La mania delle privatizzazioni potrebbe creare grossi problemi alla continuità e sicurezza della fornitura di energia elettrica, in modo non dissimile da quanto accaduto in California. Lo teme la sinistra zurighese, che nella votazione popolare di questo fine settimana si oppone allo scorporo dell’azienda cantonale dell’elettricità (Ekz). La proposta dei partiti borghesi al governo è quella di trasformare l’Ekz in una società per azioni, al fine di permetterne la fusione con le aziende analoghe degli altri cantoni della Svizzera nord-orientale e con la società che gestisce le centrali elettriche di questi stessi cantoni. Il tutto dovrebbe confluire in una grande holding chiamata Axpo, che, in vista della definitiva liberalizzazione del settore, agirebbe sia sul mercato della produzione, sia su quello della distribuzione. La sinistra si oppone a questo progetto, poiché il nuovo gigante dell’energia (che sarebbe dominante sul mercato svizzero ed attivo su quello europeo) resterebbe sicuramente in mani pubbliche soltanto per dieci anni, senza alcuna garanzia in tal senso oltre il 2011. Socialisti, verdi e sindacati vorrebbero inoltre che almeno la rete di distribuzione rimanesse in mani pubbliche e che nella legge s'introducessero norme a favore delle energie rinnovabili e per un uso razionale ed ecologico dell’elettricità. L’esito della votazione — al di là dei rapporti di forza chiaramente sfavorevoli alla sinistra — è incerto soprattutto perché la popolazione fatica a capire il bisogno di privatizzare il mercato dell’elettricità: l’anno scorso gli elettori hanno bocciato la proposta di privatizzazione dell’azienda elettrica comunale della città di Zurigo.

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08.06.01

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