Anno XXII - N°9 - 24 maggio 2019

L'editoriale
21.05.2019

di 

Claudio Carrer

Il 65 per cento di cittadini votanti che domenica scorsa ha approvato la riforma fiscale Rffa ha fatto un regalo miliardario ai padroni delle grandi aziende, a un 1 per cento di super ricchi. Tenuto conto che la maggioranza della popolazione rischia oltretutto di pagarne un prezzo elevato in seguito ai tagli al servizio pubblico cui Cantoni e Comuni ricorreranno per compensare i mancati introiti fiscali, può nascere il sospetto di tendenze autolesioniste dell’elettorato elvetico. In realtà, a far pendere la bilancia in favore del “sì” è stato sicuramente il previsto finanziamento supplementare in favore dell’Avs di 2 miliardi all’anno, che il Parlamento ha abilmente inserito nella medesima legge come contropartita ai privilegi concessi a pochi.

Articoli

Il documento
21.05.2019

di 

Francesco Bonsaver

La fuga dal Ticino della Luxury Goods International, rientrata in Italia dopo la miliardaria multa fiscale e la conseguente fine dell'elusione fiscale con la fatturazione in terra elvetica di quanto prodotto in Italia, hanno fatto passare in secondo piano le affermazioni d'inizio settimana dell'azienda quando dichiarava che dai controlli della Commissione paritetica fosse risultato «tutto in regola». In altre parole, le testimonianze di denuncia sulle pessime condizioni di lavoro nei magazzini logistici dell'ex Gucci andate in onda a Modem (Rsi), non erano vere. Il "tutto in regola" dell'azienda era già stato detto 5 anni fa, ma il rapporto della Commissione diceva tutt'altra cosa. Ve lo riassumiamo.

Genocidio argentino
21.05.2019

di 

Nicolò Brignoni

È il 2008 quando Carlos Tejada scopre di non essere Carlos Tejada. In realtà, si chiama Jorge Guillermo Goya Martínez Aranda e non ha 29 anni, ma ha già compiuto i trenta. E quelli che credeva i suoi genitori? Degli apropiadores, dei ladri di bambini, che verranno condannati per crimini contro l’umanità. Sua madre e suo padre, invece, risultano ancora desaparecidos, vale a dire scomparsi

Il ricordo
21.05.2019

di 

Veronica Galster

Il 14 giugno 1991, dieci anni dopo che la parità dei diritti tra donne e uomini era stata sancita nella Costituzione federale, mezzo milione di donne scesero in strada nell’intera Svizzera. Tutto ebbe inizio con il movimento di protesta delle lavoratrici dell’orologeria della Vallée de Joux, guidate dalla sindacalista Christiane Brunner, contro la disparità salariale nel loro settore, e si allargò a tutte le donne che, al motto «Se le donne vogliono, tutto si ferma», protestarono contro le incessanti disuguaglianze in tutti gli ambiti della società. I documenti e racconti di quella giornata.

Lo studio
21.05.2019

di 

Veronica Galster

Insulti sessisti, minacce di morte e di stupro, controllo costante sugli spostamenti, sono solo alcuni degli aspetti a cui moltissime donne che decidono di lanciarsi in politica devono far fronte. Uno studio riguardante le parlamentari in Europa evidenzia che l’85 per cento di loro è stata vittima di sessismo, abusi o violenze.

Intervista
21.05.2019

di 

Claudio Carrer

Dal 1° gennaio 2020, a conclusione del suo mandato in Ticino, Enrico Borelli assumerà la carica di co-segretario regionale di Unia Zurigo e Sciaffusa andando ad affiancare Lorenz Keller. L’elezione è avvenuta sabato scorso da parte dei delegati sindacali riuniti in assemblea a Winterthur. Borelli prenderà il posto di René Lappert, prossimo alla pensione. area lo ha intervistato.

Italia
21.05.2019

di 

Loris Campetti

Trenta, forse 40mila sovranisti in trasferta a Milano per incoronare Matteo Salvini re del sovranismo europeo. Troppo pochi per lui che ne voleva centomila, troppi per la claudicante democrazia italiana dominata da due populismi.

Rubriche

21.05.2019

di 

Giuseppe Dunghi

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