanto denunciavano i 12.000 lavoratori che hanno risposto al sondaggio. |
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Lugano | 21.10.2021 |
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La decisione di abbattere uno stabile del Centro sociale autogestito Il Molino all’ex Macello fu presa in emergenza durante le operazioni di sgombero o era stata già preventivata? Ad oggi, sappiamo per certo che fu ipotizzata ben settantatré giorni prima della notte in cui fu demolito. Lo attestano le mail tra i vertici della polizia cittadina e la Cantonale, di cui aveva già riferito Il Quotidiano Rsi in piena estate e di cui ora area pubblica i contenuti. Infine, altre mail tra Città e Molino, dimostrano gli accordi presi tre anni fa per ristrutturare il tetto pericolante. Ancora pericolante oggi, perché quello abbattuto era un altro. |
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Rubriche |
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La mano invisibile | 21.10.2021 |
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A briglie sciolte | 21.10.2021 |
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Diario di classe | 21.10.2021 |
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Dietro lo specchio | 21.10.2021 |
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Immigrazione & dintorni | 21.10.2021 |
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