Mentre chiudevamo questa edizione di area il pastore Norbert Valley era in attesa della decisione del tribunale di polizia di Neuchâtel sul mantenimento della multa di 1.000 franchi alla quale è stato condannato per aver soccorso un Togolese respinto dall’asilo, offrendogli la possibilità di dormire nella sua chiesa. Il Parlamento federale, da parte sua, ha preso la propria decisione sulla questione della solidarietà verso le persone che non hanno statuto legale: la settimana scorsa la maggioranza del Consiglio nazionale ha votato contro la decriminalizzazione dell’aiuto al soggiorno o all’entrata in Svizzera. I nostri parlamentari sono rimasti sordi agli appelli delle organizzazioni e delle chiese che chiedevano loro di modificare questa legge ingiusta. Martedì scorso Amnesty International ha pubblicato un rapporto su otto paesi europei, tra cui la Svizzera, che mostra come nel nostro continente le persone solidali nei confronti dei rifugiati e dei migranti siano sempre più molestate e perseguite in giustizia. Le autorità tentano di limitare e dissuadere gli arrivi in Europa e considerano una minaccia il semplice fatto di offrire un riparo o del cibo a dei migranti. Il francese Pierre Mumber, guida di montagna, è stato condannato per “aiuto all’entrata irregolare” di stranieri in Francia, dopo aver offerto del tè e abiti caldi a quattro persone originarie dell’Africa orientale. È stato assolto in appello. In virtù del rigido regime di controlli delle frontiere nelle Alpi francesi, i rifugiati interpellati a meno di 20 chilometri dalla frontiera italiana sono considerati come “entrati illegalmente in Francia” e chiunque li aiuti rischia un processo e una condanna. In Svizzera la legge non permette un’esenzione umanitaria e la compassione non è riconosciuta come un motivo onorevole. Il numero di condanne è molto alto. Quasi mille persone sono state multate nel 2018 in base all’articolo della Legge sugli stranieri che condanna l’incitamento all’entrata o al soggiorno illegali. Ma su queste mille persone, solo 32 sono state esplicitamente condannate per essersi arricchite illegittimamente, quindi solo 32 erano dei passatori senza scrupoli. Le centinaia di altre persone condannate sono state perseguite solo per aver aiutato una persona bisognosa o senza statuto legale – a volte perfino un membro della loro famiglia – senza averne ricavato alcun beneficio finanziario. La situazione drammatica sulle isole greche e alla frontiera con la Turchia ci ricorda a che punto la politica europea di chiusura delle frontiere causi violazioni dei diritti dei rifugiati. In questo contesto la solidarietà nei confronti dei migranti dovrebbe più che mai venir ricompensata, certo non punita.
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