«Non aspettate che vi dicano “abbiamo venduto il tuo appartamento”. Guardatevi in giro, perché se vendono l’appartamento in cui vivi, hai sei mesi di disdetta per uscire. E visto che c’è tanta gente alla ricerca, non è facile trovare qualcosa di decente in tempi stretti». È il consiglio di Antonella* agli inquilini dei palazzi di Via Vergiò di Breganzona, recentemente acquistati dalla società Monopoly a Helvetia Assicurazioni, i cui singoli appartamenti saranno rivenduti come proprietà per piani. Antonella parla per esperienza diretta. Il suo palazzo, insieme ad altri tre di Via alle Vigne a Pregassona, è stato acquistato da Monopoly alla Basilese assicurazioni lo scorso anno. Anche gli appartamenti degli stabili di Pregassona, risalenti a fine anni Ottanta, sono stati messi in vendita. «Buttata fuori di casa. È la sensazione che ho provato» racconta Antonella, da una quindicina d’anni residente nel palazzo. «Prima o poi me ne sarei andata, ma avrei preferito scegliere io i tempi e i modi». Non è andata meglio ai genitori, fra i primi a entrare nello stabile nel lontano 1988. Ora sono in casa anziani. Era previsto, ma non in tempi così rapidi. «Si è liberata una camera doppia, una rarità, e l’han presa al volo per paura di perderla» spiega la figlia, che si trasferirà insieme a compagno e figli nel Bellinzonese. Nel cortile dei palazzi, incontriamo un’inquilina felice del trattamento ricevuto da Monopoly. Hanno mantenuto la promessa di vendere il suo appartamento a qualcuno che lo avrebbe affittato. Il nuovo proprietario le ha aumentato la pigione di “soli” cento franchi. Una cifra ritenuta sopportabile dalla signora, il cui reddito arriva dalla sola AVS. «All’inizio ho avuto paura e ho cercato un altro monolocale in affitto. Ma trovavo solo appartamenti malmessi, piccoli e ad affitti molto più elevati del mio. Così ho deciso di restare». A lei è andata bene, ma la sorte dipende dalla lotteria di chi si aggiudicherà l’appartamento. Qualche ex inquilino di Via alle Vigne si è invece comperato l’appartamento in cui viveva. Pochissimi, mentre la gran parte se ne è andata. Qualcuno parla di gentrificazione del quartiere, da ceto popolare a reddito elevato. A poche centinaia di metri, Artisa sta costruendo decine di appartamenti ad alto standing. Anche alla casella di Monopoly in Via alle Vigne si vedono operai al lavoro, soprattutto negli appartamenti dei pianoterra. I nuovi proprietari li stanno ristrutturando, ci spiegano. Anche nei locali dove prima si posteggiavano le moto, si lavora. Presto diventeranno dei monolocali in vendita. Le facciate degli edifici sono state appena ritinteggiate. A detta dei nostri interlocutori, le facciate e i posteggi esterni delle moto sarebbero tra i pochi lavori intrapresi da Monopoly. Di ristrutturazione strutturale, nemmeno l’ombra. Neanche la Basilese, nei suoi quarant’anni di proprietà, avrebbe eseguito dei lavori importanti, salvo (forse) l’isolazione dei tetti. L’impianto di riscaldamento a nafta sarebbe ancora quello degli anni Ottanta. A farsi carico dei lavori importanti, ci penseranno i nuovi proprietari degli appartamenti. A far l’affare è stata indubbiamente Monopoly. È presumibile che gli stabili siano stati acquistati a prezzi vantaggiosi, data la loro età. Con limitati costi di rifacimento esterno degli edifici, rivendendo ognuno dei quaranta appartamenti a prezzi oscillanti fra i 300mila dei monolocali al mezzo milione dei quattro locali e mezzo, s’intuisce che il margine di guadagno sia notevole. Tutto a norma di legge, beninteso. Prossima casella, via Vergiò A Breganzona, la torta è ancor più succulenta. In vendita ci saranno 118 appartamenti, mentre gli altri 191 saranno affittati. Stando a quanto dichiarato, Monopoly spenderà 1,2 milioni nei lavori di miglioria dei quattro palazzi destinati alle vendite. In soldoni, equivale all’incasso di tre appartamenti venduti. Dedotto l’acquisto degli undici immobili in cui vivono cittadini del ceto medio-basso, il profitto appare sostanzioso. Non male per un’azienda “giovane”, la cui ramificazione societaria include almeno sei società ticinesi e due iscritte a Zugo, tutte dotate del capitale sociale minimo legale di 20mila franchi. Negli ultimi quattro anni, Monopoly ha acquistato una ventina di stabili, applicando poi la medesima tecnica dello spacchettamento e vendita di appartamenti. Sul finire dello scorso anno, il colpo grosso di Vergiò con i suoi undici palazzi. Un affare che preoccupa gli attuali inquilini. Una novantina di loro, autorganizzatisi in un gruppo, ha chiesto e ottenuto un incontro con l’Esecutivo luganese. «A seguito della riunione, il Municipio solleciterà un incontro con la società Monopoly per chiarire le loro intenzioni. Al contempo, saranno interpellati sia Alloggiticino (società di interesse pubblico detenuta in maggioranza da Cantone e Ufficio federale dell’Alloggio, ndr) che l’autorità cantonale per capire se vi siano dei margini di azione» spiega ad area Raoul Ghisletta, municipale socialista, presente all’incontro insieme al collega Marco Chiesa e al sindaco Michele Foletti. «A Lugano ha sempre dominato l’idea che il libero mercato dell’alloggio potesse risolvere tutto senza necessità d’intervento pubblico. Oggi però ci si accorge quanto la situazione stia diventando preoccupante». leggi anche=> Lugano: Airbnb e disdette-vendita, un binomio espolosivo Non è la sola Monopoly a giocare nel campo delle disdette-vendite. Molte assicurazioni e fondi pensioni si stanno disfacendo del patrimonio immobiliare degli anni Ottanta vendendolo a prezzi convenienti, pur di evitare i costi di risanamento. A ciò si aggiunge l’esplosione in città degli appartamenti convertiti a brevi soggiorni per turisti, sul modello Airbnb. A farne le spese, la popolazione del ceto medio-basso. La politica del laissez-faire evocata da Ghisletta, ha ridotto all’osso i margini d’azione dell’autorità cittadina. Dei dieci milioni votati dal Consiglio comunale nel 2015 a controprogetto dell’iniziativa socialista “Per abitazioni accessibili a tutti” (poi ritirata), ad oggi ne sono stati spesi meno di uno. I nove milioni rimanenti potrebbero ora venir utili nell’evitare il trasloco degli inquilini di Vergiò. È l’intento della mozione firmata da consiglieri comunali di sinistra, dei Verdi e una liberale radicale. In sintesi, propongono i mozionanti, poiché degli inquilini hanno manifestato l’interesse, sostenuti dalla Cooperativa d'abitazione Svizzera italiana (Cassi), di creare una cooperativa d’abitazione che acquisti una o più delle quattro palazzine, il Comune li sostenga prestando loro dei capitali attingendo al fondo dei milioni “risparmiati”. Le cooperative di alloggio offrono diversi vantaggi economici che, ad esempio, riducono notevolmente il capitale proprio per aver accesso a un’ipoteca (dal 30-20 al 10%). Se la mozione fosse attuata in tempi rapidi, dicono i tredici consiglieri comunali, si avrebbe una soluzione vantaggiosa per tutte le parti. La Città non spenderebbe un soldo poiché li presterebbe, gli inquilini non sarebbero sradicati dalle loro case e Monopoly avrebbe il suo guadagno. Un’altra strada, dicono i mozionanti, sarebbe l’adozione municipale di una Zona di pianificazione al comparto Vergiò, impedendo così vendite e ristrutturazioni costose che farebbero lievitare gli affitti. Una soluzione che però si scontrerebbe con la politica luganese del laissez faire, laissez passer citata da Ghisletta.
*nome di fantasia |