Dal 19 al 23 ottobre torna l’appuntamento con il Film Festival Diritti Umani Lugano (Ffdul), diventato imprescindibile per Amnesty International e tutte le persone che credono nell’importanza di promuovere e difendere i diritti fondamentali. Prima di scendere in campo, prendere posizione, è infatti indispensabile conoscere le situazioni. Ogni anno il festival offre al pubblico la possibilità di ampliare i propri orizzonti, entrare per qualche ora in realtà remote e (spesso) poco conosciute, scoprire le vite di persone che giorno dopo giorno, per lunghi anni, lottano per far valere i propri diritti fondamentali. Le storie individuali e collettive prendono forza, smuovono le coscienze grazie alla settima arte e al potere del grande schermo. La 9a edizione del Festival apre con l’ultimo lavoro di Jafar Panahi, “Gli orsi non esistono”. E da Lugano si parte verso l’Iran, paese dove da settimane, con coraggio e determinazione, donne e uomini sfidano il regime in nome di “Donne, vita, libertà”. Lo stesso Panahi, che da sempre racconta le difficoltà vissute dalle fasce più deboli della popolazione iraniana – bambini, poveri e donne – nel 2010 era stato condannato per “propaganda contro lo Stato”, con il divieto di girare film, espatriare e avere contatti con i media per 20 anni. Un tentativo di metterlo a tacere ignorato da Panahi, che negli anni ha girato molti film trovando spesso escamotage creativi per condividere le sue creazioni con il resto del mondo e che per questo da luglio 2022 sconta una condanna a 6 anni. Il regista sfida nuovamente il regime con “Gli orsi non esistono”, un invito a non darsi per vinti, non perdere la speranza, che la gioventù iraniana ha chiaramente colto. Il rispetto dei diritti umani è una questione attuale anche in Svizzera, che non è al riparo da violazioni. Il Festival ci porta a riflettere su un tema scottante: il razzismo sistemico, al centro anche delle critiche espresse dagli esperti indipendenti delle Nazioni Unite. “Je suis noires” permette di ascoltare le voci di donne che in Svizzera sono confrontate quotidianamente con la discriminazione attraverso il viaggio di Rachel M’Bon, giornalista svizzero-congolese, alla ricerca della sua identità. Voci che è urgente ascoltare, per andare oltre l’immagine della Svizzera isola felice e agire affinché le pari opportunità siano reali per tutte le cittadine e tutti i cittadini del paese. Le vite delle persone migranti saranno al cuore della presenza di Amnesty al Festival 2022. Il film “Europa”, del regista italo-iracheno Rashid Haider, ci immerge nella quotidianità di chi fugge nei boschi, lungo la “rotta balcanica”. Queste persone hanno storie diverse alle spalle ma le unisce un obiettivo: raggiungere vive la Fortezza Europa. Storie di migrazione sono le protagoniste della mostra “Finestre sull’altrove – 60 vedute per 60 rifugiati” – a Villa Ciani, 18-23 ottobre, dalle 11 alle 18) che apre uno scorcio sulle vite di persone rifugiate provenienti da tutto il mondo. Con le loro parole, accompagnate dai disegni di Matteo Pericoli, donne e uomini ci narrano il loro altrove, un luogo fisico e una condizione simbolica e metaforica costantemente presente nelle loro vite.
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