Tutti conosciamo Manuele Bertoli quando indossa i panni del politico. Ma Manuele Bertoli è anche direttore di Unitas, l'associazione dei ciechi e ipovedenti, ed è lui stesso ipovedente. Quanto è difficile in Ticino essere una persona attiva con problemi alla vista?
Sono fortemente ipovedente nel senso che ho solo la percezione vaga della luce e delle ombre, ma nulla più. La mia è una malattia progressiva per cui non è sempre stato così. Mi sono abituato gradualmente alla cecità, soprattutto nel passaggio dal leggere al non leggere, avvenuto a metà degli anni '80, poi alla necessità di dover far capo al bastone per camminare quando, all'inizio degli anni '90, ho cominciato ad avere problemi di mobilità. Per lavorare oggi il mezzo principale è l'informatica. Un computer che, al posto dei ritorni visuali sullo schermo, ha una voce artificiale che mi dice quello che gli altri leggono a video. Ma per lavorare ho anche l'aiuto della memoria che ho saputo sviluppare con il tempo. E in politica, è utilissima.
Volendo, avrebbe potuto sfruttare questo suo andicap per fare politica. Ma non lo ha fatto. Perché?
Perché è un fatto mio personale. Anche se sono quotidianamente confrontato con una certa ambivalenza: da un lato vorrei essere conosciuto per quello che sono e non per il mio andicap; dall'altro mi capita di doverlo segnalare quando non riesco a fare alcune azioni pratiche e banali, come orientarmi in un luogo in cui non sono mai stato. Di certo non ho difficoltà a fare politica. E il fatto di non aver avuto problemi ad entrare in Parlamento (e chissà forse anche in Governo) è il segno che l'integrazione da noi sta funzionando bene.
Tra i panni che indossa Manuele Bertoli vi è anche quello del cantante/musicista. Il suo gruppo sono i Green Onions. Un nome che sembra strizzare l'occhio alla politica e un repertorio improntato sugli U2. Quali le ragioni?
No! (ride) il nome non è affatto un'allusione politica ma semplicemente il titolo di un vecchio blues che suonavamo agli esordi. Il fatto che nel nostro repertorio vi siano canzoni degli U2 è semplicemente dovuto alla passione del nostro chitarrista per questo gruppo e alla sua capacità di convincerci nelle scelte ("democratiche") dei brani. Io preferisco i Queen prima maniera.
In politica conosciamo Manuele Bertoli come un presidente molto rigoroso e deciso. Sembra che questo si traduca anche in musica con una certa facilità a rompere tastiere…
In effetti con questa mia veemenza ho sconvolto non poco anche il tecnico, sorpreso dal fatto che fosse possibile rompere le tastiere. Credo che si debba attribuire il tutto al mio vecchio piano, costruito da una ditta svizzera ormai chiusa, che ha una tastiera particolarmente dura. Per suonarlo occorre una certa "forza" che, evidentemente, se tradotta sugli strumenti di oggi, belli ma meno solidi, porta a…
Torniamo dal politico. A ridosso della sua elezione a presidente di partito, lei aveva affermato che le sarebbe piaciuto cambiare in parte il modo di far politica. Cosa intendeva?
Cambiare il modo di fare politica, a sinistra, significa rendersi conto della differenza tra le utopie e le cose che realmente si possono fare. Le utopie sono certamente importanti, perché costituiscono il faro verso cui tendere. Ma nella nostra politica cantonale – che è più che altro amministrazione – è più che mai necessario ottenere dei risultati. Senza riscontri si perde la credibilità, si perde la fiducia dei cittadini.
Facendo due calcoli, se lei dovesse venir eletto in Governo, ci sono buone probabilità che le tocchino le istituzioni, sempre che non cambino prima i dipartimenti...
È una delle possibilità ma bisogna aspettare il primo aprile. Potrebbero uscire situazioni molto diverse tra loro, ci sono troppe variabili in gioco. E se Masoni rimane in Governo le istituzioni probabilmente spettano a lei… Quello di cambiare i dipartimenti non è un problema reale; in un Governo consociativo il problema è piuttosto quello di trovare un feeling interno, una fiducia reciproca per il bene comune.
In questo periodo elettorale si sentono le promesse più disparate. Quale la più clamorosa?
La piu clamorosa, o forse pacchiana, è quella sui minareti che in Ticino è un problema inesistente. Proporre di modificare la costituzione per vietare la costruzione di minareti, inoltre, è squallido dal profilo del messaggio sottostante: è un non problema strumentalizzato per una strisciante campagna xenofoba mascherata dietro la questione identitaria.
Nel programma dei Verdi presentato negli scorsi giorni si legge il loro appoggio alla proposta di aumentare l'Iva per eliminare l'imposta federale diretta. Una strizzata d'occhio alla destra?
Un vecchio principio con il quale sono d'accordo sosteneva che, se fosse stato necessario aumentare l'Iva per essere eurocompatibili, allora si sarebbe dovuto caricare sull'Iva una serie di costi sociali oggi non coperti. Un'iniziativa socialista in tema di cassa malati votata nel 2003 proponeva una metà dei premi pagati con l'Iva. È bene ricordare che l'Iva non è sociale come l'imposta federale diretta, ma è più sociale dell'attuale sistema dei premi. I ricchi, infatti, pagano più Iva perché consumano più dei poveri. Credo però che l'idea dei Verdi sia più legata all'idea di contenere la società dei consumi. Io non sono convinto che l'assioma "meno consumi più ambiente" sia del tutto corretto. In Svizzera negli ultimi anni abbiamo avuto una crescita molto bassa, ma non per questo l'ambiente è stato maggiormente salvaguardato. Anzi. La crescita economica può essere compatibile con l'ambiente se combinata con l'efficienza, come sull'uso dell'energia, dei trasporti…
A fronte della disoccupazione, dell'insicurezza, sempre più persone sono contrarie ai bilaterali. Intanto il Ps continua a sostenere una futura adesione della Svizzera all'Unione europea...
Un paese come la Svizzera, al centro dell'Europa, sarà comunque sempre toccato dall'Ue, sia che vi aderisca, sia che ne rimanga al di fuori. In questi ultimi anni abbiamo continuato a firmare sempre più accordi bilaterali arrivando già a quota 16. Non so quanto ancora l'Europa sarà disposta a trattare con noi, non so quanto è redditizio per noi continuare a firmare accordi che sono sottoposti a un lungo iter burocratico di firme, controfirme, minacce di referendum da parte della destra sempre pronta a saggiare quanto sia forte l'antieuropeismo degli svizzeri. Alla fine, ci renderemo conto che entrare o non entrare, di fatto, sarà indifferente. Ma se saremo membri dell'Ue, almeno, avremo voce in capitolo. In fondo anche prima dell'adesione all'Onu sembrava che la neutralità della Svizzera sarebbe stata sacrificata: alla fine, cosa è cambiato?
Quali elementi le danno la certezza che Marco Borradori non verrà eletto e che ciò renda possibile il raddoppio del Ps?
Penso che Borradori riceverà molti voti, ma non il suo partito. La Lega è infatti in netta perdita di velocità, perché è vittima del suo populismo. Oggi è diventato un "partito minestrone" che non si sa più da che parte sta e che cosa vuole. E così facendo non fa altro che confondere il cittadino, che alla fine gli negherà il sostegno.


Scheda personale

Chi è il socialista di oggi?
Secondo me in Ticino è una persona relativamente giovane, abbastanza formata, che spesso vota il nostro partito non tanto per interesse proprio ma perché ritiene che nessuno debba essere lasciato indietro. Difende proprio quelle classi che spesso votano a destra, contro gli stranieri, seguendo le file populiste.
Il suo mito quando era piccolo?
Zorro, un vero eroe
Lo sfizio più grande che si è tolto?
Una volta sono andato con un jet ski. Correre sul mare è stato un po' come ritrovare quelle emozioni che si provano correndo su una moto. Non è molto ambientalista, ma nessuno è perfetto.
Il cruccio più grande cui è stato confrontato?
Sono troppo fatalista per avere dei crucci…
Se non fosse in Ticino in quale altro paese vorrebbe far politica?
Di certo in Italia farei fatica, per il resto non saprei…

Pubblicato il 

09.03.07

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