È una campagna elettorale povera di contenuti quella che sta vivendo il cantone Ticino. Il tema dominante, dopo tutti gli scandali emersi da un anno a questa parte, è quello dell'etica. Poi c'è il buio. Ne sono testimoni i primi due dibattiti "tematici" andati in onda alla Tsi. Il primo, quello sull'ambiente, ha premiato oltre misura il direttore del Dipartimento del territorio Marco Borradori, che la parola ambiente la sta ancora cercando adesso sul vocabolario, e Alex Pedrazzini, ormai assurto a clown della politica per nascondere le profonde contraddizioni che ha con sé stesso oltre che con il suo partito. Il secondo dibattito, centrato sui temi della sanità e della socialità, ha visto una destra compatta nel ripetere il logoro ritornello dell'annaffiatoio e nel chiedere più spesa senza dire come finanziarla. È con inquietudine che ci si appresta a seguire i prossimi dibattiti.
In realtà neppure il tema centrale di questa campagna, quello dell'etica, è trattato a livelli da vertigine, anzi. È difficile non dare ragione almeno in parte a Marina Masoni, quando osserva che l'etica è non di rado una palla di fango da tirare addosso all'avversario, esercizio che a destra, e in particolare nel Plr, sta riuscendo benissimo proprio perché numerosi lì sono coloro che, invischiati fino al collo nei recenti scandali, hanno con l'etica un rapporto per lo meno ambivalente. D'altro canto proprio Marina Masoni sembra a destra l'unica ad avere dei contenuti e degli argomenti da far pesare sul piatto del dibattito politico. Contenuti ed argomenti sbagliati, come dimostrano le ultime tre legislature, ma con i quali è almeno possibile confrontarsi. A confrontarsi davvero con lei sui temi però per finire rischia di essere soltanto la sinistra, e in particolare il Partito socialista, che fermamente contrario alla politica di Masoni lo è da sempre e per convinzione, e non da oggi e per convenienza.
In questo contesto colpisce la povertà di argomenti di Laura Sadis. Le alternative sono due. O l'avversaria dichiarata di Masoni tanti argomenti non ne ha. Oppure non li può svelare più di tanto, perché altrimenti sarebbe fin troppo chiaro che su questo terreno è ben scarsa la distanza che la separa dalla consigliera di Stato uscente. Per questo Sadis e chi la sostiene insistono tanto su un aspetto marginale del fiscogate, la Fondazione Villalta, e puntano assai meno il dito contro il vero scandalo della gestione Masoni al Dfe, il disastro operativo creato alla Divisione delle contribuzioni che ha generato un ulteriore sgravio fiscale occulto (che ai fiduciari che sostengono Sadis non dev'essere dispiaciuto più di tanto).
A destra dunque più che confronto fra partiti c'è uno scontro per bande, fra fazioni opposte, ognuna armata con il "suo" giornale di riferimento per difendere o conquistare posizioni di potere. In queste condizioni dibattere di temi politici diventa quasi impossibile. Il vero dibattito politico è rinviato al due aprile, quando si saprà quali bande avranno prevalso a destra.

Pubblicato il 

09.03.07

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