Una campagna infuocata dalla A alla Zeta

Dopo tante parole sulla No Billag, eccone ancora ventuno: un abc tra il serio e il faceto sul voto del 4 marzo

Dopo tante parole spese sull’ iniziativa No Billag, eccone ancora ventuno: un abc tra il serio e il faceto in vista della votazione del prossimo 4 marzo.


A come Ats
Lo sciopero della rigorosa Agenzia Telegrafica Svizzera è un segno dei tempi. Chiusure, ristrutturazioni, concentrazioni, licenziamenti: il settore dei media è in chiara difficoltà. Qua e là nascono (e muoiono) progetti interessanti che mettono al centro il Giornalismo. Una professione che, nel settore audiovisivo, non può prescindere da un servizio pubblico forte.

B come Billag:
È stata suo malgrado la grande protagonista di questa campagna. Ma quale sia l’esito della votazione, la società friborghese cesserà l’attività a fine anno. Dal 2019, il canone sarà infatti riscosso dalla Serafe di Zurigo. A Friborgo spariranno così 240 posti di lavoro. Oltre al danno, la beffa.

 

C come canone
Dal 2019 scenderà dagli attuali 451 a 365 franchi all’anno per ogni economia domestica. Una prima concessione fatta in ottica No Billag. L’altra è quella che prevede una maggiore distribuzione alle radio e tv private: la loro quota di canone passerà dal 5 al 6%.

D come democrazia
L’iniziativa No Billag «danneggia la democrazia e la coesione nazionale» secondo una risoluzione adottata dai delegati dell’Unione sindacale svizzera. Coesione nazionale che vuole essere distrutta dai nazionalisti coesi.  

E come errori
Ne ha sicuramente commessi tanti, la Rsi. Pensiamo ai licenziamenti all’americana del 2016 o all’abuso di personale esterno e precario. Oppure, semplicemente, alla perdita di empatia con il pubblico. Tanto che c’è chi voterà Sì solo perché Maurizio Canetta sta antipatico. Ma parliamone dopo il 4 marzo.

 

F come fiction
Per fortuna non sono tutte come “Il Guardiacaccia”, oggettivamente brutta e che si è bruciata il voto di 2.000 cacciatori. La Srg sostiene ogni anno decine di produzioni svizzere di film, serie tv e documentari. Senza la Rsi, la storia del macellaio di Olivone che batte il record mondiale di moto scarenata non ve la racconterebbe nessuno.


G come Goldbach
La società che vende spazi pubblicitari alle tv private, ha guidato nell’ombra la campagna. L’azionista Walter Frey, miliardario di sfondamento dell’Udc, è uno dei grandi finanziatori della No Billag. Ma anche Goldbach sparirà. Sarà acquistata da Tamedia: il gruppo di Zurigo ha capito che tira più un pelo di pubblicità che cento giornalisti che poi chissà... saranno mica di sinistra?

H come handicap  
Lingua dei segni, sottotitoli, audiodescrizione, l’offerta per non udenti, deboli di udito e ipovedenti è garantita dal mandato di servizio pubblico. Un servizio, la cui redditività economica non reggerebbe sul mercato. Ma chissenefrega?

I come inchieste
«Più inchieste e meno gossip» si è letto su uno striscione alla manifestazione di Bellinzona. Concordiamo. Ma le buone inchieste costano: ci vogliono tempo e risorse. E poi le inchieste sono scomode. E poi le fa già il Corriere del Ticino...


L come lavoro
213 milioni di franchi d’indotto e 1.600 posti di lavoro in Ticino. Altro da aggiungere?

 

M come mercato
Impressionante quanti fautori del libero mercato che lavorano alla Rsi siano improvvisamente scesi in campo a difesa del servizio pubblico.

N come Nzz
«La Svizzera non ha bisogno di media di Stato» ha scritto il 16 dicembre Eric Gujer, redattore capo della Nzz. Qualche giorno prima, Nzz Group, proprietario della Luzerner Zeitung e della St-GallerTagblatt, ha annunciato la fusione con Az Medien, l’editore dell’Argauer Zeitung che detiene le importanti tv regionali TeleBärn e Tele M1. Ecco.


O come Olimpiadi  
Cominciano oggi le olimpiadi invernali di Pyeongchang. E già li vediamo i No Billag alzarsi presto a guardare la discesa di Beat Feuz e di Lara Gut o la nazionale di hockey. Ma anche lo slittino, lo short track, il bob eccetera. Tutto gratis.


P come plurilinguismo
La Rsi riceve il 22% del canone per una contribuzione totale del 4%. In tutto 265 milioni. Altro da aggiungere?


Q come Quadri Lorenzo
Il collega (uella!) del Mattino è mesi che starnazza contro “la casta di Comano” e la “propaganda di regime”. Sarà mica perché il domenicale da lui diretto e redatto è finanziato dalla pubblicità di Upc? Un uccellino ci ha detto che il konsigliere nazionale (addirittura!) ha “offerto” (uella!) uno dei due lasciapassare per Palazzo federale a un dirigente proprio di Upc. $arà un ca$o?

 

R come Rickli Natalie
Da quando siede in Parlamento, la deputata Udc ha presentato 17 atti parlamentari aventi come oggetto la Srg. Colei che sino a fine 2017 era una dirigente di Goldbach ha insomma spianato la strada per l’assalto finale al servizio pubblico. Non certo gratis.

S come Schweizer Medien
L’associazione degli editori della Svizzera tedesca sostiene il finanziamento della Ssr, ma si aspetta che «questo privilegio venga utilizzato per un vero servizio pubblico e non per fare concorrenza ai media privati». Tradotto: valgono solo le comunicazioni ufficiali urgenti in caso di guerre o catastrofi naturali.

 

T come (Tele) Ticino
A Melide non hanno certo montato le barricate per contrastare l’iniziativa. Ma Filippo Lombardi, da vecchia volpe dalle grandi orecchie, non ha perso l’occasione per profilarsi con il fronte dei No Billag. Senza il canone, la tv da lui presieduta potrebbe resistere. Ma anche no.

U come Udc
Ha mandato avanti i “giovani”. Poi sono saliti in cattedra i tribuni. L’ordine di scuderia lo ha dato Roger Köppel, proprietario, direttore e redattore della Weltwoche: «I canoni Billag sono un veleno per il paesaggio mediatico svizzero» ha esclamato alla platea di delegati. Se lo dice lui...

V come (senza) vergogna
«Ma voi non vi vergognate di propugnare in Ticino le idee di quattro svizzero-tedeschi che vorrebbero che in questo Paese si parlasse solo Schwyzerdütsch». Chi l’avrebbe mai detto di arrivare un giorno a citare Abate?

 

Z come Zeitungshaus  
È la nuova holding basata a Zugo che controlla la Basler Zeitung, il giornale basilese di cui Christoph Blocher detiene il 33%. Il miliardario è ormai sempre più attivo nel settore dei media: lo scorso anno ha acquistato 25 giornali regionali. Anche nel Toggenburgo occorre controbilanciare il dominio della sinistra sulla stampa scritta e sulla Srg.

Pubblicato il

08.02.2018 11:40
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