Altro che privilegio

La cronaca giudiziaria di questi giorni ci conferma ancora una volta quanto sia debole in Svizzera la protezione dei rappresentanti sindacali sui posti di lavoro. E quindi quanto spesso la difesa collettiva degli interessi dei lavoratori si scontri con uno strumentario del tutto insufficiente alla sua messa in opera. Martedì il Tribunale federale ha infatti nuovamente confermato la sua decennale giurisprudenza secondo cui nel quadro di un licenziamento collettivo per ragioni economiche è lecito anche licenziare un rappresentante sindacale. Il caso era quello di Daniel Suter, ex presidente della commissione del personale del Tages Anzeiger, licenziato tre anni fa assieme a 49 colleghi nel quadro di una ristrutturazione aziendale del giornale.
Il Tribunale federale ha confermato la sua giurisprudenza interpretando in maniera restrittiva la legge, come, dice, avevano fatto anche governo e parlamento quando ebbero legiferato in materia. Nel Codice delle obbligazioni (Co) in effetti una norma che protegge i rappresentanti del personale dal licenziamento c'è. Ma a mente del Tribunale federale essa mirerebbe a tutelare i rappresentanti sindacali soltanto «da licenziamenti che stanno in un rapporto stretto con la loro attività in seno alla commissione del personale». Il Co dunque vorrebbe soltanto «proteggere i rappresentanti del personale, non privilegiarli nei confronti di altri lavoratori nel caso di licenziamenti collettivi».
La sentenza sarà ineccepibile sotto il profilo giuridico, ma è del tutto estranea alla realtà. È un mistero infatti come possa il membro di una commissione del personale opporsi con tutte le forze ad una ristrutturazione aziendale che prevede numerosi licenziamenti e guardare diritto negli occhi il suo datore di lavoro durante le trattative se corre il rischio di essere fra coloro che perderanno il posto. E una volta licenziato, come potrà trattare seriamente e serenamente un piano sociale?
Il Consiglio federale ha messo in consultazione una revisione del Co che dovrebbe migliorare la protezione dei rappresentanti sindacali in particolare in caso di licenziamenti per ragioni economiche. Ma già in consultazione le resistenze sono molto forti, e questo che dovrebbe essere uno dei capisaldi della tutela dei rappresentanti sindacali sul posto di lavoro rischia di non sopravvivere al vaglio del parlamento. Così, per paradosso, i rappresentanti sindacali rischiano anche in futuro non solo di non essere più tutelati, come richiederebbe la loro funzione, ma anzi di essere ancora e sempre i più esposti al licenziamento. Altro che privilegio.

Pubblicato il

30.03.2012 00:30
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