Con un ritardo di un paio di mesi rispetto ai nostro vicini e alla maggior parte dei paesi europei e dopo aver incomprensibilmente tergiversato per settimane, il Consiglio federale ha finalmente deciso l’estensione dell’obbligo del certificato Covid, una misura che in questa fase della pandemia può contribuire a rallentare la diffusione del virus, a ridurre le ospedalizzazioni e la pressione sui reparti di cure intensive, che in diversi cantoni sono (nuovamente) prossimi al collasso. E magari anche a salvare qualche vita umana, un “dettaglio” che troppo spesso passa in secondo piano: come se i malati, i guariti che hanno subito danni permanenti e i morti fossero solo numeri. Da lunedì 13 settembre solo le persone vaccinate, guarite dal Covid negli ultimi sei mesi o negative a un test effettuato nelle ultime 48 ore potranno accedere a bar, ristoranti, palestre, piscine coperte, musei, zoo, casinò, sale da biliardo e a manifestazioni al chiuso con più di 50 persone. Il certificato Covid sarà insomma obbligatorio in quasi tutti gli ambiti della vita pubblica. E le inosservanze potrebbero costare caro: multe di 100 franchi per l’avventore di un ristorante non munito di pass e fino a 10.000 per l’oste. Giusto così. Alternative non ce ne sono. E si è già aspettato fin troppo. |