Ecco, è successo. Il popolo sovrano ha bocciato la variante 95 sul piano di Magadino. Il popolo sovrano ha ragione. Le strade nuove sono sempre le ben venute, ci mancherebbe, ma il tracciato proposto dalla variante 95 non aveva senso. Sono ben altre le soluzioni che ora possiamo valutare senza necessariamente pensare a tour panoramici. Guardiamo con distacco il piano di Magadino. Lo attraversano due strade, la ferrovia e un fiume. Il ragionamento è semplice: le strade che ci sono non bastano più, è scomodo percorrere i binari con l'automobile ed è difficilissimo schivare i treni. Rimane il fiume. Possibile che non ci abbia ancora pensato nessuno? Ci serve davvero avere il Ticino? È forse navigabile? Ci si può fare il bagno? Ci si pescano tonni o salmoni? No. Diciamolo, quello squallido rigagnolo non serve proprio a nessuno. Punto primo, bisogna prosciugarlo del tutto. E fortuna che già ci vengono incontro i cambiamenti climatici perché anche la siccità ha i suoi risvolti incoraggianti. Siccità che fa pure da deterrente agli agricoltori del piano che prima o poi devono capire che le zone di pianura servono per i centri commerciali che rendono decisamente più dei pomodorini bio. Una volta che ci saremo infilati nel letto del Ticino, non ci resta che coprirlo con una lucente colata di asfalto. Naturalmente sarebbe opportuno anche allargarlo un tantino perché se non costruiamo sei corsie difficilmente riusciremo a farvi transitare i tir. L'ultimo tocco – e non dite che non penso all'ambiente! – consisterebbe nel mettere un coperchio che faccia da riparo fonico sul nostro bel canalone autostradale. Infine si costruisce un bel camino alto, alto per spurgare i gas di scarico. Già me lo vedo il nuovo piano di Magadino sovrastato dagli allegri sbuffi di fumo di questo comignolo che si fondono con quelli delle ciminiere dell'inceneritore di rifiuti disegnando cieli sempre diversi. Magari si potrebbero mischiare degli additivi colorati a questi fumi in modo da creare una sorta di aurora boreale artificiale. Un'irresistibile attrazione turistica. Sento già i soliti disfattisti obiettare: sì, ma poi dove sfocia il canalone autostradale? Nel delta del fu Ticino, evidentemente. Di certo non mi farei troppi scrupoli per quattro uccelli di passaggio. Prima di tutto c'è da chiedersi cosa portano all'economia locale questi campeggiatori abusivi. Secondo, i migranti non mi piacciono neanche con le piume. Ma torniamo alla strada che è quel che davvero importa. Arrivati sulla riva estrema del lago Maggiore bisogna affrontare il futuro. L'autostrada deve continuare sul lago fino in Italia, con un'area di sevizio sulle isole di Brissago (e spazziamo via 'ste nazioni unite della vegetazione). E lì costruiremo anche il primo Mcboat, cosicché la magnifica multinazionale del panino floscio possa assicurare i suoi prodotti al volo ad auto e a natanti. Infine, a scanso di equivoci, su questo collegamento stradale ci metterei un ponte levatoio manovrato unilateralmente dagli svizzeri perché dall'altra parte c'è pur sempre l'Europa. Ecco. |