A chi conviene la riforma per un finanziamento uniforme delle prestazioni sanitarie EFAS in votazione il 24 novembre prossimo? Sicuramente alle assicurazioni, ai prestatori di cure a scopo di lucro, ai medici, ai farmacisti e all’industria farmaceutica. Tutti soggetti che non a caso contribuiscono massicciamente al finanziamento della campagna per il sì, come confermano i dati pubblicati ieri dal Controllo federale delle finanze sui budget a disposizione di favorevoli e contrari. Dati che attestano innanzitutto come i difensori della riforma dispongano del triplo dei mezzi rispetto al comitato referendario: quasi 1,6 milioni contro 550.000 franchi. Ma che raccontano anche molto su quali siano gli interessi in gioco e i soggetti che da EFAS trarrebbero maggiore profitto. Basta scorrere la lista dei donatori di importi superiori a 15.000 franchi (che come tali sono soggetti a obbligo di dichiarazione): la Federazione dei medici svizzeri FMH sborsa 350.000 franchi, Curafutura (l’associazione degli assicuratori-malattia che raggruppa CSS, Helsana e Sanitas) contribuisce invece con 300.000, mentre Curaviva (che raggruppa i fornitori di servizi per persone anziane) con 100.000; la Società svizzera di assicurazione investe invece 130.000 franchi e il gruppo Visana altri 50.000; ci sono poi cospicue donazioni da parte della Società svizzera dei farmacisti PharmaSuisse (40.000), dell’associazione degli ospedali H+ (35.000), l’associazione di imprese farmaceutiche Interpharma (25.000). Il motivo di tanta generosità “è chiaro”, commenta l’Unione sindacale svizzera (USS): “EFAS è un progetto che va completamente a loro favore e sperano di trarne profitto”. “La fantasiosa idea che EFAS rappresenti una riforma per ridurre i costi nel settore della sanità è così definitivamente smentita”, aggiunge l’USS, che coordina la campagna referendaria dei contrari e che, insieme al Partito socialista e al sindacato dei servizi pubblici SSP/VPOD, dispone di un budget complessivo di nemmeno 550.000 franchi. Ma la vistosa differenza di mezzi a disposizione non impedirà il massimo degli sforzi per informare correttamente la popolazione su EFAS. Una riforma “pericolosa”, che “minaccia nuovi massicci aumenti dei premi” e prevede di “conferire un potere accresciuto sul sistema sanitario alle casse malati, il cui interesse è quello di vendere assicurazioni complementari razionando al massimo le prestazioni di base”, mette in guardia l’Unione sindacale. |