Allah o akbar: Dio è grande. Non solo per i musulmani: anche per gli ebrei e i cristiani. L’unico problema consiste nel sapere chi interpreta in modo fedele le Sacre Scritture: per stabilirlo senza ombra di dubbio le tre grandi religioni monoteiste si sono dichiarate guerra, massacrandosi a vicenda. Risolti i problemi “esterni” nei brevi momenti di tregua hanno rivolto la spada al loro interno, uccidendo i fratelli apostati cattolici e protestanti, sciiti e sunniti, ecc. In occasione delle più efferate stragi erano convinti di aver avuto Dio con la loro in caso di vittoria; al punto di voler istituire giorni di ringraziamento e processioni come l’arciprete di Locarno in occasione del “Sacro Macello” di Valtellina “in ricordo del gaudioso giorno” in cui a Teglio (il paese dei pizzoccheri) i protestanti furono trucidati in chiesa e bruciati sul campanile. Le religioni però non litigano solo sulle grandi questioni: lo fanno pure sulle minime. Per esempio quando devono stabilire come va coperto il corpo umano e come va trattata la pelle: Dice la Bibbia (Levitico 19:28): “non vi farete incisioni nella carne, né vi stamperete segni addosso”. Di questi tempi sono di grande moda i tatuaggi con lettere, parole e simboli ebraici: hebrewtatoo.net, per 9 dollari invia consigli. Ha cominciato la show-girl Madonna facendosi tatuare uno dei 72 nomi usati nella mistica cabalistica per definire Dio: Beckam, il calciatore o se volete piuttosto il marito della “Spicy Girl” “Posch”, porta tatuato sulla spalla il famoso verso del Cantico dei Cantici, un poema erotico, “io sono per il mio diletto e il mio diletto è per me”. I rabbini ultraortodossi alla fine di molte dispute hanno accettato di seppellire i tatuati ma considerano il tatuaggio un’offesa a Dio. La squadra iraniana di calcio che andrà ai mondiali dovrà essere conforme al Corano nell’aspetto esteriore: proibiti i brillantini e il “piercing”. Proibito anche il pizzo fascista anni ’30: a partire da questo campionato, iniziato 2 settimane fa. Giocatori iraniani professionisti in Italia e Germania avevano cominciato a portare il cattivo esempio. Ma questo è poco se si pensa che l’algerina Hassiba Boulmerka, olimpionica nei 1500 metri a Barcellona ’92, è stata condannata a morte dal Gruppo Islamico Armato (Gia) per essersi mostrata in calzoncini corti. Hassiba vive all’estero. L’indiana Sania Mirza, una tennista indiana che si professa musulmana praticante, è stata minacciata da Jamaat-e-Ulema-e-Hind: «le impediremo di giocare se non si vestirà in modo conforme all’Islam». Mentre il primo tentativo di maratona popolare di Gujranwala nel Pakistan è stato interrotto dalla folla inferocita per dover vedere uomini e donne correre assieme. Non è facile (si pensi anche al “burka”) sapere come ci vuole Dio. I primi greci per onorare i Numi, pensavano che la cosa migliore fosse correre nudi allo stadio: ma le donne no erano ammesse...

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23.09.05

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