Anna, Ronie & Co.: valore e valore aggiunto

Nell'epoca in cui dalle nostre parti non esiste altra religione o filosofia al di fuori del "business", lo sport riempie un vuoto e assume un'importanza  che va molto al di là della sua sostanza.
Una serie di grandi prestazioni stabilisce il grado di eccellenza dell'atleta o del gruppo; ma a questo valore in grave assenza d'altri, se ne aggiungono ora molti di natura estranea allo sport (al mestiere).
Il mestiere, per esempio, di imprimere una traiettoria da ingegnere balistico a una sfera, grande o piccola che sia (usando piedi, mani o una racchetta) produce il fenomeno della moltiplicazione dei significati: la  tennista Anna Kournikova non ha più bisogno di "volées" e "smashes" per aumentare il suo capitale: i calciatori Ronaldo e Beckham non devono più necessariamente mandare la palla in rete.
Il loro valore aggiunto è superiore al valore "tecnico-sportivo", di "mestiere": sino al punto da arrivare al paradosso: nessuno si chiede più se il loro prodotto è di qualità o se è scaduto; basta la firma, anzi la proiezione, ossia l'idea mitologica che ci siamo fatti di loro. Vestire come Anna, Ronie o David, usare lo stesso profumo o  lo stesso rasoio, calzare le stesse scarpe diventa importante al di là del livello espresso nel loro campo primordiale, lo sport: come se un produttore di patate o di "gelée" di mele cotogne (magari anche solo dilettante…) potesse permettersi di offrire merce ammuffita riuscendo ugualmente a vendere!
Ma mentre la cotogna non ha valore erotico (ma potrebbe, averne uno afrodisiaco…) Anna Kournikova di valore simile ne ha in abbondanza – per i maschi soprattuto –. E David Beckham ne ha per le donne, e, pare, anche per gli omosessuali, ciò che aumenta il suo valore di mercato.
Nel frattempo in Sudamerica e in Asia la paga non tocca sempre il dollaro al giorno (a giorno, non a ora); e i bambini vogliono la maglia 9 o 10 dei campioni che per i genitori vale un intero mese di lavoro.
Nel capitalismo qualcuno stabilisce per tutti il valore d'uso della merce, dal pane all'acqua: e fra poco qualche imprenditore brevetterà in esclusiva l'aria che respiriamo e grazie alla globalizzazione la venderà in ogni angolo del mondo al prezzo da lui stabilito: dall'inferno avrà la benedizione del premio Nobel Milton Friedmann (recentemente precipitato). E a scuola i maestri dovranno insegnare che è un benefattore: sotto pena di non ricevere più la dose quotidiana d'aria contenuta in un sacchetto di plastica colorata.

Pubblicato il

24.11.2006 14:00
Libano Zanolari