Il 16,17,18 agosto prossimi si svolgerà al Mt. Verità di Ascona un seminario sulla dipendenza , denominato "Sommerakademie Sucht", organizzato congiuntamente dalle Commissioni federali contro l'alcoolismo, il tabagismo e le droghe (illegali), dalla Commissione di esperti per la formazione permanente nel settore delle dipendenze e dal Canton Ticino. Al seminario sono invitati rappresentanti delle quattro Commissioni, del Cantone e delle organizzazioni attive nella lotta contro ogni tipo di dipendenza.
Scopo del seminario è quello di favorire il confronto tra tutti coloro che si occupano di sostanze "psicoattive" (che agiscono sui processi psichici o, più semplicisticamente,del cervello) compreso i medicamenti specifici, partendo dalle due gravi conseguenze che possono accomunare l'uso di tutte queste sostanze, vale a dire la dipendenza e il danno alla salute. Quindi superando la distinzione tra droghe legali e illegali e tra sostanza e sostanza.
L'occasione di questo seminario è stata fornita dalla pubblicazione di un approfondito rapporto della Commissione federale sulla droga apparso di recente dal titolo "psychoaktiv.ch, da una politica delle droghe illegali a una politica delle sostanze psicoattive". Questo rapporto parte da due constatazioni di fondo. Innanzitutto che il modello di consumo di sostanze psicoattive si è modificato profondamente negli ultimi anni specie tra i giovani e i giovanissimi con la diffusione del consumo contemporaneo di diverse sostanze indifferentemente legali o illegali. In secondo luogo che sono cadute le differenze sociali e di sesso e che spesso per far fronte alle difficoltà di una vita sempre più stressante, anche persone adulte perfettamente integrate nella vita professionale e sociale sono portate a consumare e dipendere da sostanze psicoattive non solo nella forma di medicamenti. Ne consegue, secondo la Commissione, che chi opera contro la dipendenza si trova confrontato con situazioni nuove che richiedono risposte nuove e che la frammentazione tra sostanze legali e illegali provoca risposte differenti dove la coerenza vorrebbe che si agisse in modo unitario.
Nel suo rapporto la Commissione federale sulla droga ripropone la soluzione dei 4 pilastri (prevenzione, riduzione del danno, terapia e repressione del traffico di stupefacenti), ma includendo accanto alle droghe illegali quelle legali (alcool, tabacco e medicamenti psicoattivi) e differenziando il consumo, a secondo della sostanza e della quantità, in consumo a basso rischio, consumo problematico e situazione di dipendenza. Per ogni sostanza si vengono così a creare delle caselle dove, accanto all'utilizzazione dei 4 pilastri vi è l'indicazione del tipo di consumo. Immaginando di riportare le sostanze, i 4 pilastri e il tipo di consumo su tre piani tra loro perpendicolari si può costruire un "cubo" che costituisce la rappresentazione grafica del nuovo modello coerente di lotta contro ogni forma di dipendenza. Evidentemente dalla teoria alla pratica il percorso è lungo e difficile. Innanzitutto perché il nuovo modello dovrà tenere conto di una realtà fatta di droghe legali e droghe illegali, di un mercato nero (droghe illegali) e di un mercato non controllato (alcool e tabacco) al quale è persino permesso di fare pubblicità in luoghi pubblici (strade, locali pubblici, ecc.) e di sponsorizzare manifestazioni pubbliche di grande richiamo. In secondo luogo perché la cultura diffusa è profondamente legata alla distinzione tra droghe legali e droghe illegali, e i professionisti che operano contro la dipendenza nei due campi oggi hanno obiettivi, strategie e anche avversari molto diversi. Sarà comunque interessante seguire questa prima occasione di confronto tra persone appartenenti a culture diverse che si pone come obiettivo a lungo termine una politica coerente e unitaria. La Svizzera è all'avanguardia nella lotta contro la dipendenza: lo è da quando, nel 1991 Flavio Cotti aveva convocato la prima conferenza intercantonale sui problemi della droga. Da allora sono stati fatti importanti passi nella direzione giusta riconosciuti anche nell'ultimo numero della prestigiosa rivista medica inglese "The Lancet". Oggi si cerca di andare oltre, alla ricerca di quegli aspetti di coerenza che ancora mancano e che rappresentano una componente fondamentale per la credibilità del lavoro di prevenzione soprattutto nei confronti dei giovani.

Pubblicato il 

23.06.06

Edizione cartacea

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